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Orlando: «Il Terzo settore è la forza del nostro Paese, confrontarci sul Recovery è una priorità»

Il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali ha incontrato oggi le 65 associazioni del Comitato Editoriale di Vita. Un’occasione di confronto con la società civile che ha permesso di affrontare numerose questioni aperte. Questioni, ha spiegato il Ministro, «necessarie per inaugurareuna nuova stagione di collaborazione e confronto a partire dalle deleghe che resteranno in capo a me»

di Redazione

Inclusione sociale e lavorativa, la questione sempre aperta della non autosufficienza, il Recovery Fund, la necessità di alleanze di governance con il Terzo settore e i temi di una riforma troppo a lungo “congelata”, soprattutto nelle sue parti fiscali. Sono questi gli spunti di riflessione proposti al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Andrea Orlando nel question time, organizzato daVita, con le organizzazioni del Comitato Editoriale.

Il fondatore di Vita, Riccardo Bonacina ha introdotto il dibattito ricordando come tante, troppe partite sono state mal gestite dagli ultimi governi. Due esempi tra i tanti: la riforma del Terzo settore, congelata per due anni e mezzo e i DPCM che, pur susseguendosi, dimenticavano sistematicamente la società civile. «Urge un cambio di passo», ha spiegato Bonacina, perché «abbiamo bisogno di una di un'interlocuzione chiara e coerente con la politica, non frammentata come lo è stato, a partire dalle deleghe di governo». Chiara la risposta del Ministro: «con il Recovery Fund si apre una fase nuova, una fase di sfida. Siamo di fronte a un’occasione storica per dimostrare, con una grande impresa collettiva, che il Terzo settore è un pilastro fondamentale per dar vita a una nuova filiera sociale, ambientale, culturale…». E una notiizia, «La delega del Terzo settore sara totalemte in capo a me».

«Una delle caratteristiche del Terzo settore», ha spiegato il Ministro, «è la capacità di rapido adattamento alla differenza sociale e territoriale. L’agilità del Terzo settore è un’occasione per tutti, per lo Stato in primo luogo». Serve, però, «un grande processo di risocializzazione e questa risocializzazione è il grande terreno su cui provare a fare un primo passo comune». Sul Recovery, ha spiegato ancora il Ministro, si è perso troppo tempo. Soprattutto sulla coprogettazione, «mentre urgono nuove modalità di intervento: non si tratta di pensare interventi ad hoc "per" il Terzo settore, ma capire "come" il Terzo settore entra in gioco nell’ambito dei vari interventi».

Il direttore di Vita, Stefano Arduini, ha posto l'accento sul tema dell’economia sociale e solidale come leva per la ripresa. Una questione che è recentemente emersa anche dall’incontro tra il Ministro e il Commissario UE al Lavoro e ai Diritti Sociali Nicolas Schmit. Il trattamento fiscale delle imprese sociali da portare avanti “senza se e senza ma”, ha chiesto il direttore, è oggi una delle grandi sfide per il Governo. «Ho messo al centro della mia attenzione l’attuazione complessiva, ancora inevasa, della riforma del Terzo settore», ha risposto il Ministro. Il decreto fiscale è, però, «il più complicato per due ordini di ragioni: la prima ragione è il rapporto con l’Europa; la seconda è per delle criticità interne alla normativa e al Terzo settore. Ma proprio questa difficoltà ci spinge a lavorare al meglio e trovare soluzioni».

È stata poi la volta delle associazioni, le cui domande si sono raggruppate attorno a sei temi. Eccoli.

Lavoro. Stefano Granata (Federsolidarietà) ha posto la questione dell’occupazione: lavoro irregolare, la percentuale dei Neet (22%) e l’occupazione femminile rappresentano criticità da affrontare e superare. «Per farlo, serve una nuova integrazione tra pubblico, privato e Terzo settore anche sul tema dell’inclusione», ha spiegato il Ministro Orlando, «ma se non ci sono strutture pubbliche che funzionano non si va da nessuna parte». Purtroppo, oggi, ha proseguito il Ministro, «sono proprio le strutture pubbliche quelle rimaste indietro su questo fronte. Ma tra le cose che possiamo fare subito col Terzo settore c’è l’intervento sui Neet, che è un campo in cui associazionismo e non profit possono mettere in gioco tutta la loro capacità di inclusione e accompagnamento».

