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«Sei un’handicappata buona a nulla»: ci sono donne che se lo sentono dire ogni giorno

La discriminazione è di per sé un atto di violenza, e quando avviene su donna con disabilità è sempre amplificata. Paradossalmente però il percorso di consapevolezza è più difficile per una violenza psicologica specifica e quello di uscita anche. Contro la doppia discriminazione Aism ha creato la Rete RED: cento "sentinelle" che accompagnano le donne in un percorso di consapevolezza. Perché il 65% delle donne disabili ha subito una forma di violenza, ma solo un terzo la riconosce come tale

di Sara De Carli

«Sei un’handicappata buona a nulla»: ci sono donne che se lo sentono dire quasi ogni giorno. E non da estranei che nulla sanno di loro, ma dai loro compagni o dai loro familiari. «Perché a causa della disabilità non riescono a mantenere la casa in ordine come ci si aspetterebbe, o a cucinare. Ma anche perché non sei più la donna che si aspettano di avere nel letto. È una violenza psicologica specifica che le donne con disabilità subiscono, che si accompagna spesso a un senso di colpa per la propria condizione, benché ovviamente la disabilità nessuno se la scelta. Le donne naturalmente sono consapevoli dei limiti e delle fragilità che la disabilità comporta e questo atteggiamento dell’uomo le porta ad avere una percezione di sé assolutamente distorta: perdono di vista il loro valore come persona, considerano quasi normale essere sminuite e anche annientate. Il primo obiettivo è proprio quello di portare le donne a riconoscere che ciò che vivono non è una cosa normale ma una violenza e che loro non hanno nessuna colpa». A parlare così è Roberta Lupo, responsabile dello sportello sociale della sede Aism di Palermo. Roberta è anche una “sentinella RED”: sono un centinaio in tutta Italia, attive in ogni sede di Aism. Il loro compito è quello di essere antenne, formate per recepire e segnalare tutti i casi di doppia discriminazione: quella cioè che si subisce in quanto donne con disabilità. Una volta intercettate le situazioni, le sentinelle RED attivano la rete di supporto di Aism e del territorio, a sostegno delle ragazze e delle donne con sclerosi multipla.

Da aprile a giugno Aism accende i riflettori proprio sulla doppia discriminazione, con 10 appuntamenti on line per fare cultura dell’inclusione, eguaglianza sostanziale, piena cittadinanza, pari opportunità, non discriminazione. Il primo incontro è stato sabato 10 aprile, che verrà replicato nei contenuti giovedì 15 aprile (ore 17,30-19,30): a parlare della discriminazione multipla ci saranno Marcella Mazzoli e Stefania Dondero di Aism, Rosalba Taddeini, Psicologa di Differenza Donna, Simona Lancioni, Responsabile Informare un’H – Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli, Haydé e Longo Avvocata della Rete legali AISM Milano Rete RED) e Silvia Pellegrini Avvocato e membro della Rete RED. Gli incontri sono gratuiti e aperti a tutti previa registrazione.

Questi digital talk fanno parte del progetto I>DEA – Inclusione >Donne, Empowerment, Autodeterminazione, dedicato a tutte le donne con sclerosi multipla che subiscono una doppia discriminazione. Il Progetto, di cui AISM è capofila, è realizzato in partnership con Associazione Differenza Donna, Human Foundation e ASPHI e realizzato grazie al finanziamento del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. La RETE RED (RETE Empowerment Donne) è proprio un’atteività di questo progetto.

Secondo l’indagine di Vera (Violence Emergence, Recognition and Awareness) realizzata da Fish in collaborazione con Differenza Donna il 65% delle donne disabili ha subito una forma di violenza, anche se solo un terzo la riconosce come tale. E quando è riconosciuta viene denunciata solo nel 10% dei casi.

«È un fenomeno sottovalutato, ma secondo l’indagine di Vera (Violence Emergence, Recognition and Awareness) realizzata da Fish in collaborazione con Differenza Donna il 65% delle donne disabili ha subito una forma di violenza, anche se solo un terzo la riconosce come tale. E quando è riconosciuta viene denunciata solo nel 10% dei casi. È un tema che viene portato alla luce in misura minore rispetto alla violenza sulle donne… forse ci si è ancora poco soffermati a riflettere su quando è devastante», prosegue Lupo. «Nella mia vita personale sono sempre stata attivista dei temi che riguardano le donne, il mio obiettivo è tendere una mano a chi ha bisogno, da donna a donna. La RETE RED nasce perché la discriminazione è di per sé un atto di violenza, e quando avviene su donna con disabilità è sempre amplificata. Ma il percorso di consapevolezza in questi casi è più difficile e quello di uscita anche».

Una donna che subisce violenza, per esempio, può accedere al numero antiviolenza o recarsi a un Centro antiviolenza, o denunciare: «Per una persona con disabilità non sempre è così scontato che essere in grado di prendere un telefono e digitare numero o uscire di casa per andare a chiedere aiuto. Ci sono anche episodi di maltrattamento fisico e abuso sessuale, quando parliamo di disabilità parliamo di tante disabilità e talvolta la capacità di potersi liberare e evitare che accada il peggio è molto bassa. E comunque nella disabilità paradossalmente la discriminazione di genere viene messa in secondo piano, perché subito evidente è la fragilità della donna disabile. Da qui quella violenza psicologica specifica che dicevamo prima, di cui tante donne mi hanno raccontato, ma che è tanto difficile da riconoscere». Un altro capitolo è quello del lavoro, con il demansionamento e il pensare che una disabilità porta a rendere meno e quindi ad esser messa da parte.

Ascoltare il bisogno della donna, trasmettere la solidarietà di un'altra donna, dare la garanzia di non essere sole, portare alla luce le situazioni celate anche a se stesse, dare consapevolezza. Questa è l’azione delle sentinelle, accendere la alla luce e mettere a disposizione delle donne che subiscono la doppia discriminazione nuovi strumenti per uscire dalla loro condizione di invisibilità

Le cento sentinelle RED sono volontarie, dipendenti di Aism, donne con SM: c’è tutto il mondo Aism. Sono state formate e continuano in maniera costante la formazione e aggiornamento, il confronto, lo scambio di buone prassi. L'organizzazione pratica è diversa per ogni sezione, a Palermo i casi di doppia discriminazione vengono intercettati allo sportello sociale, che accoglie richieste di qualsiasi genere legati alla SM, altrove è diverso. «Tutte noi sentinelle però facciamo soprattutto una cosa: ascoltiamo», dice Lupo. «Ascoltare il bisogno della donna, trasmettere la solidarietà di un'altra donna, dare la garanzia di non essere sole, portare alla luce le situazioni celate anche a se stesse, dare consapevolezza. La rete con il territorio è fondamentale, per questo è importante conoscere il proprio territorio e le realtà che possono essere di aiuto, per attivare delle figure competenti: uno sportello d’ascolto, il centro antiviolenza, un’avvocata o una psicologa che accompagni queste donne nei percorsi. Questa è l’azione delle sentinelle, accendere la alla luce e mettere a disposizione delle donne che subiscono la doppia discriminazione nuovi strumenti per uscire dalla loro condizione di invisibilità».

Photo Claudia Soraya on Unsplash


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