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Forum, il Ddl Rufa stravolgerebbe la funzione del 5 per mille

La nuova norma, approvata in prima lettura al Senato «non rispetta le finalità delle donazioni destinate a organizzazioni e non a singoli cittadini» commenta la portavoce Claudia Fiaschi. «Sarebbe stravolta la funzione voluta dal legislatore confondendo la meritorietà di una causa e la finalità della fiscalità generale»

di Redazione

Il ddl Rufa per finanziare con le risorse del 5 per mille un fondo assistenza per il personale in servizio delle Forze dell'Ordine e sostenere i congiunti dei deceduti per causa di servizio o in servizio, «non rispetta le finalità volute dal Legislatore per il 5 per mille, pensato per sostenere le organizzazioni che perseguono attività di interesse generale e cioè rivolte all’insieme della collettività e non a beneficio di singoli cittadini, per quanto meritevoli». A dichiararlo Claudia Fiaschi, portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore, commentando l'approvazione in prima lettura del provvedimento da parte dell'Aula del Senato, e chiedendo un ripensamento sulla questione.
La nuova norma in discussione, secondo il Forum, andrebbe a stravolgere la funzione del 5 per mille, confondendo la meritorietà di una causa e la finalità della fiscalità generale.

«Le valutazioni su questa iniziativa di legge non c’entrano nulla con il giudizio nei confronti della Polizia, dei Carabinieri, dei Vigili del Fuoco e della Polizia Penitenziaria, che svolgono un grandissimo lavoro», precisa Fiaschi. «Ma il 5 per mille è uno strumento improprio ed inadeguato per questo scopo. Con questo criterio sarebbero numerosissime le categorie di cittadini meritevoli: perché non sostenere i congiunti dei medici, degli infermieri e dei volontari morti nel loro impegno contro il Covid-19, oppure i congiunti dei morti sul lavoro? L’elenco potrebbe essere lunghissimo. Ma la previdenza e l’assistenza sociale sono finanziate dalla fiscalità generale e non dalla disponibilità dei singoli contribuenti. Le già insufficienti risorse del 5 per mille a poco servirebbero se fossero ulteriormente frammentate: sarebbero modeste per le famiglie delle forze dell’ordine ma vitali per tanti progetti sociali spesso sostenuti unicamente dalle campagne di donazione».

La portavoce conclude: «Una possibilità per sostenere la causa dei familiari di personale deceduto in servizio vi è già: basta costituire un’associazione che svolga questa attività, iscriversi al registro del 5 per mille ed ottenere il sostegno dei contribuenti. D’altronde sono già diverse decine le associazioni di volontariato già iscritte che operano a sostegno degli appartenenti alle Forze dell’Ordine e delle rispettive famiglie».

In apertura Foto di Fabio Cimaglia/Sintesi


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