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IDEArium, una buona idea del Ministero. Ma per fare crowdfunding bisogna coinvolgere gli istituti

Massimo Coen Cagli, direttore scientifico della Scuola di Fundraising di Roma, ha commentato la piattaforme lanciata dal MIUR dedicata alla raccolta fondi per le scuole italiane. «Un'ottima idea che fa tornare la scuola bene comune. Ma serve un investimento in formazione e accompagnamento negli istituti»

di Lorenzo Maria Alvaro

È nata IDEArium, una piattaforma finalizzata “alla gestione dei progetti di crowdfunding attraverso i quali le scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di I e II grado, statali, possono finanziare i propri progetti con i contributi di privati sostenitori”. Una proposta del Ministero dell'Istruzione nel contesto del Piano Estate per trovare fondi con cui implementare attività educative incentrate su musica, arte, sport, digitale, percorsi sulla legalità e sulla sostenibilità, sulla tutela ambientale. L’obiettivo è di utilizzare i mesi estivi per costruire un ponte verso il prossimo anno scolastico, attraverso un’offerta che rappresenta una risposta alle difficoltà emerse nel periodo della pandemia, ma che intende anche valorizzare le buone pratiche e le esperienze innovative nate proprio durante l’emergenza. Abbiamo chiesto un commento a Massimo Coen Cagli, direttore scientifico della Scuola di Fundraising di Roma, per quella che è la prima esperienza di questo tipo in Italia.


Il ministero dell'istruzione ha implementato una piattaforma di crowdfunding dedicato alla scuola che si chiama IDEArium. Cosa ne pensa?
L'idea di promuovere finalmente il fundraising per le scuole è ottima. Qualcosa di cui si parla da tanto tempo, previsto da La Buona Scuola e su cui anche il Ministro Carrozza aveva programmato. Un'ottima idea perché in tutto il mondo l'educazione scolare è al centro del fundraising anche con una certa centralità perché all'estero è opinione diffusa che non si tratti di un tema di esclusiva competenza pubblica. È considerata come bene comune. Il principio mi trova dunque d'accordo. Come sono d'accordo sull'idea che il fundraising non sia solo al servizio delle organizzazioni non profit ma di qualunque causa che la comunità ritiene importante. Il protagonista può essere sia un ente sociale come un ente pubblico, spesso e volentieri una partnership delle due.

In molti in Italia però storcono il naso all'idea, eccezion fatta forse per il mondo dell'arte, che il cittadino debba donare soldi allo Stato per un servizio per cui già paga delle tasse…
È assolutamente giusto. La discriminante infatti sta nel valore aggiunto che i progetti per cui si chiede denaro producono. Nel caso specifico non è pensabile fare crowdfunding per l'ordinaria amministrazione degli istituti scolastici. In questo caso direi che la proposta è fatta nel modo giusto: si chiedono soldi per qualcosa di inedito ed extra rispetto al servizio ordinario, cioè una missione più sociale e distante dalla didattica tradizionale, durante il periodo estivo. Naturalmente c'è poi il tema della trasparenza…

In cosa consiste?
È molto importante che sia garantita la massima trasparenza e tracciabilità dei fondi così come viene chiesto al non profit. A maggior ragione se si tratta di enti pubblici. L'impostazione della piattaforma mi sembra che ci sia questa giusta attenzione.

Mentre il governo vara una piattaforma come questa però le scuole italiane sono molto indietro rispetto al tema delle raccolte fondi. Come si spiega?
Purtroppo le scuole, pubbliche be paritarie, non hanno mai visto con grande interesse questi strumenti. I motivi sono molteplici. C'è certamente una ragione culturale e di scarsa sensibilità. C'è poi una conflittualità interna tra dirigenti, docenti, sindacati e istituzioni che ha inciso anche nel far naufragare quei pochi tentativi che si sono tentati, penso allo School Bonus. Infine c'è un tema di competenze. Se a monte di tutto questo non c'è un investimento in formazione e assistenza i risultati non si ottengono.

Oltre a tutto queste caratteristiche una campagna di crowdfunding deve anche essere facilmente accessibile per il donatore. Da questo punto di vista com'è IDEArium?
Ho trovato delle difficoltà Sapendo che questo tipo di operazioni sono anche basate sulla facilità delle transazioni, questa proposta prevede molti passaggi che risultano respingenti. Bisogna entrare nel sito e loggarsi con lo Spid, usare il sistema pago PA, pagine e pagine di condizioni da accettare, rimandi al sito del MIUR e poi rimandi alla piattaforma. Io consiglierei di rivedere questa parte. Capisco questo sistema dal punto di vista burocratico ma conosco l'Art Bonus e queste complicazioni non ci sono. Quindi direi che non sono necessarie. Da questo punto di vista si può migliorare. C'è poi un altro aspetto importante…

Quale?
Una campagna di crowdfunding, per essere di successo, ha bisogno di altri due ingredienti: il primo è la comunicazione della iniziativa. Ora può anche essere che questa piattaforma sia appena stata lanciata e ci sia un programma di comunicazione pubblica pronta a partire. Ma il fatto che sia molto poca nota l'esistenza di IDEArium tra cittadini e addetti ai lavori è un problema. In secondo luogo le campagne di questo tipo funzionano quando sono coinvolte le comunità e i territori. Il banale passaparola. Un'altra tecnologia che mi sembra mancare è una tecnologia sociale. Per far funzionare questo sistema bisogna coinvolgere le scuole e le loro comunità di riferimento, prima tra tutte quella delle famiglie.


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