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Il Terzo settore nel programma dei candidati di Milano

Anche Milano è chiamata a votare. Quanto spazio occupano, nei programmi dei candidati sindaco, parole chiave come sussidiarietà, coprogrammazione o coprogettazione? Non si corre il rischio che la grande attenzione a ambiente e sostenibilità offuschi i temi sociali? L'analisi dei programmi dei due candidati principali

di Marco Dotti

I grattacieli, i boschi verticali o orizzontali. L'innovazione, l'arte, l'impresa. Milano è certamente tutto questo. Ma è soprattutto un tessuto unico di realtà associative che rendono la sua società civile tra le più vitali e reattive del nostro Paese.

Ecco come sono state raccolte le istanze di questa società civile organizzata dai due principali contendenti alla carica di Sindaco, Luca Bernardo e Giuseppe Sala.

Il sociale nel programma di Luca Bernardo

Il lemma "Terzo settore" ricorre 10 volte nel programma del candidato del centrodestra. Bernardo dedica uno specifico piano operativo a "Welfare e Terzo settore" e i riferimenti sono molto dettagliati, nell'ambito di una visione, si sostiene, della sussidiarietà.

Come quadro operativo del suo programma, relativamente al sociale, Bernardo indica una strada che vada oltre la mera fornitura di servizi. Si legge infatti nel programma che «dovrà essere ripudiata la logica, applicata dall’attuale amministrazione, di considerare fornitori di servizi le varie organizzazioni che operano nel sociale, per passare ad un approccio di cooperazione e di rispetto reciproco che implica non solo un supporto di natura logistica ed economica alle Associazioni di Volontariato, ma anche e soprattutto un loro coinvolgimento nella cruciale fase di programmazione».

I punti che il candidato di centrodestra ritiene «di svolta» nel rapporto con la società civile organizzata sono dettagliati nel programma. Eccoli:

  • L’accreditamento dei servizi di welfare offerti, indipendentemente dalla natura privata del soggetto promotore, «che superi la logica del bando pubblico e preveda – laddove necessario – l’inserimento nell’accreditamento stesso di un bene demaniale strumentale al servizio offerto».
  • La creazione di un «Servizio Unificato di Accesso al Welfare (SUAW) attraverso tutti i servizi accreditati, al fine di favorire un ampliamento dell’offerta dei servizi sociali esistenti, garantendo al contempo la libertà di scelta al cittadino».
  • L’introduzione dello strumento del «Piano di Intervento Personalizzato (“PdIP”) che, realizzato anche grazie ad una infrastruttura digitale per lo scambio e la protezione di dati e informazioni, attraverso la condivisione tra ente che prende in carico il soggetto e servizi sociali comunali consentirà l’individuazione di apposite misure e risorse da dedicare all’interno di una rete di più soggetti, in grado di rispondere tanto a bisogni materiali espressi quanto a povertà relazionali inespresse».
  • La progettazione e l’introduzione di uno «strumento di finanziamento innovativo (Fondo Welfare) che faccia massa critica delle risorse pubbliche e private dedicate alle politiche sociali».
  • L’attivazione di un «Osservatorio Milanese del Volontariato con finalità di coordinamento e sostegno alle associazioni no-profit che operano a Milano nel campo della salute e dell’assistenza, anche attraverso la realizzazione di una “Piattaforma online del volontariato” per favorire le attività di comunicazione e informazione sulle iniziative delle Associazioni».
  • Il supporto «alla nascita e allo sviluppo di enti no profit a carattere locale capaci di rispondere ai bisogni espressi dalle persone e dalle famiglie con interventi adeguati alle esigenze specifiche del territorio».
  • Il sostegno alle Associazioni no-profit che sviluppano progetti di sostegno scolastico, di aggregazione giovanile e iniziative volte alla prevenzione e al recupero da situazioni di difficoltà e disagio, attraverso appositi bandi con l’utilizzo di Leggi di Settore e fondi dedicati.
  • L’insediamento di «appositi Comitati di partecipazione dei cittadini su problematiche di particolare rilievo sociale (autismo, Alzheimer e demenze senili, nuove dipendenze, famiglie separate)».
  • La valorizzazione delle iniziative della Protezione civile milanese e la promozione dell’iscrizione nelle associazioni locali.
  • L’organizzazione di iniziative di presentazione, approfondimento e dimostrative da portare nelle scuole, nei CAM, nei CAG, nei luoghi di aggregazione, nelle piazze cittadine (sull’esempio dell’attività svolta a livello nazionale con l’evento “Io Non Rischio”) da parte della Protezione Civile.
  • «L’aggiornamento periodico dei Volontari aderenti ai vari gruppi cittadini con focus su tematiche proprie della città e degli eventi naturali, pandemici e/o antropici che potrebbero manifestarsi nel territorio metropolitano, anche attraverso un’apposita convenzione con l’Università del Volontariato del CSV di Milano».
  • Lo sviluppo, infine, «di un apposito studio e sperimentazione in accordo con il sistema accademico e di ricerca e quello del privato sociale di Milano per il recupero, la conservazione e la ridistribuzione alle strutture caritatevoli delle eccedenze di cibo cucinato e non fresco delle mense delle scuole».

