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Il badante digitale made in Calabria

«Quello che stiamo cercando di costruire è un modello di organizzazione socio-assistenziale territoriale dove lo scopo finale è lasciare la persona con disabilità o semi disabilità nel proprio ambiente che però diventa controllato e sicuro».

di Maria Pia Tucci

Destinato a migliorare l' assistenza, ma anche la vita delle persone fragili e del suo badante. Studiato per anticipare le situazioni più a rischio che si generano nelle patologie come la malattia di Alzheimer e le demenze: Domino-Health è un dispositivo innovativo complesso nato dalla start-up tutta calabrese DOM-Ino Labs s.r.l.

«Siamo partiti da una sollecitazione arrivata da una struttura socio-sanitaria di Catanzaro che ci ha chiesto di pensare ad un dispositivo che potesse essere da supporto agli operatori che si occupavano soprattutto di persone con demenza e con Alzheimer». Dice Luciano Ricci, founder di DOM-Ino Labs – «Dalla sollecitazione siamo passati allo studio e all’ ipotesi di ricaduta sociale che partendo dalle statistiche ci ha messo difronte ai numeri sempre crescenti di invecchiamento della popolazione italiana».

Ad oggi gli anziani in Italia, infatti, sono stimati in 14 milioni e di questi 1 milione 241 mila con Alzheimer, dato che, nei prossimi 30 anni , secondo le statistiche è destinato a raddoppiare.

Una bella pagina di innovazione che ha una ricaduta sociale importante e a scriverla è Il team di quella che Ricci definisce «una organizzazione basata sul modello dell’open innovation», e che ha il volto e l'esperienza di 5 professionisti catanzaresi e cosentini: ingegneri, manager, progettisti ed esperti del mondo dell' informatica, dell’ elettronica e dell' intelligenza artificiale.

Insieme hanno deciso di incrociare i loro curricula e investire in Calabria, sperimentando il potenziale dell’ innovazione tecnologica applicata alla salute e al benessere con l’ intento di migliorare le condizioni di vita delle persone che necessariamente devono avere accanto qualcuno che si prenda cura di loro.

Quella fondata da Luciano Ricci, avvocato e imprenditore informatico, team manager e commerciale di DoM-Ino Lab è una delle oltre 60 aziende incubate nel PIC: Polo di Innovazione “Cassiodoro”.

«Siamo nati nel novembre del 2019 – racconta il manager – proprio per finalizzare le ricerche legate a Domino-Health di cui avevamo depositato la prima richiesta di brevetto l’ anno prima e che ci è stato rilasciato nel 2020 »

Sì, la prima, perché le domande di brevetto in corso di valutazione legate al dispositivo ad oggi sono tre, ognuna di esse legata alle funzionalità complementari acquisite man mano che la ricerca intorno a quello che è stato definito il “badante digitale” si evolve. Ed è proprio il numero di certificazioni accordate e depositate che da la misura dell’ innovazione che questa ricerca sta perseguendo.

Ma cos’è Dom-Ino Lab? «Un sistema hardware per la raccolta dati e un’ APP – ci risponde Ricci – in grado di fronteggiare e migliorare le condizioni di vita di persone con fragilità e di sostenere e facilitare il lavoro dei caregiver. Limitare l’ospedalizzazione e allo stesso tempo lasciare la dignità e la libertà al badato sono gli obiettivi principali di questo dispositivo» – e continua-. «Quello che stiamo cercando di costruire è un modello di organizzazione socio-assistenziale territoriale dove lo scopo finale è lasciare la persona con disabilità o semi disabilità nel proprio ambiente che però diventa controllato e sicuro».

Ma è "Better safe than sorry" il motto che scandisce la presentazione del sistema di monitoraggio digitale che con il suo potenziale di controllo da remoto è stato studiato anche per anticipare i rischi da caduta, da allontanamento e da autolesioni di persone fragili, affetti da demenza e dalla malattia di Alzheimer.

«I sensori di cui è dotata l’ App – spiega ancora Ricci – permettono infatti di riconoscere e dialogare con i device a cui sono connessi a cui possono corrispondere un sistema strutturato di intervento, come nel caso delle strutture socio sanitarie o assistenziali, o negli interventi domiciliari dove sono i congiunti o un badante della persona con disabilità a ricevere l’ alert da Dom-ino Healt».

L’ interfaccia connessa: un computer, un tablet o un cellulare sono in grado di monitorare i principali parametri vitali della persona presa in carico: temperatura, battiti, pressione arteriosa, saturazione, stilare un profilo di vita e allertare il caregiver in caso di valori critici e intercettare i suoi movimenti.

Nato per rispondere ad una domanda primaria arrivata da una struttura socio-assistenziale, il lavoro di ricerca, si è spostato su un ambito più vasto e l’esperienza innovativa di Domino-Health è oggi nella fase iniziale di commercializzazione e posizionamento sul mercato, con uno sguardo che vuole travalicare i confini europei.

Intanto la sperimentazione territoriale si sta allargando facendo rete con le pubbliche amministrazioni dei comuni più interni della provincia di Catanzaro, laddove le strutture socio-assistenziali sono carenti, mancanti o lontane dai piccoli centri cittadini.