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Economia & Impresa sociale 

La masseria nel cuore del Gargano che dà lavoro a giovani italiani e africani

Ereditata dal nonno, l'attività gestita da Paolo Cappucci richiama non solo i pugliesi che vogliono immergersi nella natura incontaminata ma anche tanti turisti. Gli anziani del territorio insegnano le antiche tecniche dell’artigianato locale. Escursioni, visite guidate nel Parco nazionale, incontri tematici: ce n'è per tutti i gusti. Un'opportunità per i ragazzi arrivati dalla Guinea-Bissau con le barche della speranza

di Luigi Alfonso

Nel cuore del Parco nazionale del Gargano, a pochi chilometri da San Giovanni Rotondo, vi è una delle più belle realtà di agricoltura sociale della Puglia. L’agriturismo-masseria didattica “Coppa di Mezzo” ha una storia che merita di essere raccontata. Situata nell’agro di San Marco in Lamis (Foggia), l’azienda è sorta dalle ceneri di un’antica fattoria che, alcuni decenni fa, era stata completamente abbandonata. Come altre in quel territorio. Il motivo ce lo spiega il titolare della masseria, Paolo Cappucci. «Questa vasta zona – racconta – è poco o niente servita dai mezzi di trasporto pubblici. Tanta gente, anche sulla spinta della crisi economica, è scappata da queste campagne e ha avviato nuove iniziative più vicino ai centri abitati. Lo spopolamento totale è stato evitato soltanto grazie ad alcuni contadini ormai anziani, che non si sono arresi e che continuano a resistere nonostante tutto. Io ho rilevato l’azienda di mio nonno, che ormai era semi-diroccata, e poi ho aperto un agriturismo che sta creando nuove opportunità di lavoro».

Lavoro per tanti giovani, italiani e stranieri. Questi ultimi provengono tutti dalla Guinea-Bissau. «Si tratta di un gruppo di africani arrivati con i barconi della speranza e ospitati per un breve periodo nel Centro di accoglienza straordinaria di Borgo Mezzanone, una frazione di Manfredonia (Foggia)», spiega Cappucci. «Alcuni di loro hanno trovato lavoro in altre masserie qui vicino: forze fresche, utilissime per dare manforte ai vecchi agricoltori. Sono stati assunti con regolari contratti. Non esiste il caporalato, in questo territorio, perché nessuno ci verrebbe per due soldi».

Quintino è diventato un punto di riferimento del caseificio di questo agriturismo: con il latte di capra produce un ottimo formaggio erborinato, che viene venduto con estrema facilità perché giudicato prelibato. Non è l’unico motivo di attrazione per pugliesi e turisti: qui si allevano anche bovini e ovini, il menu pertanto è ricco e variegato. «Ma non abbiamo puntato soltanto sull’aspetto culinario fine a se stesso», precisa il proprietario. «Certo, sono molto gettonati i Weekend di Gastronomia biologica immersi nella natura, ma noi proponiamo anche escursioni ed eventi culturali, come la serata “Masseria sotto le stelle – Il Gargano e la geografia di Dante” (che si è tenuta lo scorso aprile) oppure la presentazione della Guida ai boschi didattici della Puglia (dicembre 2020), ma anche trekking naturalistici oppure la raccolta delle castagne, o ancora laboratori di archeologia e geologia condotti da esperti e docenti universitari. Esperienze che consentono di andare via arricchiti, e non soltanto a pancia piena».

L’appetito vien mangiando, tanto per restare in tema. Così le iniziative si moltiplicano e allargano gli orizzonti e le possibilità di dare nuova occupazione. Paolo Cappucci è amministratore della Green Solution, la società che dal 2018 gestisce il Centro visite del carsismo e il percorso paleontologico dei dinosauri di Borgo Celano che è stato ceduto dal Comune al Parco nazionale del Gargano. Tra le tante specie ne sono state individuate ventisette: esemplari di dinosauri a grandezza naturale, animatroniche (cioè si muovono ed emettono il verso dell’animale preistorico) che attirano grandi e piccini. «L’impiego di pannelli illustrativi, filmati e ricostruzioni di luoghi basati su studi scientifici, consente ai visitatori di affrontare un affascinante viaggio nella preistoria, per esempio a caccia delle impronte di dinosauri trovate a San Marco in Lamis una ventina d’anni fa da un gruppo di geologi pugliesi», è il commento di Cappucci.

«La decisione del Comune di cedere al Parco quest’area, ha permesso di beneficiare dei fondi BEI messi a disposizione dalla Regione Puglia. Noi ci occupiamo della manutenzione del verde, della biglietteria e della ristorazione. Anche qui abbiamo dato occupazione a giovani pugliesi e ad alcuni ragazzi della Guinea-Bissau, formandoli prima di avviarli al lavoro».

La masseria (in verità sono due: una è riservata agli ospiti dell’agriturismo) ricade all’interno del Parco, con tutti i vincoli che ciò comporta: ogni attività deve ricevere la necessaria autorizzazione da parte della Soprintendenza dei Beni culturali e paesaggistici. I visitatori, vicino al percorso paleontologico, possono ammirare il millenario Santuario di San Matteo apostolo ed evangelista, meta di numerosi pellegrini. «Un tempo era il punto di riferimento della transumanza che partiva dal Molise, passando dalla celebre Madonna di Signano. I motivi di interesse non mancano di certo. Penso anche alla grotta di Montenero, la cavità carsica più nota del promontorio del Gargano, lunga un miglio e mezzo, dove organizziamo visite guidate».

I giovani lavoratori della masseria stanno apprendendo dai coloni anziani del territorio le tecniche dell’artigianato locale: imparano a costruire un bastone da passeggio piuttosto che un cestino per la stagionatura del formaggio o uno sgabello. «Questo consente ai nostri vecchi di tramandare il loro sapere, che altrimenti rischierebbe di andare perso irrimediabilmente», spiega Cappucci. «Un altro aspetto che piace ai turisti che vengono da noi è che i nostri ortaggi sono interamente biologici, in quanto impieghiamo il letame dei nostri animali per concimare in maniera naturale. Il bestiame si nutre nei pascoli, che vengono coltivati senza l’impiego di prodotti chimici. Un circuito virtuoso che conferisce ai nostri prodotti genuinità e una qualità elevata. Vedere i nostri visitatori soddisfatti, è il compenso più grande. Ma ancora più bello, per me, è l’aver riportato a nuova vita la masseria di mio nonno, di cui sono sempre stato innamorato. Credo che molta gente, di questi tempi, stia apprezzando il ritorno alla natura».