Il Terzo settore nel programma di Beppe Sala

In termini numerici, e sappiamo che non è un criterio validissimo,, "Terzo settore" ricorre una sola volta nel programma del candidato del centrosinistra, il sindaco uscente Beppe Sala. In termini operativi, come accade a gran parte dei sindaci uscenti, quello di Sala è un programma misto a un consultivo. Molta enfasi viene posta su ambiente, internazionalizzazione e innovazione.

Il sociale e il Terzo settore entrano giustamente in gioco in questi ambiti. Non ricorrono i termini "coprogettazione" o "coprogrammazione". Peccato, poteva essere una vera scommessa.

Bisogna scorrere il programma fino alla voce «Milano più giusta» per trovare espliciti riferimenti al sociale. Declinati però in termini di visione, più che di punti programmatici precisi. «Noi siamo convinti che la contemporaneità di Milano dipenda in gran parte dalla sua capacità di ridurre progressivamente la differenza di velocità tra la città che corre, brillante e internazionale, da quella che fa fatica», si legge.

«La scelta di Milano a 15 minuti va proprio nella direzione di esercitare scelte sempre più mirate che abbiano come oggetto comunità ben definite alla cui qualità di vita si possa lavorare concretamente e con un più diretto controllo dei risultati«. Questi risultati, nel programma del candidato del centro sinistra, prevedono di ricorrere «nel campo del welfare [a] un metro di intervento nuovo, concreto e misurabile».

I riferimenti espliciti alle politiche sociali riguardano, in particolare, il tema dei servizi di prossimità, degli aiuti alimentari e di un investimento sul servizio civile. Si legge infatti nel programma: «dobbiamo lavorare per rendere ancora più efficaci e penetranti quei servizi di prossimità di cui tanto si è sentita la mancanza nelle prime settimane di lockdown e a cui Milano ha poi dato concrete risposte attraverso l’impegno dell’intera Amministrazione Pubblica, il senso di responsabilità del Terzo settore, l’appassionata partecipazione dei volontari e la loro generosità tutta ambrosiana: da questa alchimia sono nate e hanno ottenuto incredibili risultati sistemi come Milano Aiuta e il Fondo di Mutuo Soccorso».

Per il Programma del cadidato del centro sinistra è fondamentale infine «creare un piano per la socialità e la cura che si concretizzi attraveso l’aumento e il potenziamento dell’assistenza domiciliare (anche attraverso l’istituzione dell’assistente di comunità sociale e dell’infermiere di comunità) e dei custodi sociali, l’ampliamento dell’esperienza del portierato sociale anche al di fuori delle case di edilizia popolare, la prosecuzione dell’opera di regolarizzazione delle badanti e delle tate».

Fondamentale, si legge infine, sarà «il coinvolgimento dei giovani, anche attraverso sperimentazioni che nascano dal potenziamento di opportunità già attive come il Servizio Civile Universale e il Corpo Europeo di Solidarietà: un servizio civico comunale, che affianchi le attività pubbliche e che possa reclutare, con bando pubblico e grazie a risorse pubbliche e private, giovani a cui proporre servizi finalizzati alla comunità e decisi con il Comune di Milano».

In sintesi

Meno dettagliato rispetto a quello del suo sfidante di centrodestra che fa molte – forse troppe? – promesse, il programma di Beppe Sala rinuncia a parole chiave come sussidiarietà, coprogettazione o coprogrammazione ma mette in campo ipotesi interessanti come quella dell'istituzione di un servizio civico comunale e di un piano di socialità e cura. Piano che anche Bernardo declina nel proprio programma, certamente più dettagliato.

L'impressione è che il candidato del centro sinistra consideri naturalmente implicate in tematiche ambientali, di innovazione e di sostenibilità le realtà del Terzo settore. Diversamente, il candidato di centrodestra ha deciso di richiamare esplicitamente la necessità di un «coinvolgimento nella cruciale fase di programmazione» delle realtà associative.


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