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Assegno unico e corsa all’Isee: «Famiglie, facciamoci trovare pronte»

L'assegno unico in arrivo dal 1° luglio farà impennare le richieste di Isee. Così il Centro per la Famiglia di Treviso garantirà il servizio, grazie a un accordo con i Caf Acli. «Famiglie, facciamoci trovare pronte L'universalità dell'assegno è un segnale culturalmente importante e c’è un comune sentire, nuovo, che coinvolge anche i corpi intermedi e le associazioni di categoria... È un momento di grandi opportunità. Non accontentiamoci», dice il direttore Adriano Bordignon

di Sara De Carli

Nel 2015 in Italia c’erano meno di 4,2 milioni di nuclei familiari coperti da Isee, quasi 13 milioni di persone, poco più di una persona su cinque. Nel 2020, complice l’emergenza e la necessità maggiore di chiedere aiuti, dal reddito di emergenza al bonus vacanze, lo hanno chiesto 9,5 milioni di famiglie, con un aumento del 20% rispetto al 2019: 1,6 milioni di famiglie in più rispetto all’anno prima. Nel 2021, con l’atteso debutto dell’assegno unico al 1° luglio, le famiglie che avranno bisogno dell’indicatore Isee saranno tantissime: tutte quelle con figli a carico, dal settimo mese di gravidanza ai 21 anni. Secondo le simulazioni svolte dal Gruppo di lavoro Arel/Feg/Alleanza per l’infanzia, le famiglie interessate dalla riforma dovrebbero essere circa 7,63 milioni, per circa 28,1 milioni di persone, quasi la metà del totale della popolazione residente in Italia: fra essi, ci sono 10 milioni di figli minorenni e 2,2 milioni di figli maggiorenni in età 18-21 e 130 mila con età superiore a 21 anni ma ancora a carico a causa di una disabilità. Farsi trovare pronti è un imperativo e così il Centro della Famiglia di Treviso lancia un nuovo servizio: l’Isee si farà direttamente al consultorio familiare. Per il momento in collaborazione con Caf ACLI Treviso, ma può essere che la disponibilità di allarghi. Sarà un servizio gratuito (come gratuita è l’attestazione dell’Isee presso ogni Caf), offerto nell’ottica di rendere il più semplice possibile per le famiglie la procedura burocratica necessaria per avere l'assegno. La semplificazione è d’altronde uno dei pregi del nascente Assegno Unico e Universale, per l’introduzione del quale il Centro della Famiglia si è molto battuto, raccogliendo il sostegno di 500 tra sindaci, assessori, imprenditori e rappresentanti dei corpi intermedi che si sono fotografati indossando la maglietta che chiedeva per subito l’assegno unico.

«Stiamo invitando le famiglie a farsi trovare pronte, perché nessun ritardo possa essere imputabile a manchevolezze delle famiglie: è una partita troppo importante», spiega Adriano Bordignon, direttore del Centro della Famiglia. È vero che non ci sono ancora i decreti attuativi, ma quando il 1° luglio l’assegno unico arriverà, l’Isee con tutta probabilità servirà. «Molte famiglie si sono già mosse, altre non ancora: metà delle famiglie che noi conosciamo non sanno cos’è l’Isee e non l’hanno mai fatto prima. Perché? Un po' perché finora non hanno avuto necessità di prestazioni sociali agevolate ma tante famiglie del ceto medio perché presumono di non avere titolo per farlo e non pensano che facendo l’Isee potrebbero avere benefici. Poi sappiamo che c’è difficoltà di muoversi in una selva di inventi spot e micro: gli esperti sanno sfruttarli, chi non è esperto non sa nemmeno di avere diritto a determinate misure». Il momento è adesso, tant’è che il Centro per la Famiglia ha invitato a prenotarsi entro il 15 aprile: «Quando arriva la stagione delle dichiarazioni dei redditi, i Caf sono sommersi di lavoro e questo inevitabile comporta un allungamento dei tempi. È bene portarsi avanti», avvisa Bordignon. Vero è che l’Isee si può fare anche autonomamente, scaricando il precompilato dal sito dell’Inps: «Per una famiglia media e ordinata, che ha i documenti a posto e sa dove trovare i dati necessari, è una cosa fattibilissima. Il concetto non è che le famiglie debbano venire a fare l’Isee da noi, ovviamente non ci guadagniamo nulla, ma che le famiglie siano pronte».

Nell’assegno unico e universale «le famiglie ci credono e si attendono due cose», precisa Bordignon: «che i tempi siano rispettati e che le risorse incrementate. Nessuno deve risultarne svantaggiato ma anche le cifre di cui si parla stante questa copertura devono essere incrementate, per portarci più vicini ai livelli europei. È una riforma che può essere davvero storica, non possiamo permetterci che partorisca un topolino, deve essere seriamente generativa». Bordignon sottolinea la grandissima convergenza politica ma non solo attorno alla misura, come non si stanca di fare lo stesso Gigi De Palo, presidente del Forum delle Associazioni Familiari: «È un segnale importante: c’è un comune sentire, nuovo, che coinvolge anche i corpi intermedi e le associazioni di categoria, davvero è un momento fecondo. L’universalità della misura culturalmente è un passaggio molto significativo, perché per la prima volta si sganciano le politiche per la famiglia dalle politiche di lotta alla povertà. Questa scelta dice che ogni figlio è un bene comune e una risorsa per il paese, e va sostenuto in se e per sé. È un tempo di grandi opportunità. Certo non ci si può accontentare», conclude Bordignon.

Foto Unsplash


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