Welfare & Lavoro

Un permesso speciale per far rientrare papà Anthony dall’India

Monica e Anthony sono partiti per Calcutta il 27 aprile, per incontrare la loro piccola Pavithra. Due giorni dopo, per l'aggravarsi della pandemia in India, il ministro Speranza ha firmato un'ordinanza che impediva l'ingresso in Italia dei cittadini indiani. Come Anthony, che però vive in Italia da molti anni. Una situazione evidentemente paradossale, che si è risolta grazie a un permesso speciale

di Sara De Carli

Una Festa della Mamma che Monica non scorderà mai: perché è la prima che festeggia insieme alla piccola Pavithra e perché coincide con il giorno del rientro della loro famiglia da Calcutta, dove hanno adottato la bambina. Quella di Anthony e Monica è una delle cinque famiglie italiane che sono partite per l’India nella seconda metà di aprile per adottare un bambino e che, una volta lì, sono state sorprese dall’escalation dei contagi.

Proprio ieri, domenica 9 maggio, sono rientrati in Toscana con un volo sanitario speciale anche Simonetta Filippi ed Enzo Galli, insieme alla piccola Mariam: la donna, positiva al Covid e trasferita in un Covid-hotel con una polmonite bilaterale, aveva chiesto aiuto per riuscire a rientrare e curarsi in Italia, facendo partire una gara di solidarietà fra amici e conoscenti: i genitori ora sono entrambi ricoverati, mentre la piccola è in quarantena al Meyer di Firenze. Monica, Anthony e Pavithra stanno bene ma anche il loro viaggio ha avuto momenti di grande preoccupazione. Il 29 aprile, due giorni dopo la partenza della coppia dall’Italia per incontrare e portare a casa la loro figlia adottiva, il nostro Ministero della Salute ha infatti emesso un’ordinanza che vieta ai cittadini di alcuni Paesi esteri particolarmente colpiti dalla pandemia – fra cui l’India – di entrare nel nostro Paese. Anthony è cittadino indiano, anche se da molti anni risiede in Italia. La famiglia così, in una situazione sanitaria locale diventata drammatica, con un permesso di uscita dall’India, tutti i tamponi negativi e un volo di rientro già fissato, si è sentita dire che non avrebbe potuto fare ingresso in Italia. Almeno non tutti, non il papà.

«Separare la famiglia appena costituita era impensabile», racconta Francesca Cipolla di Ciai, l’ente italiano che ha seguito tutta la pratica adottiva ed è stata personalmente vicina alla coppia in questi giorni intensi. «Oltretutto non avevamo garanzie rispetto alla data in cui sarebbe potuto rientrare il papà». Il Ciai così si è attivato subito su più fronti «e subito è risultato subito evidente che tutto dipendesse dal Ministero della Salute. Fortunatamente i funzionari con cui siamo entrati in contatto hanno compreso la gravità e la peculiare incongruenza della norma», afferma Daniela Russo, responsabile adozioni di CIAI. «Il 6 maggio il Ministro ha firmato una speciale autorizzazione per la coppia che ha lasciato New Delhi la sera dell’8 maggio, dopo aver effettuato i controlli sanitari del caso ed essere risultata negativa ai tamponi. Ringraziamo veramente tutte le persone che hanno permesso che questa storia avesse un lieto fine, consentendo alla logica e al buon senso di prevalere sulla burocrazia».

Anthony, Monica e Pavithra sono atterrati ieri a Malpensa. Stanno bene e sono stati trasferiti, tutti insieme, in un hotel per la quarantena. Ovviamente non vedono l’ora di poter tornare a casa, ma sono felici: «Non avremmo potuto immaginare una Festa della Mamma migliore di questa. Oggi finalmente rientriamo in Italia con la nostra gioia più grande, nostra figlia. Ringraziamo chi ha reso tutto questo possibile: CIAI, l’Ente che ci ha seguiti in ogni momento, il Ministero della Salute, e tutti coloro che ci hanno supportato in questo straordinario viaggio della vita».


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