Santa Teresa, un quartiere protagonista del teatro di strada

A Pirri, frazione di Cagliari, un progetto proposto gratuitamente dalla compagnia Ferai Teatro in collaborazione con la Fondazione Domus de Luna. In sessanta, tra bambini e anziani, durante l'estate hanno partecipato a un workshop che domenica si concluderà con la rappresentazione finale

di Luigi Alfonso

Un intero quartiere, quello di Santa Teresa di Pirri-Cagliari, domenica sarà protagonista di uno speciale evento a cura della compagnia Ferai Teatro in collaborazione con la Fondazione Domus de Luna. Il 29 agosto alle 21.30 tornerà, infatti, il “Baratto Teatrale 2021: Fernweh, desiderio dell’altrove”, che andrà in scena partendo da due punti diversi. Da piazza delle Aquile e dall’area del parcheggio di via Santa Maria Goretti si snoderanno due cortei di oltre cinquanta protagonisti che raggiungeranno l’area antistante il Centro Exmè e Casa Futuro, nella quale tre interpreti daranno il via all’evento.

Si tratta dell’atto conclusivo di un progetto sviluppato nel corso dell’estate nei locali del Teatro Dante a Pirri, gestito a titolo gratuito dagli artisti di Ferai Teatro sotto la guida esperta di Ga’, performer, scrittore, regista e insegnante di teatro, ideatore del progetto che ha coinvolto 60 persone del quartiere, bambini e adulti, alcuni molto anziani. «È stata un’esperienza straordinaria – commenta il direttore artistico della compagnia, Andrea Ibba Monni – che ha arricchito tutti. Abbiamo proposto un workshop sotto forma di laboratorio teatrale non tradizionale, oserei dire antropologico, senza un copione prestabilito, con la guida di Ga’. I partecipanti ci hanno sorpreso, tra di loro c’erano anche portatori di gravi disabilità come la Sindrome di Down e l’autismo. Nonostante le enormi differenze anagrafiche, tutti si sono sentiti “protagonisti della stessa età”. Forse perché il concetto di fondo del Baratto Teatrale è quello di essere in viaggio, insieme e gratuitamente».

«“L’artista è il guerriero della bellezza”, ha detto Jan Fabre, artista belga conosciuto e apprezzato in tutto il mondo», dice Ibba Monni. «Ha pienamente ragione. Siamo tutti immersi nella bruttezza e nella sporcizia, materiale e spirituale, ecco perché è importante immergersi nella ricerca del bello, anche interiore. Questo progetto è stato condotto in uno dei quartieri più poveri di Cagliari, dove non ci sono soltanto famiglie alle prese con situazioni economiche critiche ma anche un elevato livello di povertà educativa. Nonostante ciò, tutti i protagonisti hanno dato il meglio di sé, senza aver mai fatto un percorso teatrale così come viene solitamente concepito. È la riprova che tutti possono tirare fuori il meglio, ma per riuscirci devono avere una cassetta degli attrezzi, cioè una buona istruzione e persone a fianco che sappiano guidarle».

Gli artisti di Ferai Teatro hanno saputo calarsi nella realtà di un quartiere complesso ma vivace, animato da anni dagli educatori di Domus de Luna. E la comunità ha risposto in maniera positiva. «Viaggiamo da sempre, forse non ci siamo mai fermati», sottolinea il direttore artistico. «Siamo forti perché accettiamo di essere fragili. Il nostro non è il percorso di chi cade, ma di chi si rialza. È un viaggio, conta solo il percorso. Le domande dell’interprete sono le stesse dello spettatore: qual è il paese giusto per rinascere? E la meta preferita più lontana nel tempo storico e nello spazio geografico? Qual è il tuo altrove, il tuo essere altro da ciò che sei? Qual è il nome della tua “prigione”? Sono alcune delle domande che ci siamo posti in questi mesi, confrontandoci ed esprimendoci, ognuno a modo suo. Ecco, è emersa soprattutto una gran voglia di esprimersi e stare insieme agli altri, che è ancora più forte in questo periodo di pandemia. Ferai Teatro ha donato a Domus de Luna il suo ottavo progetto di Baratto Teatrale, ideato e diretto da Ga’. Il quartiere è stato pacificamente invaso dai nostri performer, che si sono integrati con gli abitanti di Santa Teresa per scambiarsi bagagli di vita ed emozioni. Siamo giunti all’ultimo atto, ma spero che questa esperienza sia un punto di partenza per tutti coloro che vi hanno preso parte».

« Il baratto teatrale non è una vendita del proprio mestiere o un'opera di beneficenza », spiega Ga'. «Certo, è gratuito, è uno scambio culturale che non implica denaro, ma non significa che sia privo di compenso. Questo compenso, però, è immateriale. Ci dedichiamo durante tutto l'anno agli spettacoli di produzione che servono al sostentamento economico delle nostre attività. Ci piace portare le nostre ricerche in posti diversi, non abbiamo nulla a disporre da questi luoghi e ai suoi abitanti, auspichiamo solo il confronto e la di ripartire umanamente più ricchi e complessi di quando siamo arrivati ».

Credits: foto gentilmente concesse da Sabina Murru