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Benevento, la società civile sta cambiando i programmi (e i nomi) della vecchia politica

Può una candidatura essere civica fino in fondo? L’esperienza di Benevento dimostra di sì. Qui i nomi del candidato sindaco Angelo Moretti e dei consiglieri comunali sono nati dalla costruzione di un programma realizzato insieme ai cittadini all’interno dell’associazione Civico 22. La città si candida a diventare un laboratorio nazionale di una politica orientata ad un’economia a misura d’uomo

di Anna Spena

Siamo al Sud, d’Italia e della regione del Sannio, nell’entroterra appenninico. Gli antichi romani la chiamavano “Maleventum” ma poi il nome è stato sostituito con Benevento. In un immaginario collettivo dove la Campania rimane ancora terra di mare e costa, spesso passano in secondo piano le aree interne. Ma è proprio da un’area interna, in una città con poco meno di sessantamila abitanti, che è nato un esperimento di politica comune e collettiva che, se preso a modello, potrebbe cambiare le sorti di un intero territorio. Se da un lato la città convive con un sistema politico “congelato”, da anni sempre uguale a se stesso, dall’altro, invece, è vivissimo l’attivismo civico. Così vivo che è diventato un punto ti rottura con il sistema: non è il welfare che insegue la politica ma la politica che deve stare al passo con il welfare. Ne è un esempio l’esperienza dell’associazione politico culturale Civico 22, nata nel 2020, da “da una consapevolezza e da un desiderio”, si legge nel manifesto dell’associazione che ad oggi conta 120 iscritti. “Le città medie e piccole possono avere una marcia in più. Nelle città medie e piccole la relazione umana può ancora essere l’X-factor per una ripresa, per un’inversione di tendenza, per una città a misura di umanità. Benevento ha le dimensioni e il carattere per diventare un laboratorio nazionale ed europeo per il cambiamento positivo dell’abitare, del costruire, del produrre”.

Ma come si costruisce un modo di vivere nuovo? Civico 22 è partita dai cittadini e nell’ultimo anno sono stati oltre 300 a partecipare ai laboratori proposti dall’associazione: dallo Sviluppo economico, Ecologia, Economia Circolare alla Qualità di vita nelle periferie e contrade. E ancora dal Welfare generativo Formazione e Scuole e Cura infanzia fino alla mobilità sostenibile e allo sviluppo di infrastrutture. «Come Civico 22 abbiamo costruito undici laboratori civici per la nostra politica», racconta Angelo Moretti (foto), tra i fondatori dell’associazione e presidente del Consorzio Sale della Terra. «E poi è da questi laboratori che “sono usciti” i nomi dei nostri candidati. Il civismo e l’impegno civico sono forse il miglior modo di “fare ed essere” esercizio della politica praticata: un modo “nuovo” non solo per una singola città, ma per il mondo intero».

In questo metodo di studio e di lavoro il gruppo che ha fondato Civico 22 si è ispirato al Manifesto Prologo Italia di Leonardo Becchetti, Alessandro Rosina, Mauro Magatti, Marco Bentivogli. «A partire dagli assunti dell’Economia Civile», dice Moretti, «si invitano i movimenti civici a cambiare prospettiva: prima ancora di pensare al lato dell’offerta politica – in un’arena pubblica sempre alla ricerca di nuovi soggetti, quasi che i partiti siano diventati di plastica, usa e getta, da cambiare ogni volta che perdono una tornata elettorale – riteniamo necessario lavorare dal lato della domanda». Così quando il prossimo 3 e 4 ottobre i cittadini di Benevento saranno chiamati alle urne avranno la possibilità di scegliere non solo tra nuovi nomi ma soprattutto un programma politico costruito per e con loro. Moretti è il candidato sindaco della lista nata da Civico 22: «Ho deciso di impegnarmi nella politica attiva per la prima volta e ho deciso di farlo qui a Benevento, la città in cui sono nato, in cui vivo e lavoro, dove ho costruito la mia famiglia», racconta.

