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Turismo in bici, è boom. Appassionati raddoppiati

A dirlo è la rete nazionale delle ciclabili mappata da FIAB che ha visto le ricerche online di informazioni sulle ciclovie e i percorsi ciclabili crescere del'84 per cento negli ultimi due anni. «Le visualizzazioni sono passate da poco meno di 1,5 milioni a quasi 2,5 milioni nell’aprile 2021», sottolinea Antonio Dalla Venezia responsabile di BicItalia

di Luca Cereda

Il primo pensiero, quando si vuole fare un’escursione in bicicletta o programmare una vacanza su due ruote, è la scelta dell’itinerario: una selezione che deve soddisfare gli interessi individuali ed essere alla portata delle proprie capacità fisiche, di quelle del proprio gruppo o di quelle di tutta la famiglia. Una scelta, quella di ricorrere alla bicicletta come mezzo si spostamento per le proprie vacanze, sostenibile. Ma che gli italiani hanno iniziato a compiere prima del bonus-bicicletta e della pandemia da coronavirus. Infatti secondo l’analisi di FIAB, la Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, le ricerche online di informazioni sulle ciclovie e sui percorsi ciclabili sono aumentate del +84% già negli ultimi due anni.


«Le visualizzazioni degli itinerari ciclabili sono passati da poco meno di 1,5 milioni a quasi 2,5 milioni nell’aprile 2021. Questo significa che la media annuale dei click è raddoppiata: da quasi 300.000 all’anno tra il 2014 e il 2019 alle 629.000 visualizzazioni all’anno negli ultimi due anni», sottolinea Antonio Dalla Venezia responsabile di BicItalia per FIAB, un progetto che mette in rete le ciclabili.

Il ciclo-turismo “lento” fa bene ai polmoni, all’ambiente e all’economia dell’Italia minore

«Un incremento così significativo delle ricerche online sui percorsi ciclabili nel nostro Paese conferma come la bicicletta stia diventando ormai la vera alleata per il tempo libero e per le vacanze e come il cicloturismo sia la formula ideale, anche in questo periodo, per viaggiare in totale sicurezza e per andare alla scoperta dei territori in modalità slow – dice Antonio Dalla Venezia responsabile di BicItalia.

La crescita dell’interesse degli italiani per il turismo leggero e sostenibile in bicicletta è precedente alla pandemia. L’avvento del virus però ha permesso a più italiani di acquistare una bici, grazie al bonus stanziato dal governo Conte-bis. E molte amministrazione di città grandi ma anche piccole hanno lavorato per migliorare i collegamenti pedalabili tra centro, periferia e il territorio circostante.

«Stimolare il turismo della bicicletta significa sia portare migliaia se non milioni di persone a viaggiare con “zero inquinamento”, ma significa anche stimolare quelle aree considerate di provincia o di un’Italia minore che sono scrigni di tesori paesaggistici e culturali che la lentezza del turismo in bici consente di raggiungere e visitare», chiosa Dalla Venezia.

Esiste un Maps delle ciclabili italiane?

Il mappare il “tessuto nervoso” delle due ruote, ovvero le ciclabili che da nord a sud, e da essa a ovest e ritorno, collegano il Belpaese, è nato il progetto BicItalia, «che non è solo un utile strumento per i ciclo-viaggiatori ma rappresenta, oggi, un’importante vetrina per le amministrazioni che credono nelle virtuose politiche bike-friendly e che guardano con ottimismo alla ricaduta economica sui territori generata dagli investimenti in infrastrutture per la mobilità ciclistica. Si tratta di cogliere ogni opportunità e di sapere accedere ai diversi finanziamenti previsti, ad esempio, nel PNRR», spiega il responsabile di BicItalia.


Ma di quanti chilometri parliamo? «Con BicItalia è possibile scaricare gratuitamente, quindi alla portata del cellulare di chiunque, le tracce GPS degli itinerari ciclabili nazionali: si tratta, in totale, di quasi 20mila km di tracce GPS inerenti percorsi selezionati, mappati, provati e testati dai volontari di FIAB-Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, quindi sicuri, segnalati e accessibile a tutti coloro dotati di un bici».

