Welfare & Lavoro

In Ghana ripartono le adozioni internazionali

AiBi è l'unico ente per l’Italia autorizzato a operare: già aperta la lista d’attesa. Il Ghana aveva proclamato una moratoria di tutte le procedure di adozione, sia nazionali sia internazionali nel 2013

di Redazione

Dopo ben otto anni di moratoria, il Ghana riapre le adozioni internazionali. Lo fa dopo aver ratificato la Convenzione dell’Aja, con alcuni enti autorizzati ad operare. L’unico ente autorizzato per l’Italia è Ai.Bi. che ha ottenuto dall’Autorità Centrale locale per le Adozioni – il Ministero di Genere, dell’Infanzia e della Protezione Sociale – l’autorizzazione per gestire procedure di adozione internazionale in Ghana.

La Commissione per le Adozioni Internazionali aveva autorizzato Amici dei Bambini ad operare in Ghana nel 2011 e nel 2013 l’Ente aveva portato a termine l’adozione del primo minore. Lo stesso anno però le autorità locali avevano proclamato una moratoria di tutte le procedure di adozione, sia nazionali sia internazionali. Negli ultimi anni il Ghana ha avviato un percorso importante per rafforzare il proprio sistema di protezione dei minori e fare in modo che la salvaguardia dei diritti di bambine e bambini in loco venisse sempre garantita: a settembre 2016 il Paese ha ratificato la Convenzione de l’Aja n.33 del 29 maggio 1993 sulla protezione dei minori e la cooperazione in materia di adozione internazionale, in vigore dal gennaio 2017.

Al momento, la normativa che regolamenta le adozioni in Ghana si compone del "Children’s Amendment Act” del 2016 e dell’“Adoption Regulations” del 2018. Per potere adottare in Ghana gli aspiranti genitori adottivi devono avere un’età compresa tra 25 e 50 anni. I minori in adozione appartengono solitamente alla fascia di età 0-6 anni. Il soggiorno previsto sul Paese per la coppia è di almeno 1 mese, che sarà da dedicare all’affiatamento col minore, al quale si dovranno aggiungere le tempistiche per presenziare all’udienza di adozione e per l’espatrio. Per il post-adozione è necessario consegnare alle autorità locali una relazione ogni 6 mesi per i primi 2 anni dall’ingresso del minore in Italia e poi una relazione all’anno per i successivi 3 anni.

Ai.Bi. che opera in Ghana tramite la Fondazione appositamente costituita nel rispetto della normativa locale, ha già destinato le prime tre coppie nel Paese Africano. Nel rispetto del principio di sussidiarietà, Ai.Bi. offrirà aiuti umanitari e protezione ai bambini in difficoltà, sviluppando progetti di cooperazione internazionale: entro la fine di luglio partirà il progetto approvato dalla Commissione per le Adozioni Internazionali a gennaio 2021 denominato “HOME – GHana, COsta d’Avorio, Sierra Leone: un network per l’accoglienza e l’educazione di Minori vulnErabili” per promuovere il ritorno del minore nella famiglia di origine e la formazione delle famiglie nella prevenzione e nella protezione dei minori da ogni forma di abuso.ù

Foto Unsplash


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