Povertà e infanzia. Il direttore generale dell’Albero della Vita, Isabella Catapano, ha posto l’accento sulla realtà dei bambini, il cui livello di vulnerabilità, a causa dell'impoverimento delle famiglie, è peggiorato durante quest’anno. Quali sono gli interventi strutturali che si stanno immaginando in questo ambito? «Dobbiamo lavorare molto su come, nel post-pandemia, ci possano essere condizioni di povertà repentina, che lo strumento del Reddito di Cittadinanza oggi non affronta», ha spiegato il Ministro. Sul coinvolgimento del Terzo settore, ha concluso, «insisteremo sul tema della codecisione e della coprogettazione, su cui abbiamo fatto un decreto. La coprogettazione diventarà un metodo di lavoro costante per il Governo».

Disabilità. Marco Faini (Anffas) ha sottolineato il tema dell'inclusione lavorativa delle persone con disabilità. Un tema che va dalla necessità di aprire un focus di attenzione sul funzionamento del collocamento mirato e sui tirocini. «La questione mi è chiara», ha risposto il Ministro, «ho già fatto un incontro con l'intergruppo parlamentare sulle disabilità per iniziare subito a lavorarci confrontandomi con le associazioni. Acquisiti questi confronti, faremo un focus specifico anche su questa forma di fragilità che, purtroppo, si è aggravata in conseguenza della crisi».

Non autosufficienza. Virginio Brivio (Fondazione Sacra Famiglia) ha chiesto se «è ancora possibile, in quest’ultimo mese di scrittura del PNRR, che ci sia anche un potenziamento sull'assistenza domiciliare: non basta parlare di telemedicina o tecnologia, servono servizi interconnessi sul piano sociale e sanitario». Un tema, questo, su cui è già fortemente attivo – ha specificato Brivio – il Network Non Autosufficienza composto da studiosi, dirigenti di servizi pubblici e privati che hanno unito le forze per rispondere a fragilità sempre più diffuse. Su questo punto il Ministro ha spiegato che è in corso «un'interlocuzione con Roberto Speranza. Un'interlocuzione che dovrebbe andare nella direzione sperata».Quale? «Un rapporto più organico della sanità con il territorio e le famiglie e, di conseguenza, con il Terzo settore».

Enti non commerciali e fundraising. Fabrizio Pregliasco (Anpas) ha rimarcato alcune problematiche legate agli articoli 6 e 7 del Codice del Terzo settore. Ecco la risposta del Ministro del Lavoro: «Ho messo molto sotto stress il mio ufficio legislativo: ho dato l’input di procedere rapidamente con i decreti attuativi. Una delle cose peggiori del nostro mestiere è fare decreti, leggi e non attuarli. La riforma del Terzo settore deve avere la priorità e, presto, avremo novità positive anche in questo senso».

Migranti. Regina Catambrone (Moas) ha infine posto la questione dell'integrazione lavorativa dei migranti e dell'implementazione dei visti lavorativi, oggi trascurati dalla nostra legislazione. La programmazione, ad oggi, ancora non c’è, ha spiegato il Ministro Orlando. Non c’è ma «va costruita, perché siamo dinanzi a un ritardo enorme, che non è nato da burocrazia e disattenzione, ma da una rimozione politica che deve essere superata e noi cercheremo con l’aiuto del Terzo settore di procedere in questa direzione».

Su questi temi, ha concluso il Ministro, «avviamo subito il confronto e… iniziamo a fare lobby attiva per indirizzare il Recovery su temi sociali». Il Terzo settore, ha ribadito, «oggi ha una capacità incredibile di modernità e di dialogo trasversale rispetto alla politica e in un momento in cui c'è un Governo con una base parlamentare molto ampia questo è un valore aggiunto per il nostro Paese».


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