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Il Terzo settore nel programma dei candidati di Bologna

Nel capoluogo dell'Emilia Romagna i candidati sindaco si appellano alla società civile e alla capacità progettuale del Terzo settore. Confrontiamo i loro programmi

di Marco Dotti

È sfida a due sotto le torri. Matteo Lepore per il centosinistra e Fabio Battistini per il centrodestra disegnano uno scenario meno intricato rispetto ad altre realtà (Roma, su tutte). Comunque vada.

Il dibattito sui "civici"

«Tutti i partiti puntano sul civismo. Una moda?» – ha chiesto il Resto del Carlino al consigliere uscente Gian Marco De Biase, capolista della civica che appoggia Battistini. La risposta è stata chiara: «dobbiamo dare valore al Terzo settore». Più che una "moda", una necessità. Che anche il centrosinistra ha fatto sua garantendo spazio nelle proprie liste a esponentii della società civile, i cosiddetti «extra-dem».

A Bologna più che altrove, infatti, si è consumato non solo un dibattito, ma quasi uno scontro sui "civici". Contesi, invocati, reclamati a gran voce da coalizioni in cerca di idee, oltre che di identità.

C'è chi ha letto il fenomeno come coda lunga delle Sardine. Non a caso, Mattia Santori, che ne fu l'ideatore, si è lanciato nella mischia. Con quali risultati lo sapremo presto. Per ora, parlano i programmi.

Il Terzo settore nel programma di Matteo Lepore

Sul suo sito, il candidato del centrosinistra si definisce «una persona timida e sensibile». Il suo programma punta a riprendere il discorso più filo più volte interrotto negli scorsi decenni di una «Bologna, città unica e speciale, dalle radici solidali e grandi speranze per il futuro».

Il lemma "Terzo settore" ricorre 16 volte nel programma di Matteo Lepore che propone di «dare vita a una vera e propria alleanza mutualistica tra istituzioni e cittadinanza attiva».

Come? Lepore parla di Bologna come «città della cura» e nel suo piano di alleanza con il Terzo settore vorrebbe partire proprio da una delle idee emergenti in questo tempo di (si spera post) pandemia: il welfare di prossimità.

«Attraverso l’Agenda dei primi 100 giorni metteremo in campo un pacchetto di misure e una strategia di riorganizzazione dei servizi socio-sanitari post-pandemia in sintonia con la Regione Emilia-Romagna». Come? Aprendo case della comunità in ogni quartiere, creando una rete di servizi pediatrici e, soprattutto, estendendo «l’integrazione socio-sanitaria che caratterizza la Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria e il Comitato di Distretto già in fase di programmazione, aprendosi alla partecipazione comunitaria e al Terzo Settore, alla co-progettazione delle risposte ai bisogni».

Al tema della co-progettazione e della condivisione strategica il programma del candidato del centrosinistra bolognese dedica ampio spazio. In particolare, il programma insiste su «co-programmazione, co-progettazione, accreditamento e convenzionamento«, realtà che «vanno “messe a terra” mantenendo però saldo il timone su due principi: da un lato le regole di ancoraggio all’evidenza pubblica e dall’altro il rispetto dell’autonomia regolamentare e organizzativa dei diversi livelli di governance».

Nel ridisegnare il rapporto con il Terzo settore «in una logica d sussidiarietà circolare occorre includere e valorizzare il contributo del mondo dell’imprenditorialità. Diventa indispensabile valorizzare questi apporti, attraverso una regia capace di stimolare “governance e reti territoriali” a forte impatto sociale. Territorializzare il welfare è una missione che richiede un ruolo attivo e contributivo delle imprese e dell’economia«.

Per farlo, serve un salto salto culturale che faccia di Bologna «un laboratorio di sperimentazione di welfare collaborativo e condiviso».

Il Terzo settore nel programma di Fabio Battistini

Il lemma "Terzo settore" ricorre 10 volte nel programma di Fabio Battistini. Anche nel programma del candidato del centrodestra viene dato ampio spazio al tema dell'alleanza tra ente pubblico e società civile organizzata.

La parola chiave usate nel programma del centrodestra è sussidiarietà. La sussidiarietà, si legge, non può rimanere soltanto un modello teorico di riferimento ma deve trovare spazi di effettiva realizzazione, attraverso un’alleanza tra il soggetto pubblico regolatore e tutte le real-tà della società civile e del terzo settore. Questa “alleanza” è da ripensare, con il Comune che deve imparare ad essere sussidiario, a non considerarsi il principale se non unico erogatore e gestore delle politiche sociali, per incentivare e premiare le indispensabili energie dalla società civile».

Pur essendo centrale l’intervento della pubblica amministrazione, nel programma di Battistini viene rimarcato l'impegno «cruciale a suscitare solidarietà collettiva, reti di aiuto, nuovi rapporti paritari tra Comune, Terzo settore».

Questa «collaborazione paritaria tra tutti i soggetti che operano nel welfare» viene indicata come la strada maestra per «incrementare l’offerta di servizi a Bologna, evolvendo così il ruolo del Comune da mero erogatore dei servizi a quello di regolatore e gestore integrato del sistema, aprendo così all’iniziativa del Terzo settore. In particolare, nel programma del centrodestra si punta a :

  • istituire «agevolazioni alle famiglie, con particolare sostegno a chi accudisce figli, anziani e disabili. In particolare, il miglioramento dei servizi legati ai centri diurni di anziani e disabili. Riteniamo sia fondamentale la partecipazione delle associazioni rappresentative all’ideazione e alla gestione dei progetti e al monitoraggio della bontà ed efficienza dei servizi coinvolti»;
  • dare «maggiore regolamentazione e presidio dei servizi, per evitare che “sussidiarietà” si traduca in mera esternalizzazione di servizi (al solo fine di risparmiare)»;
  • «privilegiare un rapporto diretto con le famiglie e con chi usufruisce dei servizi sociali i veri “controllori” della loro qualità – favorendone la scelta consapevole attraverso vari tipi di aiuti: buono scuola, buono di cura, buono sport»;
  • «valorizzazione della scuola, che è il primo welfare per la famiglia».

Il tema della coprogettazione, infine, viene declinato alla voce «partnership pubblico-privato». Solo attraverso un rapporto di questo tipo per il centrodestra «sarà possibile valorizzare le peculiarità e le potenzialità dei diversi attori coinvolti nel welfare: servizio pubblico, operatori privati e Terzo settore». Ed è facendo leva su questa partnership che, secondo il programma di Battistini, «Il Terzo settore vedrà riconosciute le proprie conoscenze e rafforzate le proprie competenze manageriali».

In sintesi, entrambi i candidati danno grande spazio nei loro programma ai temi della solidarietà inclusiva, della sussidiarietà e della coprogettazione. Con una particolare attenzione al ruolo proattivo (definito "manageriale" nel programma del candidato del centrodestra) del Terzo settore.


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