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Permettiamo l’incontro tra “famiglie gemellate”

Lo chiede in una lettera al ministro Bianchi la Garante per l'Infanzia, insieme ai garanti regionali. Si torni a scuola anche in zona rossa, inclusi i primi due anni delle medie e delle superiori. E si faccia dad a gruppetti, in ambienti esterni alla scuola, con il supporto del terzo settore

di Redazione

Si rientri in classe, anche in zona rossa. Lo chiedono l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, Carla Garlatti, insieme ai garanti regionali e delle province autonome. Il rientro per i nidi, le scuole dell’infanzia e per la primaria va previsto in tutto il territorio, nelle zone arancioni e rosse – questa la novità – devono poter seguire le lezioni in aula tutti gli studenti delle prime e seconde classi, mentre nelle zone gialle va assicurata la didattica in presenza anche per tutte le secondarie di primo e secondo grado, ove siano disponibili o reperibili spazi che consentano il rispetto delle misure di sicurezza.

Per le terze medie e per gli ultimi tre anni delle superiori, «bisogna poi fare di tutto perché possano frequentare la scuola in presenza: ove però ciò non fosse possibile per mancanza di spazi adeguati a garantire la sicurezza, la didattica dovrebbe proseguire in forma integrata, vale a dire a rotazione con una parte della classe in presenza e un’altra a distanza». I garanti chiedono l’accelerazione della vaccinazione del personale scolastico, test salivari rapidi per il monitoraggio, ulteriori finanziamenti per pc destinati a studenti in difficoltà e connessioni, un sollecito alle scuole affinché favoriscano la presenza in aula di bambini con disabilità insieme ad altri compagni, maggior diffusione del piedibus.

Potrebbero inoltre essere organizzati piccoli gruppi di bambini e ragazzi che seguano le lezioni non in casa ma in punti di aggregazione messi a disposizioni dal terzo settore e per favorire il recupero degli apprendimenti e della socialità in estate potrebbero essere organizzate attività all’aperto, anche con la riconversione dei progetti dei ragazzi in servizio civile, facilitare “gemellaggi” tra famiglie aventi figli che frequentano la stessa classe, in modo da generare una sorta di “famiglia allargata” che permetta ai figli di frequentarsi vicendevolmente, socializzare, fare compiti insieme. Nella loro lettera al ministro Bianchi i garanti chiedono anche l’adozione di linee guida per la costruzione dei patti educativi di comunità.

Marc Sendra Martorell on Unsplash


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