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Fra Gerardo D’Auria (Afmal): «Fondamentale comunicare con i pazienti»

Il vicepresidente operativo dell’Associazione con i Fatebenefratelli per i malati lontani, ha da poco ricevuto il Gran Premio Internazionale di Venezia per la comunicazione. Un riconoscimento per le attività e le azioni realizzate negli ospedali dei Fatebenefratelli per rompere l’isolamento di quanti erano ricoverati per Covid: «Abbiamo messo in piedi un sistema per aiutare malati e familiari»

di Antonietta Nembri

Poche settimane fa fra Gerardo D’Auria, vicepresidente operativo di Afmal (Associazione con i Fatebenefratelli per i malati lontani), è stato premiato a Venezia con il Gran Premio Internazionale per la comunicazione (ne abbiamo dato notizia qui ) un riconoscimento che per lui «premia tutta Afmal per come abbiamo gestito la comunicazione durante la pandemia». Durante i mesi più duri dei lockdown, infatti, gli ospedali Covid si sono blindati e per molti ricoverati era difficile comunicare con i parenti. «Tutti i nostri ospedali della provincia romana dei Fatebenefratelli (Napoli, Roma, Genzano, Benevento e Palermo) sono stati strutture Covid e logicamente familiari e amici dei ricoverati avevano bisogno di informazioni» spiega fra Gerardo. «Per questa ragione abbiamo cercato di dare a tutti e a ciascuno più informazioni possibili, non solo abbiamo dotato tutti i reparti di iPad per favorire la comunicazione, ma abbiamo anche fatto sì che tutti avessero un’informazione esatta e corretta. La nostra prima preoccupazione», continua, «è stata quella di dare tutti i supporti per una comunicazione puntuale non solo riguardo ai malati di Covid, ma anche per le altre patologie. In quei mesi c’era molta paura, per questo una comunicazione trasparente è stata fondamentale».

Non solo tecnologie per favorire i colloqui a distanza tra familiari e pazienti, ma anche una scelta di trasparenza nella comunicazione quindi.
«Il nostro obiettivo era quello di riuscire a dare un servizio anche alle persone che non avevano il Covid e non rimandare le cure per esempio per i malati oncologici. Per questo era fondamentale offrire le informazioni giuste e corrette», insiste fra D’Auria. «Abbiamo ripensato tutto l’organizzazione intorno ai nostri ospedali, è stato fatto un grosso lavoro con i medici sulla comunicazione. Anche a Genzano, dove gestiamo una Rsa e dove abbiamo creato dei percorsi ad hoc per esempio per i pazienti psichiatrici. Al San Giovanni di Dio abbiamo potuto sperimentare che dando le informazioni giuste e facendo formazione agli operatori si ottengono dei risultati che danno molta soddisfazione».

Un lavoro che si può definire capillare, dal momento che il vicepresidente operativo di Afmal spiega: «Abbiamo puntato tutto sulla comunicazione ad personam, privilegiando incontri a tu per tu, con familiari e pazienti a orari stabiliti, dato tempi per le videochiamate e non è mancato il livello religioso: i cappellani entravano nei reparti, sacerdoti e religiosi hanno contribuito a rasserenare. Possiamo parlare di una comunicazione a tutti i livelli da quello religioso a quello medico», racconta. «I nostri confratelli ci hanno raccontato esperienze davvero grandiose». Negli ospedali dei Fatebenefratelli inoltre è stato istituito un servizio psicologico.

«Oggi i nostri reparti Covid sono vuoti, ma la prassi di comunicazione e informazione è rimasta e la metodologia l’abbiamo traslata anche ai nostri punti vaccinali: la giusta informazione è fondamentale in ogni momento». Fra Gerardo D’Auria però non dimentica il fatto che in altri Paesi del mondo dove sono presenti gli operatori volontari di Afmal la situazione non è la stessa che in Italia «anche per questo ci stiamo reinventando la raccolta fondi per poter aiutare realtà come i nostri ospedali in India, nelle Isole Salomon e l’Holy Family di Nazareth, sono nati dei gemellaggi e abbiamo coinvolto anche il nostro centro in Austria. Di solito facevamo degli eventi, delle cene. Lo scorso anno abbiamo lanciato l’aperiweb a Natale 2020. Adesso invece abbiamo lanciato una nuova iniziativa con il Wwf perché se la nostra fauna e il nostro ambiente si impoverisce non stiamo bene neppure noi», conclude fra Gerardo.
È nata così una partnership con il ristorante vegetariano il Margutta (in allegato il volantino dell'iniziativa), realtà storica di Roma. A fronte di una donazione ad Afmal di 70 euro si potrà cenare nei mesi di luglio e agosto. Il ricavato dell'iniziativa finanzierà sia il progetto che Afmal porta avanti da anni nelle Isole Salomon per garantire cure mediche d'eccellenza alla popolazione di questi arcipelaghi che non hanno alcun accesso alla sanità di base e la formazione dei pochi medici presenti e la donazione di farmaci. In parte sarà sostenuto anche il progetto del Wwf per la salvaguardia dell'Aquila del Bonelli in Sicilia.

In apertura immagine da Ufficio stampa Afmal


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