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“Missione salute” per un benessere a 360 gradi

La filiera dei servizi di cura al centro del confronto promosso da Legacoopsociali con D’Arrando (m5s) sulla proposta di legge per i budget: «Lavoriamo per le risorse: serve fondo garanzia». Eleonora Vanni: «La vita delle persone non è solo “materia biologica”»

di Redazione

Filiera dei servizi di cura alla persona: intelligenza collettiva per idee innovative e proposte condivise. Questo è il percorso di Legacoopsociali rilanciato nel webinar “Missione Salute” che si è tenuto il 4 marzo e ha visto l’intervento di Fabrizio Starace – Istituto Superiore di Sanità, Enrica Amaturo – sociologa, Pietro Barbieri – Cese e la deputata Celeste D’Arrando che è firmataria della proposta di legge sui budget salute

«Tenendo conto dei bisogni primari di “sopravvivenza”» ha dichiarato la presidente nazionale Eleonora Vanni «condividiamo l’idea che la vita delle persone non è solo “materia biologica”, “c’è sempre un punto in cui essa sporge oltre i bisogni primari, accedendo all’ambito dei desideri, delle scelte, delle passioni e dei progetti”, citando Roberto Esposito. Così, mettendo al centro il benessere in tutte le sue accezioni, e la persona in tutte le sue espressioni, abbiamo condiviso che, pur essendo al momento il tema salute emergente, non si può guardare allo sviluppo sostenibile o alla progettualità finalizzata alla ripresa, con singoli interventi strettamente settoriali e/o sommatoria di prestazioni in risposta a bisogni che sono invece complessi e implicano scelte di sistema».

Felicia Gemelli e Graziano Maino hanno presentato il Canvas, frutto dei laboratori organizzati dall’associazione. La parlamentare Celeste D’Arrando ha sottolineato che «il budget salute è un’esperienza che parte da importanti sperimentazioni della cooperazione sociale e del Terzo settore. Il fulcro è il progetto personalizzato, la terapia è anche vivere bene con un approccio diverso alla vita: bio-psicosociale».
«Stiamo lavorando per prevedere le risorse economiche lavorando bene tra pubblico e privato», ha aggiunto D’Arrando «per un fondo di garanzia e il sostegno alla utilizzazione e riqualificazione dei beni confiscati e dei beni comuni. Dobbiamo immaginare queste risorse non come una spesa, ma come un investimento: fare in modo che quella persona possa avere un lavoro e una casa».

Per la sociologa Enrica Amaturo «le migliori testimonianze giungono dal privato sociale se le confrontiamo con i servizi complessivamente. Se siamo abituati al gap fra fabbisogno assistenziale e risposta del Pubblico non ci stupisce la capacità di risposta della cooperazione sociale. Ci sono questioni sensibili come la conoscenza del contesto che apre la porta a tutta la discussione sulle disparità territoriali: il divario è enorme tra territori che non riescono nemmeno ad avere un database dei servizi erogati».

«Serve un’alleanza ed è interessante che Legacoopsociali si muova in questa traiettoria», ha affermato Pietro Barbieri «usando mezzi e linguaggi innovativi. Come è possibile che nel paese della legge 180 sia stato possibile la rinascita di forme istituzionalizzanti a fronte di possibili forme di domiciliarità che però devono essere sviluppate. Anche sul dopo di noi le cooperative sociali possono essere un soggetto adulto e competente, il budget di salute è il primo passo da cui partire».

Infine, Fabrizio Starace ha concluso: «Cosa non ha funzionato sul budget salute? Ai fattori psicosociali è stato destinato zero perché l’aspetto biologico ha azzerato quello psicosociale che per noi invece diventa fondamentale per sconfiggere anche il malessere più complessivo accresciuto dalla pandemia. Dal nostro punto di vista è un’illusione che il buon proposito di mettere insieme sanità e sociale si faccia con servizi abituati a lavorare in modo separato. Il vero problema è quello di trasformare le policy in governo concreto superando questa divisione e quindi realizzare la filiera unitaria».

In apertura immagine da Pixabay


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