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Arianna scrive, Malala risponde: insieme all’esame di terza media

Una quattordicenne, colpita dalla biografia di Malala, prepara un elaborato sui diritti delle donne per il suo imminente esame di terza media. Prende il coraggio a due mani e scrive al Premio Nobel per la Pace. L’altro giorno, il postino ha portato un pacco...

di Sara De Carli

«Dear Arianna, your support means a lot to me. Continue your education with this passion and energy. Wish all the best with your dissertation and all your future goals. Best whishes, Malala».

Nei prossimi giorni, sedendosi davanti ai prof per esporre il suo elaborato per l’esame di terza media, Arianna dentro avrà una forza in più. La consapevolezza che non si è mai troppo piccoli per tentare qualcosa di grande, nemmeno quando questo qualcosa pare impossibile. Malala Yousafzai, il Premio Nobel per la Pace nel 2014, quella che Arianna considera un modello e un punto di riferimento come donna, le ha inviato un messaggio, scritto apposta per lei. Non un trofeo da esibire, ma una nuova consapevolezza di sé, un mattone importante per costruire la propria identità e anche il proprio futuro.

La storia, quasi una fiaba, è questa: Arianna è una ragazzina di 14 anni, frequenta la terza media in un paese dell’hinterland milanese. L’anno scorso, fra i libri consigliati dalla prof di italiano, c’era Storia di Malala, la biografia della giovanissima pakistana che, poco più che bambina, ha lottato con il coraggio delle parole e dell'istruzione. Arianna, racconta il papà, se ne appassiona. Quest’anno il percorso continua: in classe si parla dei diritti delle donne e Arianna decide di dedicare a quello il suo elaborato. Parlerà della Monaca di Monza, di Frida Kahlo, racconterà che fino alla sesta settimana di gestazione lo sviluppo fetale è indifferenziato… «Mentre ci lavorava, le ho chiesto quale fosse il suo punto di riferimento, come donna: mi ha risposto “Malala”», dice il papà. «Perché non le scriviamo? I gradi che ci separano gli uni dagli altri secondo Stanley Milgram sono solo 6».

Arianna si definisce timida, ma sostenuta dalla sua famiglia prende il coraggio a due mani e scrive una lettera a Malala, ponendole tre domande sulla sua battaglia. «I love your perseverance in fighting for a thing very important for you», scrive. Spera di poter avere una mail di risposta o un breve video. Nella lettera ci mette tutta la sua semplicità di quattordicenne, le sue speranze e paure, la timidezza ma anche il desiderio di provare a cambiare le cose. Il coraggio di rischiare.

«Un Premio Nobel per la Pace risponderà mai alle domande della ragazzina? Qualcuno ha detto che i fallimenti, quelli veri, sono solo le occasioni che non si sono mai giocate. E allora, supportando quel timido coraggio che è nascosto in fondo al cuore, sfidando i gradi di separazione, la ragazzina prende carta e penna e scrive. Scrive di sé, della sua ammirazione per quelle idee, per quel coraggio e per quella battaglia. La fatica è grande, perché a quell’età, “per un’aquila che si crede un pollo”, volare in alto è quasi impossibile anche solo da pensare», racconta il papà.

Come in ogni favola, ci sono due “aiutanti buoni” in questa storia: Paolo Ferrara e Viviana Mazza, la giornalista che ha intervistato Malala e che ha scritto il libro grazie a cui Arianna ne ha scoperto la vicenda. Un contatto dopo l’altro, in un passaparola di simpatia per Arianna e il suo sogno, la lettera pian piano esce dal porto e di mano in mano arriva a destinazione. Una mattina di giugno a casa di Arianna arriva un pacco, che viene scartato con incredulità. Malala ha inviato ad Arianna un nuovo libro, con una dedica. «Sono parole di ringraziamento, di incoraggiamento e, soprattutto, di riconoscimento. La conferma che il coraggio vale la pena di essere speso, come la libertà di poter lasciare andare sé stessi verso i propri sogni. “One child, one teacher, one book and one pen, can change the world”: grazie a Malala Yousafzai e alla sua coerenza di continuare a credere nella propria battaglia e di condividerla con chiunque, anche con una timida ma coraggiosa ragazzina di 14 anni».

Foto di copertina di Piergiorgio Pescali/Ag.Sintesi


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