Attivismo civico & Terzo settore

Il volontariato? Questione di identità

Hanno distribuito pacchi alimentari, dato supporto nei centri estivi, formato i partner all'estero sulla comunicazione: in questo anno e mezzo di pandemia i volontari di Mission Bambini si sono cimentati in tante attività che prima del Covid non esistevano. E a settembre parte un progetto di tutoring per gli studenti delle medie. Margherita Castellan, responsabile dei volontariato di Mission Bambini, racconta come il volontariato ha saputo reinventarsi, sfruttando il digitale e aprendo le porte anche ai volontari "una tantum"

di Sara De Carli

«Volontariato non è solo rimboccarsi le maniche, dare il proprio contributo quando vedi cose che non funzionano. La spinta a fare volontariato nasce anche da questo, dall’accorgersi che “se non ci penso io, non ci pensa nessuno”, ma non è solo questo. Volontariato è una delle cose che definiscono l’identità di una persona, come gli studi, il lavoro, la famiglia… È un campo di autodeterminazione della persona. E questo non sempre, invece, lo raccontiamo: al massimo lo scriviamo nel cv. Servirebbe un grande racconto di questo contributo personale al bene comune. Per questo dico assolutamente sì alla candidatura del volontariato come patrimonio dell’umanità»: Margherita Castellan è la Responsabile Area Volontariato della Fondazione Mission Bambini, fondazione che dal 2000 – anno della sua nascita – ha aiutato più di 1.400.000 bambini, finanziando 1.600 progetti di aiuto in 75 Paesi. Per la sua attività in Italia ha scelto di investire sull’educazione dei bambini, supportando i nidi e successivamente anche le scuole. In questo anno e mezzo di pandemia Mission Bambini ha reinventato le attività proposte ai suoi volontari, sfruttando il digitale in maniera creativa e come strumento per creare relazioni. A settembre partirà un progetto pilota di tutoring agli studenti dell’IC don Orione di Milano, in presenza e online, con lo scopo di offrire un supporto ai ragazzi in difficoltà dopo la pandemia, arginando così il learning loss.

Margherita, com’è nata questa idea del tutoring a distanza per gli studenti?
Comincio col dire il grande entusiasmo che ho provato nel leggere su VITA le “nuove rotte del volontariato”: le stiamo percorrendo praticamente tutte anche noi a Mission Bambini. Questo “ritrovarmici” è importante perché non nascondo che per me, come responsabile dell’area volontariato, questo anno e mezzo è stato molto molto difficile, perché il volontariato ha subito una drammatica riduzione, soprattutto per noi che abbiamo sempre avuto un volontariato in presenza. Ci siamo organizzati per avere trimestralmente uno spazio di incontro online – l’«angolo dei volontari» – per mantenere le relazioni tra noi, ma moltissimi volontari hanno la loro motivazione principale proprio nella relazione con i bambini e hanno sofferto tanto per l’impossibilità di incontrarli e di darsi da fare per loro. Ogni anno per esempio avevamo 40/45 volontari che andavano all’estero, nei nostri progetti: ovviamente questo è tutto fermo da due anni. Il 2020 è passato un po’ sospeso, in attesa, ma a fine anno è stato chiaro che dovevamo ripensare le nostre proposte. Siccome nei progetti in Italia ci siamo molto avvicinati alla scuola, non solo allo zero/sei che è il nostro storico impegno, ci siamo chiesti che cosa potessero fare i volontari per aiutare la scuola non solo in termini economici e che si potesse fare anche online. Ecco l’idea del tutoring agli studenti.

Non nascondo che per me, come responsabile dell’area volontariato, questo anno e mezzo è stato molto molto difficile, perché il volontariato ha subito una drammatica riduzione, soprattutto per noi che abbiamo sempre avuto un volontariato in presenza. Ci siamo organizzati per avere trimestralmente uno spazio di incontro online per mantenere le relazioni tra noi, ma moltissimi volontari hanno la loro motivazione principale proprio nella relazione con i bambini e hanno sofferto tanto per l’impossibilità di incontrarli e di darsi da fare per loro.

Margherita Castallan

Quando si parte?
Partiremo con l’anno scolastico 2021/22 con un progetto pilota su Milano, con l’IC don Orione. Lavoreremo sulle 2° e 3° medie, sarà la scuola a individuare gli studenti a cui proporre il tutoring. L’idea è quella di creare relazioni, non solo di colmare i gap legato alla didattica: vogliamo che ciascun ragazzo avesse uno spazio in cui senta di avere un’attenzione specifica, di qualcuno che è lì solo per lui, dopo due anni in cui l’attenzione sui ragazzi è stata super frammentata, a scuola e a casa. È questa relazione che poi diventa virtuosa e proficua anche per didattica. Le scuole stesse ci hanno detto che quanto più i ragazzi identificano questa figura come simile a un insegnante/genitore/educatore, tanto più tendono ad abbandonare la proposta: per questo stiamo puntando ad avere volontari giovani, studenti universitari. E la distanza geografica, con la curiosità che comporta, può essere un elemento di gancio per l’avvio della relazione. Per il momento, siccome il progetto è pilota, stiamo individuando i tutor fra i nostri volontari… dopodiché apriremo anche a nuovi volontari.

