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Occasioni educative ai minimi termini: parte la Carovana pedagogica

Una Carovana Pedagogica web che ospiterà oltre 70 eventi web, tra laboratori, teatro, cantastorie, incontri con gli autori... dedicati a bambini e ragazzi dai 3 ai 14 anni. Vanessa Niri: «È un anno in cui bambini e ragazzi sono lasciati ai minimi termini delle occasioni educative. Ma educare non è solo scuola»

di Sara De Carli

Partirà lunedì 1° marzo la Carovana Pedagogica: un’occasione educativa al giorno, offerta online, accessibile a tutti e gratuita. È una delle azioni del progetto Rete CEET – Cultura, Educazione, Empowerment, Territorio selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Undici regioni, 46 partner, 11 poli culturali tra cui il Museo del vino di Barolo, il Teatro Carlo Felice di Genova e la Fondazione Paolo Grassi e altrettante scuole, con Arci come capofila. La Carovana Pedagogica – oggi rivisitata in forma digitale, almeno per il primo periodo – ha l’obiettivo di contrastare il rischio di isolamento al quale i bambini e i ragazzi sono soggetti in questo periodo, in un anno nel quale sono costretti a fare i conti con la sostanziale scomparsa di ogni luogo di apprendimento extrascolastico: teatri, cinema, palestre, concerti, musei…

Anche se solo online (per ora) la Carovana sarà un’occasione per offrire stimoli e momenti di incontro con il teatro, la musica, il corpo, le scienze e opportunità formative e di riflessione, allargandole potenzialmente a tutte le scuole e ai centri educativi d’Italia, oltre che alle famiglie e ai ragazzi. Tutto il progetto è pensato in presenza, «per noi è davvero fondamentale, non crediamo che si possa traferite la relazione educativa al computer», sottolinea racconta Vanessa Niri, ideatrice del progetto e coordinatrice del gruppo Infanzia, adolescenza e politiche educative di Arci. «È anche vero però che in questo momento a bambini e ragazzi sta mancando completamente la possibilità di relazione con figure educative diverse dagli insegnanti: gli attori, i cantastorie, i laboratoristi, gli artisti, tutto l’aspetto motorio… tutte quelle occasioni educative che fanno crescere sia a scuola sia fuori dalla scuola. Così abbiamo provato a mettere in questa piattaforma un’occasione educativa, al giorno, come una carovana che si sposta».

«Ogni giorno a un dato orario presenteremo in diretta un’occasione educativa, accessibile a tutti, gratuita. Ci saranno anche dei webinair alle 18, che affronteranno tanti temi, dai videogiochi alla sessualità della generazione z e anch’essi resteranno onile. Abbiamo coinvolto 500 persone, fra cui anche molti ragazzi, chiedendo loro cosa avrebbero voluto trovare online», dice Niri. Tutte le attività saranno fruibili dal sito www.arci.it e da www.percorsiconibambini.it. A dare il via alla Carovana Pedagogica web, il primo marzo alle ore 18, il webinar “Obiettivi e metodo, per una cultura pedagogica diffusa”, mentre il 2 marzo, sempre alle 18, l’appuntamento sarà con “Un anno di Dad, nei racconti di 4 ragazz*”: 4 studenti delle scuole superiori provenienti da quattro diverse regioni racconteranno il loro anno e come si sentono, senza mediazione degli adulti. «Prima che fossero gli adulti a parlare dei ragazzi, abbiamo voluto che fossero i ragazzi a parlare di loro stessi», sottolinea Niri.

La Carovana Pedagogica è un’azione di un progetto più ampio, Progetto Rete CEET, finanziato da Con I Bambini sul bando “Un passo avanti”. Il progetto ha una declinazione territoriale in 11 territori, coinvolgendo di volta in volta un circolo Arci, un polo culturale e una scuola con una serie di azioni di contrasto alla povertà educativa. Le due azioni nazionali previste, in aggiunta, sono la Carovana Pedagogica e un lavoro sull’autobiografia educativa che verrà realizzato con la Libera Università dell’Autobiografia «per far emergere le ragioni per cui in un dato territorio è nato un circolo che si occupa di infanzia e adolescenza, valorizzando le storie per cui un gruppo di persone decidono di incidere su un territorio dal punto di vista educativo» spiega Niri.

Le azioni territoriali sono partite nelle 11 Regioni, in maniera dievrsa da un caso all’altro: «Abbiamo previsto molte ore in classe con i ragazzi, nelle scuole. Adesso invece in alcuni casi abbiamo portato tutto online, in altri sono i ragazzi che escono, altrove siamo comunque riusciti a entrare nelle classi. Due azioni di progetto puntavano a portare bambini e ragazzi delle scuole e dei circoli coinvolti a museo o a teatro, lavorando però prima per preparare i ragazzi non tanto sul contenuto ma sull’emozione dell’esperienza. Si andrà, prima o poi. La cosa interessante è che i bambini poi partecipano a un focus group in cui verrà loro chiesto quale cambiamento vorrebbero apportare al museo o al teatro per agevolare la partecipazione di bambini e ragazzi e alle istituzioni culturali verrà dato un budget per realizzare almeno una delle proposte che emergeranno. Un altro budget è a destinato a delle tessere che, finito il progetto, permetteranno ai ragazzi di continuare ad andare al museo o a teatro, perché il contrasto alla povertà educativa non può durare il tempo di un progetto».

A partire dall’autunno 2020, il progetto prevedeva la partenza di una vera “carovana pedagogica”, un colorato camper multi-attrezzato, che avrebbe attraversato le 11 regioni coinvolte dal progetto connettendosi da una parte con le attività territoriali di CEET, e dall’altra avviando incontri, laboratori, animazioni, letture ad alta voce, spettacoli e momenti di ascolto, dedicati a bambini, ragazzi e famiglie per animare pedagogicamente un territorio: «Doveva esserci – anzi ci sarà, è solo rimandato – anche una postazione con una telecamere, per chiedere ai bambini e alle famiglie di ogni territorio cosa manca lì dove vivono per rispondere ai loro bisogni», prosegue Niri. Intanto si comincia dal web, «per ricordarci che l’educazione dei bambini e ragazzi si fa attrverso molteplici occasioni educative, non solo con il programma scolastico. Quest’anno invece c’è uno schiacciamento su programma, vista l’impossibilità di fare entrare personale non docente a scuola… È un anno in cui bambini e ragazzi sono lasciati ai minimi termini delle occasioni educative».

Photo by Ilse Orsel on Unsplash


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