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5 per mille: le nuove sfide tra impatto e storytelling

Destinare il 5 per mille mai come in questa stagione significa dare un contributo concreto alla società e alla sua coesione sociale. Nell'anno della pandemia il 5 per mille ha sostenuto tante realtà nel loro quotidiano sforzo ad aiutare il Paese ad andare avanti: un racconto tutto da valorizzare. Appuntamento per venerdì 2 luglio, ore 17, in diretta sulla pagina Facebook di Vita

di Stefano Arduini

Un grande racconto dell’impatto generato da queste risorse nell’anno dell’emergenza sanitaria, che hanno permesso al Terzo settore di rispondere a vecchi e nuovi bisogni e reso più forti le nostre comunità: questo è il passo in più da fare, per coinvolgere sempre più persone nella costruzione del cambiamento. Anche una firma genera impatto, anche una firma cambia in meglio la vita di tante persone: è la firma per il 5 per mille. Dopo lo "Speciale 5 per mille" realizzato da Vita, continuiamo il racconto il prossimo 2 luglio in un web talk: vi presenteremo cosa è stato fatto grazie al 5 per mille nel 2020 a sostegno di tante fragilità e faremo il punto sulle ultime novità e le nuove sfide. Appuntamento alle 17 sulla pagina Facebook e sul canale YouTube di Vita, con tanti ospiti. Di seguito, l'editoriale del direttore Stefano Arduini allo "Speciale 5 per mille" allegato a questo numero di VITA e distribuito con lo scorso 4 giugno con Corriere della Sera e Sette.


Ci lasciamo alle spalle oltre un anno che ha stravolto le vite di tutti, nel quale i soggetti sociali hanno costituito un argine formidabile per la tenuta del Paese. Lo hanno fatto, e stanno continuando a farlo, con grande fatica e massimo impegno su mille fronti.

Tornano alla mente le parole che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha pronunciato il 5 dicembre scorso, giornata internazionale del volontariato: «Desidero esprimere sincera gratitudine al mondo del volontariato e a quello del Terzo settore, per il sostegno che sta assicurando alla comunità particolarmente colpita dalla pandemia. In questi mesi, i volontari hanno svolto con dedizione e altruismo un ruolo fondamentale, dedicando spontaneamente il loro tempo alle persone in difficoltà…». E ancora: «La pandemia ha evidenziato fragilità sociali ed economiche. Le misure per cercare di rallentare la diffusione della pandemia hanno cambiato il modo in cui viviamo, ma le attività dei volontari e delle volontarie non si sono fermate portando, con coraggio e abnegazione, conforto fattivo alle categorie più vulnerabili. Il volontariato nel nostro Paese ha radici lontane, è un importante volano di solidarietà ed è stato artefice, lavorando in sinergia con i territori, di un profondo cambiamento sociale che ha migliorato la qualità della vita della collettività». Ha poi concluso Mattarella: «Facilitare la partecipazione dei nostri giovani in questo settore concorre alla formazione di cittadini responsabili in grado di affrontare sfide locali e globali, contribuendo attraverso l’inclusione alla creazione di una società sempre più equa e priva di pregiudizi, in cui si rafforzano i valori di generosità e di altruismo».


Lo shock del Coronavirus ci ha infatti costretto a fare i conti con una consapevolezza nuova e diversa: la tenuta di un territorio viene determinata prima dalla resistenza del suo tessuto sociale e solo dopo dalle performance economiche. In altre parole la resilienza di una comunità dipende dagli investimenti che quella stessa comunità ha fatto sul bene comune e sulla crescita della partecipazione civica di cui gli enti del Terzo settore costituiscono un veicolo prezioso e necessario. In questo senso il 5 per mille rappresenta uno strumento straordinario per sostenere i soggetti sociali e alimentare la coesione del Paese. Una consapevolezza va condivisa con tutti cittadini: destinare il 5 per mille (una scelta, ribadiamolo, che non comporta alcun costo economico) mai come in questa stagione significa dare un contributo concreto al nostro Paese. Ad oggi, malgrado l’innegabile successo di questa prima e unica misura di sussidiarietà fiscale ammessa nel nostro sistema tributario (in 14 anni di storia gli italiani attraverso il 5 per mille hanno indirizzato oltre 6 miliardi di euro a supporto dell’impegno sociale degli enti beneficiari) c’è ancora un grande spazio di crescita, considerato che poco più di quattro contribuenti su dieci aderiscono alla misura nella dichiarazione dei redditi. Sarebbe quanto mai opportuna una campagna di comunicazione istituzionale, che coinvolgesse anche la Rai, a favore della diffusione del 5 per mille.
Questi sono i mesi in cui entra in vigore il nuovo Registro unico nazionale del Terzo settore (Runts) che impone agli enti una maggiore trasparenza e capacità divulgativa nel racconto dei risultati generati con le risorse del 5 per mille (come ben spiega nel suo intervento il tributarista Gabriele Sepio). Abbiamo titolato questo inserto “Un 5 per mille tutto da raccontare”. In queste pagine lo facciamo partendo dal racconto dell’impatto che il 5 per mille ha avuto e avrà sulle nostre comunità ferite dalla crisi pandemica ed economica e segnalando ai lettori i progetti di 21 organizzazioni che ben conosciamo che illustrano cosa faranno grazie al 5 per mille che gli vorrete destinare.


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