Attivismo civico & Terzo settore

I ragazzi “difficili” puliscono il Tirreno dalla plastica

Gabriele Gaudenzi, presidente dell’associazione i Tetragonauti: «Back to life è un progetto che abbiamo pensato per sensibilizzare i ragazzi sul problema dei rifiuti di plastica in mare e farlo toccare loro con mano».

di Luca Cereda

Se gli Argonauti di Giasone della mitologia greca cercavano il vello d’oro solcando il Mediterraneo, i giovani “tetragonauti” danno la caccia alla plastica nel mar Tirreno. «É nato con questa finalità – all’interno del progetto A Scuola per Mare -, Back to life. Insieme a 15 ragazzi – alcuni ancora per mare, altri già rientrati sulla terra ferma – in situazioni di fragilità, marginalità e a volte con procedimenti penali in corso, sfruttiamo il mare e la navigazione come palestra di vita e come modalità pratica di educazione alla sostenibilità ambientale», spiega Gabriele Gaudenzi, presidente dell’associazione i Tetragonauti, che insieme a Costa Edutainment e Acquario di Genova ha avviato il progetto.

La lezione pratica della sostenibilità

«In anni di navigazioni nel Tirreno, il luogo dove prendono corpo a vele spiegate i nostri progetti educativi con i ragazzi, ci siamo resi conto della mole sempre maggiore di plastica che fluttuava sul mare», continua Gaudenzi. Davanti alla Toscana, in modo particolare, nel santuario dei cetacei, si assiste da anni a un accumulo enorme di plastica e microplastica, che hanno creato una vera e propria isola come nell’oceano Pacifico: «Pulire il mare dando ai ragazzi la possibilità di toccare con mano l’inquinamento, questo è l’assunto alla base di Back to life».

Questo è progetto dalle due facce, «e i ragazzi in mare in queste settimane li stanno toccando entrambi con mano», continua Gaudenzi. La prima faccia è quella operativa e concreta di far vedere e poi raccogliere la mole di plastiche che galleggia sul mare e lo inquina e intossica. Dall’altro lato, «la plastica viene recuperata e una tranche l’abbiamo già consegnata ad un’associazione di Civitavecchia che sostiene il nostro progetto e che recupera il materiale inquinante, re-immettendolo nell’economia in diverse forme di riciclo e riutilizzo».

Cecilia, Simone e Francesco: «Ecco il nostro Back to life»

“Vorrei riscoprirmi capace di credere in me stesso”. “Vorrei la libertà di cui sento la mancanza”. Sono alcuni dei pensieri dei ragazzi che hanno iniziato l’esperienza dei 100 giorni di navigazione previsti dal progetto. I ragazzi a bordo sono seguiti dai servizi sociali del territorio di provenienza nelle regioni Campania, Sicilia, Lazio, Sardegna e Lombardia: li accomuna un disagio sociale che la pandemia ha solo acuito, ma che già era presente prima nel nostro Paese.

Ma cosa succede quando i ragazzi salgono a bordo: «Sulla barca cambiano un po’ di cose, inizia la fatica che deriva dallo stare in gruppo, una cosa a cui non ero abituato perché prima ero sempre chiuso in camera», racconta Simone. Questa avvenuta invece Francesco l’ha vissuta come una possibilità, oltre i soliti orizzonti della vita di tutti i giorni: «Questo progetto mi ha fatto scoprire un nuovo mondo, spero di diventare uno skipper, pensavo di fare 50 giorni di vacanza in mare ma in realtà è stato un percorso pieno di cose nuove scoperte, come l’inquinamento del mare».

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È un bilancio sull’esperienza ma anche sulla lezione che il mare insegna, quella di Cecilia: «Mi sento cresciuta come persona, ho fatto passi da gigante, ho imparato a guardare la vita con occhi più belli. Qui ognuno aveva la sua storia: impari ad apprezzare quella degli altri, è stato bello e divertente, anche se all'inizio ci si capiva poco, perché ognuno con il suo dialetto, e perché in mare ci sono tante regole che vanno capite e rispettate». Anche perché lasciare il mare un po’ migliore – e più pulito – di come l’hanno trovato è una «bella fatica», chiosa Gabriele “timoniere e capitano” di queste spedizioni dei Tetragonauti.

Back to life riporta a terra la plastica per recitarla

Sentiti i protagonisti, lo strumento preferenziale ed essenziale al progetto è l’imbarcazione: una barca a vela Lady Lauren, un ketch di 22 metri a due alberi, modello Scorpio 72, a bordo del quale si sperimentano differenti attività, esperienze didattiche, formative e relazionali. È a bordo che il progetto – finanziato dall’Impresa Sociale Con I Bambini – prende forma: «Durante la navigazione li aiutiamo nel loro percorso di crescita, nell’acquisizione e nel consolidamento di competenze utili a un reinserimento in ambito sociale scolastico guidandoli in percorsi di formazione professionalizzanti. Abbiamo infatti portato avanti dei veri e propri corsi con biologi marini, esperti di economia circolare e di sostenibilità: l’obiettivo di Back to life è infatti far si che questi ragazzi vadano oltre la contingenza del raccogliere la plastica in mare, e riportino a terra gli insegnamenti e la lezione di uno stile di vita sostenibile», spiega il presidente de I Tetragonauti.

Il lavoro fatto in mare diventa la cartina tornasole – molto tangibile – di quanto si possa fare prevenendo il ricorso alla plastica usa e getta. Che, ad esempio, «ha portato l’intero nostro progetto e associazione – evidenzia Gaudenzi – in mare come a terra, ad eliminare la plastica. E esperiamo che lo facciano dalle loro vite anche i ragazzi». Laddove era impossi bile togliere questo materiale si è ricorsi alla bio-plastica che è totalmente compostabile.

Quando la tutela dell’ambiente è una palestra che educa i ragazzi alla vita

«Back to life è finalizzato al contrasto della povertà educativa, abbiamo scelto di puntare sulla “didattica concreta”, facendo toccare loro, con le loro stesse mani, i problemi che affliggono il mare e la natura, la nostra casa comune. In questo modo diamo loro gli strumenti per capire cosa succede al nostro pianeta ma anche dei temi a cui appassionarsi, studiando e facendo concretamente cose utili: come eliminare la plastica dal mar Tirreno e capire perché questo inquinante è arrivato fin lì», conclude Gabriele Gaudenzi. La formazione infatti è un vero e proprio elemento di emancipazione che fa compiere – affiancati e poi in autonomia – ai ragazzi, ai novelli Tetragonauti, scelte per la loro vita. Scelte sostenibili e di rispetto della nostra Casa Comune, del pianeta.


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