Il volontariato digitale però vi ha permesso di arrivare anche dall’altra parte del mondo…
Dove possibile la fondazione ha implementato le attività di volontariato online. Un po’ a sorpresa 9 volontari su 10, fra i nostri, hanno dichiarato di essere disponibili a un volontariato digitale, indipendentemente dall’età. Alcuni volontari proprio in queste settimane prima delle vacanze si sono impegnati nella formazione ai nostri partner estero sulla comunicazione: dopo due anni di stop dei viaggi all'estero, è un modo per i volontari di tornare in contatto coi partner. Abbiamo sottoposto ai nostri partner una survey e tra le necessità che loro hanno espresso, c’era per molti il desiderio di imparare meglio a comunicare la loro realtà e la loro attività. Abbiamo contattato i volontari che erano stati all’estero più di una volta, proponendogli di essere formati dal nostro ufficio comunicazione per diventare poi a loro volta formatori sulla comunicazione: si è formato un team di 7 volontari, che ha organizzato dei webinar con 27 partner, suddivisi per lingua e per fuso orario… L’ultimo è stato sabato sera e i riscontri sono stati straordinari, sia da parte dei volontari sia dei partner. Il percorso prosegue, hanno lasciato dei “compiti per l’estate”, a settembre si ritroveranno. A dicembre tireremo un po’ le somme, ma è uno strumento in più che potenzialmente può restare anche in futuro.

In piazza spesso i volontari portano anche i loro amici, che non hanno fatto il corso di formazione… Ora abbiamo esplicitato questa possibilità, comunicandola chiaramente all’esterno. È una possibilità che abbiamo “messo a sistema”. Non tutti possono permettersi un impegno continuativo e la fondazione vuole aprire le porte a tutti. Non è qualcosa di negativo, anche questo volontariato produce valore e impatto, quindi perché no?

Margherita Castellan


Da tempo si parla di volontariato temporaneo e forse in questo periodo tante persone si sono avvicinate al volontariato anche senza “sposare” una organizzazione…
Siamo consapevoli del desiderio di molte persone di “spaziare” anche nel mondo del volontariato, senza essere fedele a una organizzazione. Volontari che amano fare esperienze, “farsi un gusto” prima di scegliere. Un po’ c’è sempre stato, perché in piazza spesso i volontari portano anche i loro amici, che non hanno fatto il corso di formazione e non sono volontari di Mission Bambini… Ora abbiamo esplicitato questa possibilità, comunicandola chiaramente all’esterno. È una possibilità che abbiamo “messo a sistema”. Nel nostro nuovo sito le proposte di volontariato saranno tre: per l’educazione all’estero, per l’educazione in Italia, per il sostegno, la valorizzazione e la promozione della Fondazione che comprende gli eventi di raccolta fondo… Lì dentro c’è la possibilità esplicita di contattare la Fondazione anche solo per un evento di piazza, una tantum, una sola volta o anche tutti gli anni, senza sensi di colpa. Vuoi “assaggiare” il volontariato e Mission Bambini prima di fare il classico percorso formativo, per mille motivi? Io ti dico che mi sta bene. Non tutti possono permettersi un impegno continuativo e la fondazione vuole aprire le porte a tutti. Non è qualcosa di negativo, anche questo volontariato produce valore e impatto, quindi perché no? Personalmente sono molto affezionata al percorso formativo ma… facciamo che esistono entrambe le cose.

L’emergenza ha portato una maggior sensibilità agli altri e disponibilità al volontariato?
Nel 2020 non abbiamo fatto "Volontariando", il nostro trimestrale incontro di formazione per aspiranti volontari, mentre nel 2021 ne abbiamo già fatte due edizioni, online: sono andate entrambe benissimo, alla prima edizione hanno partecipato un centinaio di persone di cui una quarantina poi ha fatto il colloquio individuale di conoscenza, diventando volontari. A giugno c’erano una quarantina di nuove persone. La sensazione è che ci sia voglia di esserci e che il digitale abbia permesso di avvicinarsi anche a persone che prima non lo facevano perché non avevano disponibilità di tempo: adesso è possibile fare volontariato da casa, in un momento preciso della giornata, temporalmente più circoscritto (nella foto di copertina la volontaria Raffaella Fuso durante il campo estivo organizzato da Mission Bambini a Palermo nell’estate 2020, ndr).

Avete avviato nuove attività con i volontari, in periodo di Covid, che manterrete?
Abbiamo dato nuove risposte, per noi inedite, come la preparazione e distribuzione di pacchi alimentari e di beni di prima necessità alle famiglie più bisognose, a Milano e a Catania, in collaborazione con nostri partner che già lo facevano. Era una necessità che i partner ci hanno esposto: abbiamo dato un segnale non solo economico ma di presenza fisica. Sono stati coinvolti 25 volontari su Milano 25 e 5 su Catania e ovviamente è stato molto appagante, ha significato respirare in un momento di apnea… Abbiamo dato anche supporto ad altri partner nell’attività dei centri estivi, a Torino e a Palermo nell’estate 2020 e a Torino e Bari quest’anno: si tratta di centri che non avevano proposte di centri estivi, ma si sono ttivati in risposta a una domanda delle famiglie, dopo il Covid. I nostri volontari non hanno svolto funzioni educative ma dato supporto nella logistica, nel triage, al momento del pasto.

Per diventare volontari di Mission Bambini basta iscriversi al "Volontariando" che si tiene ogni tre mesi o mandare una mail a volontari@missionbambini.org


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