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Nel 2020 del Covid c’è stata una “deumanizzazione per invisibilità” delle persone con disabilità

Dura presa di posizione dell'Assemblea delle associazioni aderenti a Anffas. Speziale: «Le cose devono cambiare e ciò deve avvenire rapidamente. Nessuno di noi è più disponibile ad attendere oltre o ad accettare il mantenimento dello status quo»

di Redazione

Si è svolta l’11 e 12 giugno l’Assemblea Nazionale delle Associazioni Socie Anffas 2021, durante la quale è stata presentata la bozza del Codice di Qualità e Autocontrollo di Anffas, punto di avvio del percorso per l’adozione. La relazione del presidente Roberto Speziale ha ovviamente richiamato quanto è avvenuto in questo ultimo anno e mezzo a causa della pandemia: per le persone con disabilità, i loro familiari e operatori il bilancio, anche in termini di perdite di vite umane è stato pesantissimo, anche all’interno di Anffas. Come pesantissime appaiono, in prospettiva, le conseguenze sull’equilibrio psicofisico delle persone con disabilità. Forti sono anche le preoccupazioni per la tenuta dei servizi.

L’assemblea di Anffas ha sottolineato come non si possa consentire “al sistema” di tornare a ciò che c’era “prima”, ma sia necessario diversamente trovare una “nuova normalità” dove si abbandoni definitivamente un sistema di welfare basato sulla “protezione delle persone”, inefficace, per passare ad un sistema che sia realmente in grado di “includere le persone”, riconoscendo loro i fondamentali diritti umani, civili e sociali ed assicurando, all’interno di un progetto di vita individuale e personalizzato i giusti e necessari sostegni per perseguire la migliore qualità di vita possibile. Durante la due giorni di assemblea è stato presentato un documento redatto dal Comitato Sammarinese di Bioetica, che esprime una forte denuncia verso quanto accaduto durante la pandemia: vi è stata una «deumanizzazione delle persone con disabilità, specie quelle con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo», ha sottolineato il presidente Speziale. All’inizio del contagio da coronavirus, si legge nel documento, «l’invisibilità, [che] ha investito e travolto i diritti di persone con disabilità e familiari, ignorati dai sistemi di emergenza… La “deumanizzazione per invisibilità” appena descritta si realizza, quindi, attraverso il silenzio, la disattenzione, la noncuranza, il ricorso al dato statistico che annulla la pregnanza dell’identità personale e sociale».

Particolare emozione ha suscitato nei partecipanti l’intervento di Egle Barghini Folgori, presidente Anffas Tigullio Est, che raccontando la sua esperienza di mamma che ha perso il proprio figlio con disabilità a causa del Covid. Il Direttore Generale di Anffas Nazionale, Emanuela Bertini, ha riepilogato quanto Anffas ha saputo e voluto mettere in campo in tale drammatico contesto e di come si sia tutti tentato, in tutti i modi, di non lasciare solo o indietro nessuno. I lavori assembleari sono stati, quindi, fortemente connotati da due grandi temi: l’analisi di quanto accaduto nel periodo pandemico unitamente all’individuazione delle strategie ed iniziative per un futuro migliore, facendo tesoro delle esperienze vissute, nonché la proiezione di Anffas, quale soggetto attivo e propositivo, all’interno del nuovo Terzo Settore alla luce delle novità introdotte dalla Riforma e della connotazione di Anffas quale Rete Associativa.

Claudia Fiaschi, Portavoce nazionale del Forum Terzo Settore (cui Anffas aderisce) ha illustrato le finalità delle Linee Guida per la stesura del Codice di Qualità e Autocontrollo, «uno strumento che consente di costruire dei nuovi criteri e capire quali sono i processi di miglioramento per il Terzo Settore e le associazioni che ne fanno parte. È uno strumento che consentirà di ridefinire gli elementi specifici dell'ente, di dialogare e di aggiornare costantemente una cultura esplicita e condivisa della propria identità valoriale». L’impianto del CQA – ha spiegato Michele Imperiali, presidente del Comitato Tecnico Scientifico di Anffas Nazionale, «ha visto interagire sia la parte tecnica che la parte politica di Anffas e vedrà, nei prossimi mesi, un intenso lavoro di condivisione che si prefigge di coinvolgere l’intera compagine sociale e tutti coloro che, a vario titolo, interagiscono con Anffas». Al Codice farà fatto poi seguire “Il Manuale” che, invece, rappresenterà la raccolta delle istruzioni d’uso, delle opportunità strumentali, professionali e organizzative e degli approfondimenti dei temi affrontati nel CQA e che andrà disciplinare in particolare i livelli minimi di qualità dei servizi e dei modelli organizzativi e gestionali per il corretto utilizzo del marchio Anffas da parte degli aderenti in coerenza agli ancoraggi etici e valoriali contenuti nel CQA nonché da quanto discende dall’essere soggetto riconosciuto nel contesto del nuovo Terzo Settore.

Nel corso dell’assemblea è stato dato un aggiornamento sul progetto “Anffas Giovani nel Terzo Settore”, con il referente Alessandro Parisi – Presidente Cooperativa Sociale Icaro a marchio Anffas e Consigliere Anffas Salerno: diversi gruppi di giovani, con e senza disabilità, si sono già costituiti presso numerose realtà associative Anffas del territorio e stanno crescendo rapidamente. Il presidente Speziale ha invitato tutte le strutture associative a guardare a questo progetto con interesse e simpatia, agevolandone lo sviluppo e supportandone le iniziative anche al fine di traguardare la crescita di nuovi gruppi dirigenti, di professionisti ed operatori che possano proprio provenire da giovani adeguatamente formati e motivati anche attraverso il progetto “Anffas Giovani nel Terzo Settore”.

«Abbiamo vissuto e stiamo vivendo un periodo terribile, e non solo a causa della pandemia», ha dichiarato il Presidente Speziale: «Le cose devono cambiare e ciò deve avvenire rapidamente. Nessuno di noi è più disponibile ad attendere oltre o ad accettare il mantenimento dello “status quo”. Se i nostri appelli, le nostre richieste, le nostre proposte non verranno prese in seria considerazione, a partire dalla corretta puntuale e tempestiva attuazione di quanto previsto nel PNRR, siamo pronti alla mobilitazione ma anche a ricorrere alle aule di giustizia sia a livello nazionale che in sede Europea». Allo stesso tempo tuttavia, «tutto questo ci impone di operare ancor più convintamente e ad ogni livello, per realizzare quell’atteso cambiamento culturale senza il quale i diritti delle nostre persone e delle nostre famiglie continueranno ad essere calpestati e negati e le nostre vite continueranno a essere dense di difficoltà e di deprivazioni. Si tratta di avviare un nuovo percorso che ci riguarda tutti molto da vicino, un percorso difficile ma esaltante, al quale Anffas intende contribuire, come è stato da sempre, da protagonista».

Photo by julian mora on Unsplash