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21 marzo: il messaggio Don Giacomo Panizza

«La memoria sta a dire a tutti noi che bisogna capire cos’è la storia: episodi incollati di chi li scrive, i vincitori, o di chi vuole cancellare quello che sta accadendo. Le vite non devono essere stroncate dai prepotenti che vogliono cancellare le persone in nome di un potere»

di Maria Pia Tucci

Il 21 marzo, che segna l’ inizio della primavera è da 26 anni anche la giornata della memoria delle vittime innocenti di mafia e dell’ impegno sociale, istituita da Libera.

Da Scampia a Lamezia Terme e dalla Calabria da nord a Sud del Paese il messaggio che parte della rete di IP IP Urrà Infanzia Prima, progetto selezionato da Con i Bambini (Fondo contro la povertà educativa) ha la voce e il volto di don Giacomo Panizza, presidente della Comunità Progetto Sud di Lamezia Terme.

«La Comunità Progetto Sud, partner prezioso del progetto Ip Ip Urrà, sta subendo intimidazioni da settimane, azioni contro gli operatori della casa Pensieri&Parole nata in un bene confiscato e gestito dall’ente – dichiara Barbara Pierro, dell’associazione Chi rom e…chi no, responsabile di progetto – A loro va tutta la nostra solidarietà come progetto e rete di comunità che si muove intorno all'iniziativa, perché nessuno si senta escluso nella battaglia che ogni giorno tutti e tutte dobbiamo portare avanti contro le barbarie, le intimidazioni e il clima di paura che i sistemi criminali provano a insinuare nelle nostre strade, nelle nostre azioni».

Un gesto di solidarietà che si aggiunge ai tantissimi, che come un cordone civico sta facendo scudo ai vili atti intimidatori che si perpetrano ai danni dei lavoratori della Comunità fondata da don Giacomo Panizza.

Gesti che non fermano il lavoro sociale di una comunità in cammino da 45 anni, in Calabria e non solo, per i diritti e la giustizia di tutti e tutte e che impone il dovere della memoria nei confronti di donne, giovani, madri, fratelli e sorelle, a volte bambini che sono caduti da sud a nord del Paese sotto i colpi di una guerra tra bande e clan nel nome dei traffici illeciti e del controllo del territorio.

«Il 21 marzo parte la primavera e la vita, così dobbiamo ricordare le vite stroncate dalle mafie – spiega il sacerdote bresciano – I mafiosi ce l’hanno con qualcuno che porta avanti i valori della dignità, della libertà e della democrazia. La memoria serve anche a questo, portare avanti il ricordo per la società che resta. La memoria sta a dire a tutti noi che bisogna capire cos’è la Storia: episodi incollati di chi li scrive, i vincitori, o di chi vuole cancellare quello che sta accadendo. Le vite non devono essere stroncate dai prepotenti che vogliono cancellare le persone in nome di un potere».

IL PROGETTO

Ip Ip Urrà è un progetto che vede promosse nella sua rete di comunità le iniziative degli enti: associazione Chi rom e…chi no (Napoli, Scampia – capofila), cooperativa sociale Il Cantiere (Albino, Val Seriana), cooperativa L'Abbaino, Consorzio Mestieri Toscana (Firenze), Cooperativa Sociale Mignanego (Genova), Associazione Comunità Progetto Sud (Lamezia Terme), Associazione Fermenti lattici (Lecce), EcoS-Med cooperativa sociale (Messina), Libera Compagnia di Arti & Mestieri Sociali (Pioltello), associazione 21 luglio (Roma), cooperativa sociale Educazione Progetto (Torino), Fondazione Zancan, Università degli Studi Federico II di Napoli – Centro Sinapsi e tanti enti, scuole e organizzazioni partner sparse lungo lo stivale.