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Sostenibilità sociale e ambientale

SFERA Agricola, la navicella spaziale dove crescono pomodori e lattughe

SFERA Agricola è la più grande serra tecnologica idroponica in Italia (13 ettari) per la coltivazione sostenibile di pomodori, lattughe e erbe aromatiche. La struttura, che somiglia ad una navicella spaziale, si trova in provincia di Grosseto. È una delle esperienze di impact finance che trovate sul numero del magazine di giugno.

di Sabina Pignataro

SFERA Agricola è la più grande serra tecnologica idroponica in Italia (13 ettari a corpo unico) per la coltivazione sostenibile di pomodori, lattughe e erbe aromatiche, che ha come obiettivo non solo quello di risparmiare risorse ambientali scarse, quali acqua e terreno, ma anche di contrastare il caporalato.

Il progetto è nato a Gavorrano, in provincia di Grosseto, nel 2016 dal sogno pionieristico di Luigi Galimberti, un dream-catcher, un cacciatore di sogni, con metodo: «A far decollare SFERA – racconta- non è stata solo la buona idea alla base, cioè produrre di più usando meno risorse, per combattere cambiamenti climatici e sovrappopolamento, ma anche la capacità che abbiamo avuto di attrarre investitori all’inizio, nell’ early stage». Primo tra tutti Oltre Venture il primo fondo di impact investing italiano, specializzato in startup e aziende nei settori della salute, dell’istruzione, dell’ambiente. «L’investimento di Oltre Venture è un investimento di Venture Capital, quindi a pieno rischio. I 150 mila euro ci sono serviti per partire, costituire il team (tra cui tre “cervelli in fuga” che abbiamo fatto rientrate dal sud America), stringere accordi con il Comune e con le aziende agricole». Nel secondo round sono entrati, poi, altri investitori tradizionali, per circa 20 milioni.

Dalla sua nascita, Sfera ha costante raddoppiato il fatturato: dai 4 milioni di euro nel 2018, primo anno di attività, dopo la costruzione della serra; agli 8 milioni del 2019; 10,5 milioni nel 2020, fino ad arrivare alle proiezioni di 15 milioni di euro previsti per il 2021.

Caratteristica della serra è il fatto che grazie alla sua tecnologia riesca a sfruttare ogni singola goccia d’acqua e ricreare le condizioni climatiche ideali, indipendentemente dalle condizioni meteorologiche esterne. «Noi consumiamo 2 litri di acqua per 1 kg di pomodori e di insalata contro i 75 del campo aperto. In pratica consumiamo il 90% in meno rispetto alla tradizionale coltivazione su suolo», chiarisce il CEO. Tradotto in cifre significa che SFERA «in 3 anni ha risparmiato 4 milioni di ettolitri d’acqua per la coltivazione di pomodori e 2 milioni di ettolitri per quella dell’insalata» . All’interno della struttura, che somiglia ad una navicella spaziale, si utilizzano quasi esclusivamente mezzi di lotta biologica, come gli insetti utili e molecole di origine naturale.

Non trascurabile anche l’impatto sull’occupazione: «oggi in Sfera lavorano 260 dipendenti con contratti professionali regolari, contro il caporalato, e tutti abitano a non più di 35 km dalla serra», chiarisce Galimberti. «Questa vicinanza ci ha permesso di non interrompere l’attività nemmeno durante il primo lockdown del 2020».

Complessivamente, infine, SFERA Agricola soddisfa ben 12 Sustainable Development Goals (Obiettivi di sviluppo sostenibile) sui 17 definiti dall'Organizzazione delle Nazioni Unite come strategia "per ottenere un futuro migliore e più sostenibile per tutti".

In apertura, foto ufficio stampa SFERA Agricola


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