Politica & Istituzioni

Imprese sociali, appello a Giorgetti per il caos sulla qualifica di start up

Alcuni deputati hanno scritto al ministro dello Sviluppo Economico perché si superi la dicotomia introdotta dalla nota del 23 marzo (prot. 84932) che sancisce l'incompatibilità tra la qualifica di ETS e Siavs. «L’imposizione di questa scelta produce gravi effetti sull’impresa: reali, economici e finanziari. Le chiediamo un suo interessamento e intervento diretto e tempestivo»

di Redazione

A firmarla sono stati tredici parlamentari: Alessandro Fusacchia, Luca Carabetta, Andrea Cecconi, Rosalba De Giorgi, Lorenzo Fioramonti, Chiara Gribaudo, Antonio Lombardo, Mattia Mor, Rossella Muroni, Antonio Palmieri, Elisa Siragusa, Serse Soverini e Simona Suriano.

È la lettera appello (scaricabile in allegato) indirizzata a Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo Economico, per chiedere un intervento risolutore sull'impasse generata con l'introduzione dello stesso MISE dell'incompatibilità tra le qualifiche di Ente di Terzo Settore e Start up innovativa a vocazione sociale.

«Molte Camere di Commercio, a seguito della nota del MISE dello scorso 23 marzo (prot. 84932), si sono mosse per notificare “l'incompatibilità dell'iscrizione nella sezione speciale delle Start-up innovative con l'iscrizione nella sezione delle Imprese sociali”», si legge nella lettera.

«Questa notifica chiede sostanzialmente a chi oggi ha il doppio status – e quindi è Impresa sociale ETS senza fini di lucro secondo il decreto legislativo 117/2017 ed è quindi iscritta alla sezione delle Imprese Sociali del Registro Imprese e al tempo stesso nella Sezione speciale delle Start-up Innovative a vocazione sociale per requisiti oggettivi, in base al decreto 179/2012 – di rinunciare ad una delle due iscrizioni», continua l'appello, «Viene così imposto un aut-aut sulla base di un presunto conflitto tra le due iscrizioni nel Registro Imprese, perché una Siavs avrebbe "scopo lucrativo"… anche quando si tratta di imprese non-profit».

L’imposizione di questa scelta «produce gravi effetti sull’impresa: reali, economici e finanziari. Perché perdere la qualifica di Impresa sociale ETS (Ente del Terzo Settore) comporta l’estromissione dal mercato di riferimento (pubblico e privato), l’interruzione o l’inadempienza nelle attività e contratti in corso: in definitiva, l’impossibilità di svolgere l’attività economica», spiegano i parlamentari nella missiva, aggiungendo inoltre che «rinunciare all’iscrizione nella sezione Startup Innovative vuol dire perdere le facilitazioni specifiche: le garanzie speciali del Fondo PMI per l’accesso al credito, gli incentivi fiscali per attrarre investitori in una no-profit patrimonializzando l’impresa, giuslavoristici. Un danno alla accountability nei rapporti anzitutto con imprenditori privati e sociali, che compromette la capacità di operare dell’impresa e la sua strategia di sviluppo».

«L’aut-aut a cui si sta sottoponendo le imprese interessate non sta quindi chiedendo di fare una scelta, ma di fatto si sta traducendo in una imposizione che mette a rischio la continuità aziendale, il mantenimento e la crescita dei livelli occupazionali, il rispetto degli impegni e delle obbligazioni assunte con terzi. Troviamo francamente incomprensibile quello che sta succedendo», conclude la comunicazione appellandosi al ministro per «un suo interessamento e intervento diretto e tempestivo per evitare il paradosso che il MISE, invece di aiutare la nascita e sviluppo delle imprese, emani note che di fatto mettono a repentaglio l’attività di impresa e la sopravvivenza stessa di tante realtà imprenditoriali italiane. Dal momento che le Camere di Commercio hanno già notificato scadenze perentorie – già da questa settimana! – per effettuare la scelta, le chiediamo (a) di intervenire subito con una sospensione del procedimento nell’attesa di adeguati chiarimenti, al fine di bloccare gli effetti che si produrrebbero a danno delle imprese interessate; e (b) di valutare ogni opportuno intervento legislativo che risolva queste “contraddizioni”, semplifichi e valorizzi le nuove forme emergenti dell’imprenditorialità sociale».


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA