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«Che tutti sappiano che stiamo perdendo l’Aspromonte»

«Che tutti sappiano, - scrivono le guide ufficiali del parco d' Aspromonte - che chi brucia un bosco brucia un pezzo del presente e del futuro di tutti e molti non si stanno rendendo conto del danno enorme, che stiamo subendo ed abbiamo subito».

di Maria Pia Tucci

«Siamo disperati, Maria Pia!». Altro non riesce a dire Demetrio D'Arrigo, quando provo ripetutamente a sentirlo. Lui, guida ufficiale del Parco, che ha scelto, da dieci anni a questa parte, di lasciare il lavoro di una vita per fare da accompagnatore nel "selvaggio" Aspromonte, per fare conoscere la Bellezza e la sacralità della Montagna calabrese.

Mi rimanda ad un link scritto sui social dalle Guide del Parco d'Aspromonte, capisco che lì c’è gran parte del pensiero collettivo di chi di quella montagna vive.

«Che tutti sappiano, – scrivono – che chi brucia un bosco brucia un pezzo del presente e del futuro di tutti e molti non si stanno rendendo conto del danno enorme, che stiamo subendo ed abbiamo subito».

«Se non l’avessimo capito, – continuano – la situazione è gravissima e quindi è bene che tutti sappiano che sta bruciando IL PARCO NAZIONALE DELL’ASPROMONTE».

Non si placa la rabbia di chi ci crede, in questa terra, di chi cammina in questo "suolo sacro" credendo che questa è l' unica vera ricchezza e per questo deve essere tutelata.

«Che siate maledetti, voi che bruciate e voi che non avete fatto ciò che sarebbe servito a fermarli – scrivono ancora-. Criminali e complici dei criminali». «Che tutti sappiano che il disastro non si è ancora compiuto. Che tutti sappiano che si sarebbe potuto evitare il peggio. Che tutti sappiano che chiederemo il conto di questo disastro. Che tutti sappiano che i boschi più belli dell’Aspromonte sono quasi in cenere. Che tutti sappiano che l'Aspromonte è in guerra e che non finirà quando il fuoco sarà spento. Che tutti sappiano che non abbiamo più lacrime. Che tutti sappiano».

Poche parole riesco a scambiarle anche con Don Tonino Saraco, Parroco del Santuario della Madonna della Montagna di Polsi, San Luca, che rassicura «Al momento il Santuario è indenne. Ma intorno il fuoco continua camminare lungo le dorsali delle località Cano e Cerasìa».

E così anche da Cittanova, paese porta del Parco, il cui territorio montano sta bruciando, da dove non è consentito accedere e su cui continuano a fare la spola dal mare i canadair della protezione civile.

Arturo Rocca è presidente dell' Osservatorio ambientale Diritto per la Vita. Da Locri parte ogni giorno per la via della montagna, esperto dei percorsi delle erbe officinali e amante profondo dell'Aspromonte.

«Dire che ci sono dei piromani è riduttivo. Se brucio le foreste, se brucio l’ Aspromonte sono un delinquente». Non usa mezzi termini Arturo. Si commuove. Mi racconta in questo breve video cos’è che sta accadendo, cos’è che sta bruciando.

«Sono arrivati i canadair, ma ci vuole la mano di chi conosce la montagna» – dice – e lancia il monito della prevenzione e l’ appello ai volontari e a quanti stanno lavorando: «Facciamo che questo non sia solo un momento in cui ci prende lo sconforto. Amiamo la montagna. Rispettiamola e facciamola rispettare».

Aspromonte: Geoparco e patrimonio UNESCO per le "Foreste Vetuste", le antiche faggete, considerate il termometro di un intero continente, in grado di anticipare i cambiamenti dell' emergenza climatica globale, è in fiamme da giorni.

Temperature alte, vento di scirocco non stanno agevolando le operazioni che interessano il sottobosco di un'area più volte andata in cenere e che dopo i nuovi evasti incendi di questi giorni rischia di desertificare il territorio. E poi c'è la domanda di ciò che avverrà quando le piogge arriveranno copiose vista la fragile natura geologica del suolo, ora resa ancor più precaria.

Insomma un quadro compromesso e per il quale è stato chiesto al Governo che venga riconosciuto lo Stato di calamità. Intanto Draghi ha già firmato un decreto per fare convergere le forze della Protezione Civile in Calabria e molti gli aiuti volontari arrivati anche dalla vicina Basilicata

Ma qui continuano a bruciare lo Zomaro, Roccaforte e l'area grecanica.