Quali sono le ciclovie più cercate sul web

Chi vuole fare un’esperienza di cicloturismo in Italia dove si dirige e quali sono gli itinerari più gettonati? A rispondere è lo studio di FIAB che mette a confronto i dati riferiti alle ricerche effettuate sul sito BicItalia nell’ultimo biennio – da febbraio 2019 ad aprile 2021, incluso un anno di pandemia – con i numeri delle visualizzazioni registrate tra il 2014, data di nascita del sito, e inizio 2019, i quali hanno portato ad elaborare due classifiche: una per i “grandi itinerari” e una riferita alle piste ciclabili di qualità a carattere regionale e locale.

Nella top ten dei “grandi itinerari”, al primo posto c’è la ciclovia del sole che va da San Candido (BZ) a Palermo, con un totale di 163.000 visualizzazioni (+ 82% dal 2019 al 2021); seguita dalla ciclovia del Po, nota anche come VenTo, da Venezia a Torino lungo il fiume, con quasi 129.000 visualizzazioni; e dalla ciclovia Adriatica (da Trieste a Santa Maria di Leuca) terza classificata con oltre 104.000 visualizzazioni.

Per la categoria “piste ciclabili di qualità e percorsi regionali”, la più ricercata sul sito Bicitalia.org è la Spoleto-Asssisi che ha raggiunto quasi 81.000 visualizzazioni con un incremento dell’81% nell’ultimo biennio, seguita al secondo posto dalla ciclabile Destra Po, una ciclovia di 125 km nelle terre estensi molto amata anche dagli stranieri; mentre il terzo posto, con quasi 67.000 click totali è per la pista ciclabile della Val Bremabana in provincia di Bergamo, ricavata sul percorso di una ex ferrovia dismessa.

Da rotaie a piste ciclabili per le due ruote

Sono proprio le ferrovie dismesse, un “patrimonio parzialmente inutilizzato” di migliaia di chilometri, fuori dal traffico delle autovetture e organizzato in modo da collegare paesi e città, ad essere l’ideale per la conversione in piste ciclabili. Questi tratti rappresentano in Italia un patrimonio di oltre 5mila km. Il loro recupero è un tema da sempre caro a FIAB-Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta che, già nel 2010, aveva realizzato una prima indagine dal titolo “Dalle rotaie alle bici” con l’obiettivo di stimolare la riconversione delle ferrovie dismesse in percorsi dedicati al turismo lento.

A 10 anni di distanza una nuova ricerca di FIAB, coordinata dallo stesso Antonio Dalla Venezia restituisce una fotografia incoraggiante: «Abbiamo riscontrato un +60% di chilometri di ferrovie dismesse oggi recuperati e trasformati in ciclabili, passando dai precedenti 640 agli oltre 1.000 km. Un dato che conferma un interesse sempre maggiore da parte dei nostri amministratori verso una tematica che, fino a dieci anni fa, era sostanzialmente ignorata, a parte qualche eccezione».

Il valore di pedalare nella memoria della storia del Paese

Recuperare una ferrovia dismessa ha infatti un duplice significato, di fatto, tiene viva la memoria e la storia di una infrastruttura pre-esistente, dando nuova dignità a un lavoro realizzato magari oltre settant’anni fa. «I progetti di riqualificazione includono sempre il recupero di vere e proprie opere d’arte, come gallerie, ponti, viadotti, caselli e stazioni, che sono un importante patrimonio culturale e architettonico del nostro Paese», chiosa Dalla Venezia.

Inoltre, indipendentemente dalla nuova destinazione d’uso, riqualificare un tratto di ferrovia consente di evitare il consumo di suolo pubblico vergine: si tratta dunque di interventi nel rispetto dell’ambiente e con un impatto minimo sul territorio.

Secondo l’ultima ricerca le tratte di ferrovie dismesse riconvertite in ciclovie sono passate da 42 nel 2010 a 57, coinvolgendo tutte le Regioni tranne la Valle d’Aosta e il Molise che, però, hanno solo pochi tratti dismessi e per giunta soltanto di recente.

Le regioni più virtuose, ovvero che hanno in assoluto più tratti ferroviari recuperati e convertiti in percorsi ciclabili, sono il Veneto con 165,5 km (tra cui la tratta Treviso-Colzé di 54 km lungo la ciclovia Treviso-Ostiglia e la tratta di 42 km Calalzo-Cimabanche lungo la Calalzo-Cortina-Dobbiaco), seguito dalla Emilia Romagna con 132,2 km e dalla Lombardia con 121,3.


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