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Separati e in difficoltà, i 2 anni di “Una casa per i papà”

Coordinato dalla sede trevigiana del Csv provinciale, il progetto avviato nel 2019 offre accoglienza temporanea ma anche servizi personalizzati realizzati in rete dalle associazioni locali: dall’accompagnamento verso una corretta gestione delle finanze alla ricerca di una soluzione abitativa stabile

di Andrea Bacciolo

Non solo un posto dove stare e accogliere dignitosamente i propri figli ma soprattutto servizi personalizzati realizzati in rete dalle associazioni del territorio.
Compie due anni “Una Casa per i Papà”, il progetto coordinato dal CSV Belluno Treviso che dal 2019 offre accoglienza temporanea nel centro storico del capoluogo trevigiano ai padri separati o divorziati in stato di emergenza abitativa. Un’opportunità importante per chi, in seguito alla fine della relazione coniugale, si ritrova a vivere in povertà economica e relazionale: una condizione critica riscontrabile – secondo quanto riportato dal Csv – nel 10 per cento dei casi (dati Istat) di separazione con figli, ora sempre più diffusa e ulteriormente complicata dall’emergenza pandemica.

Dall’avvio di “Una Casa per i Papà” sono già quattro i genitori che hanno beneficato degli spazi e dei servizi offerti dal progetto, patrocinato dal Comune di Treviso e sostenuto da una rete di associazioni formata da “Dire Fare”, “Associazione Figli e Genitori Separati”, “Associazione San Cassiano”, “San Vincenzo – Consiglio centrale di Treviso” e “Comunità di Sant’Egidio”. Padri che, a un costo accessibile, hanno potuto usufruire di un’abitazione dignitosa e ambienti adeguati ad accogliere i figli, ma non solo.

Perché l’iniziativa, oltre a mettere a disposizione un’abitazione per un periodo iniziale di 9 mesi, prolungabile al massimo a 12 mensilità, comprende anche un ampio ventaglio di servizi personalizzati, dall’accompagnamento verso una corretta gestione delle finanze alla ricerca di una soluzione abitativa definitiva e, in caso di necessità, di un’occupazione lavorativa stabile.
«Il progetto, nato da una valutazione condivisa dei bisogni del territorio», sottolinea Alberto Franceschini, presidente Csv Belluno Treviso, «ha evidenziato l’emersione di marginalità, purtroppo, in costante aumento anche a causa dell’attuale congiuntura economica. Si tratta di un’iniziativa che fin dall’inizio ha messo in rete conoscenze, competenze e strumenti delle realtà associative con un’ottica che si è dimostrata vincente, anche di fronte alle difficoltà emerse nel quadro dell’emergenza pandemica».

Una compartecipazione, quella della rete associativa, che sotto la guida del Csv, ha saputo porre al centro le differenti esigenze degli ospiti e dei loro figli nell’ambito di un percorso verso l’autonomia, favorendo e supportando la responsabilità genitoriale nei confronti dei figli minorenni affidati alla figura materna o in regime di affido condiviso. Il tutto in un ambiente protetto, pensato per favorire il confronto interpersonale negli spazi comuni, dove si condividono i pasti ma anche le esperienze, i dubbi e i timori.

Relazioni, queste, che producono effetti sorprendenti, come riporta Francesca Franceschini del Csv Belluno Treviso: «Oltre ad apprezzare i diversi servizi offerti dalle associazioni, i papà ci raccontano dei grandi benefici del confronto paritario con gli altri ospiti e tra i rispettivi figli. Nella casa si vivono momenti di ascolto, empatia e solidarietà, si stringono nuove amicizie fondate sulle esperienze comuni. In questo senso – continua –, il progetto offre un’opportunità preziosa per chi si trova in uno stato di necessità, soprattutto in una fase delicata come quella che stiamo vivendo».
Chi desidera informazioni o intende richiedere il supporto offerto da “Una Casa per i Papà”, può scrivere una e-mail alla sede trevigiana del CSV Belluno Treviso (segreteria@trevisovolontariato.org).


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