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Calabria, sforbiciata sui fondi per l’ inclusione sociale

La denuncia di Confcooperative Calabria «Abbiamo appreso scandalizzati che ha tagliato di ben 29,4 milioni di euro la già modesta dotazione economica (67,8 milioni di euro) dell’asse 10 Inclusione Sociale (fondi destinati alle persone svantaggiate), con un taglio pari al 43%!»

di Redazione

La Pandemia oltre ad avere avuto gli effetti devastanti a livello sanitario ed economico, ha anche creato un’emergenza sociale nei territori. E’ aumentato significativamente il disagio psichico e psichiatrico; le famiglie già fragili hanno dovuto fronteggiare quotidianamente, senza il minimo supporto, tutte le difficoltà di figli e parenti con disabilità psichiche o fisiche; si è acuita la povertà del precariato; sono saltate le reti sociali e familiari di auto-aiuto. Sono emergenze sociali di cui si sente parlare sempre troppo poco e che rischiano di divenire gravi lesioni al nostro tessuto sociale.

«Queste emergenze sociali vanno affrontate con risorse adeguate e coinvolgendo attivamente tutti gli attori del Terzo Settore della Calabria, al fine di porre in essere servizi e strategie urgenti di intervento nei territori» – evidenzia Vincenzo Linarello (in foto), delegato di Confcooperative Calabria ai Fondi FSE, FESR e Recovery Fund.

La Regione Calabria è stata chiamata a riprogrammare i fondi residui del POR per far fronte alle emergenze della pandemia Covid 19. Ha quindi proposto di incrementato il FSE di 145 milioni per Cassa Integrazione Guadagni e Formazione a distanza nelle Scuole, «ma, parallelamente – prosegue Linarello – abbiamo appreso scandalizzati che ha tagliato di ben 29,4 milioni di euro la già modesta dotazione economica (67,8 milioni di euro) dell’asse 10 Inclusione Sociale (fondi destinati alle persone svantaggiate), con un taglio pari al 43%! E non capiamo con quale logica, di fronte a un disagio sociale che rischia di esplodere, la Regione decide di tagliare proprio questo asse».

Ma non basta: dai dati esposti al Comitato di Sorveglianza, il FSE presenta dati allarmanti sul piano dell’effettivo utilizzo, l’Asse 8 (Lavoro) ha una percentuale di spesa effettiva del 19,5%, l’Asse 10 Inclusione Sociale, addirittura, del 9,6%!

Il fatto che, di fronte ai bisogni soverchianti dei territori, non solo non si spende ma si tagliano proprio gli assi destinati ai soggetti più deboli, suscita una profonda indignazione.

«Chiediamo pertanto non solo l’immediata reintegrazione della dotazione originaria dell’asse 10 Inclusione Sociale ma anche l’aumento della dotazione, e la convocazione delle parti sociali per attivare urgenti misure di riattivazione della spesa sugli assi sociali e occupazionali». Conclude Linarello, alle cui parole si aggiungono quelle del Presidente di Confcooperative Calabria, Camillo Nola: «Davanti a questi dati impietosi presentati in Comitato di Sorveglianza, non possiamo far finta di niente. C’è bisogno di generare insieme una visione basata sui bisogni reali per una spesa positiva e produttiva. Registriamo, peraltro, una diversa e opposta sensibilità tra il Dipartimento Programmazione unitaria e quello dedicato alle Politiche sociali e per la famiglia con cui dialoghiamo e lavoriamo costantemente nel rispetto reciproco dei ruoli»

«Noi – continua il presidente Nola – vogliamo essere collaborativi con i tutti Dipartimenti regionali su questi temi, ma dall’altra parte c’è bisogno di segni concreti di apertura e coinvolgimento vero; la ritualità celebrativa dei Comitati di Sorveglianza del POR, da troppi anni e senza soluzione di continuità, ha atrofizzato ed impoverito le corrette relazioni tra decisori e corpi intermedi in tema di scelte strategiche. Non vorremmo essere costretti, come accaduto nelle Marche, ad abbandonare i tavoli non utili perché le scelte politiche non coinvolgono le forze sociali e non rispettano le reali necessità che emergono sui territori in questo gravissimo momento di crisi, che mette a rischio la tenuta sociale di tante comunità fragili della Calabria».