«Una città povera, con alti indici di disoccupazione ed invecchiamento, eppure una città che ha dimostrato che le rivoluzioni esistono e che un altro modello di sviluppo è possibile. Il metodo utilizzano quando pensiamo al nostro welfare deve diventare metodo di costruzione politica». L’idea di Civico 22 era lavorare in una coalizione ampia, condividere le competenze e conoscenze accumulate negli anni di impegno nel sociale: «Ma», spiega Moretti, «quando siamo arrivati al momento di scegliere i candidati, il gruppo dei partiti ha messo il veto sui nostri nomi, bisognava scegliere sul vecchio schema della politica della città. Avevamo due strade davanti: assoggettarci come un numerino in una colazione oppure proseguire da soli. Abbiamo scelto di andare avanti da soli, senza cedere al ricatto dei partiti». Proposito non facile nel feudo politico dei Mastella, rappresentanti della vecchia politica e dei suoi modi.

Un voto che gli attivisti di Civico 22 hanno definito “maleducato” come recita la campagna di comunicazione realizzata dall’associazione, che in questo viaggio elettorale è sostenuta da Europa Verde e dalla lista civica Altra Benevento. Perché al sud spesso si vota così: per “conoscenza”. Perché ce lo chiedono come favore e invece: «Dobbiamo essere maleducati e dire di “no” al voto “di sangue”, “di vicinato”, “di appartenenza” o “di amicizia”», dice Moretti. «Dobbiamo essere maleducati e dire “no” se la persona da votare non è competente, affidabile, se non ha dimostrato concretamente, nelle azioni della sua vita, di “avere fatto la politica” quotidianamente con il suo lavoro e con il suo impegno, perché il sistema dei “politici” non ha dato alcun risultato a questa città».

Sei i punti principali del programma costruito insieme ai cittadini:

  1. investire sulla mobilità sostenibile;
  2. avviare comunità energetiche di reti di condomini o imprese che diventano produttori/consumatori di energia e invece di pagare bollette accumulano reddito energetico;
  3. costruire nuove forme collaborative tra Amministrazione Locale ed Enti di Terzo settore che sappiano non solo rispondere alle emergenze, ma progettare un modello di welfare fondato sulla relazione di cura che previene le ferite sociali della città;
  4. essere Welcome, essere una comunità capace di diventare accogliente per tutti, attrarre nuove residenzialità, ascoltare ed accompagnare i progetti di vita;
  5. promuovere con forza i sistemi orientati alla legalità e all’organizzazione burocratica efficiente per contrastare le logiche clientelari del potere
  6. leggere il genius loci del territorio, valorizzando le ricchezze storiche, artistiche, culturali, paesaggistiche ed enogastromiche, un patrimonio straordinario capace di creare coesione sociale e posti di lavoro per il territorio.

«Vogliamo che Benevento riparta dal lavoro, dalle imprese innovative ed intelligenti, capaci non solo di fermare la migrazione giovanile ma di diventare fattore di attrazione per altri giovani; imprese improntate ai criteri dell’economia civile e dell’economia circolare, capaci di ridurre gli impatti ambientali al minimo e di includere anche le fasce più disagiate della popolazione e non solamente le persone altamente qualificate», spiega Moretti. «Benevento potrebbe diventare un laboratorio nazionale di una politica orientata alla ecologia integrale e ad un’economia a misura d’uomo. Noi rappresentiamo il 5% della popolazione in Campania, ma abbiamo il 10% dei tasso dei disoccupati. La nostra è la peggiore qualità dell’aria non solo in Italia ma d’Europa. La politica clientela della città non ha mai invertito sulla Green economy e a Benevento, per esempio, circolano 38mila automobili per 40mila patentati. Abbiamo perso diecimila residenti negli ultimi 20anni, mille solo negli ultimi tre. Se abbiamo davvero a cuore il futuro della città dobbiamo cambiare atteggiamento e politiche».

Credit Foto: Luca Daniele