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Generazione digitale? Non proprio se sei femmina

In occasione della Giornata Internazionale delle Bambine e delle Ragazze Unicef denuncia come anche nei Paesi a medio e alto reddito solo il 14% delle studentesse con i migliori risultati in materie Stem si aspetta di lavorare nei campi della scienza e dell’ingegneria. In Europa l’Italia è 25esima per disparità di genere nel settore high tech. A Torino, il 14 ottobre un evento nel segno della Gender Digital Equality

di Antonietta Nembri

Quest’anno la Giornata Internazionale delle Bambine e delle Ragazze che si celebra oggi, 11 ottobre, è dedicata al tema “Digital generation. Our generation”. La presidente di Unicef Italia, Carmela Pace, ricorda che «Nei paesi a medio e alto reddito, solo il 14% delle ragazze che hanno ottenuto i migliori risultati in scienze o matematica si aspettavano di lavorare nel campo della scienza e dell'ingegneria, rispetto al 26% dei ragazzi con i migliori risultati. A livello globale, solo il 22% dei professionisti dell'intelligenza artificiale (AI) sono donne, un enorme divario di genere che è attualmente al centro della progettazione degli algoritmi che hanno un impatto su tutte le nostre vite».
Inoltre, non va neppure sottovalutato il fatto che nel mondo la percentuale di donne tra i laureati in scienze, tecnologia, ingegneria e matematica (le cosiddette materie Stem) è inferiore al 15% in oltre due terzi dei paesi e che il divario di genere tra gli utenti globali di Internet sta crescendo, dall'11% nel 2013 al 17% nel 2019, ed è più ampio nei paesi meno sviluppati del mondo, al 43%. «Promuovere l’uguaglianza di genere significa garantire maggiori opportunità alle bambine e alle ragazze per colmare il gap rispetto ai loro coetanei maschi, significa attuare un cambiamento culturale globale che si traduca concretamente in equità salariali uomo-donna, opportunità, sicurezza, protezione sociale, uguali possibilità di accedere all’istruzione per bambine e ragazze. Noi dell’Unicef continueremo a lavorare perché questo avvenga», ha concluso Carmela Pace.

Anche l’ultimo report della Commissione Europea fotografa l’Italia come un ambiente poco meritocratico e non del tutto fondato sull’uguaglianza e sulle pari opportunità: è infatti piazzata agli ultimi posti nella classifica sul Vecchio Continente (25esima su 29) per disparità di genere nel settore high tech. L’impegno è quindi quello di creare occasioni e opportunità affinché siano le stesse ragazze a scegliere il proprio destino e percorso professionale, in assenza di condizionamenti e imposizioni sociali. Il futuro richiede l’eliminazione di divari e retaggi culturali che condizionano e limitano l’accesso delle donne al mondo IT.

Anche per questo il 14 ottobre al Toolbox di Torino non si celebra solo la gender digital equality ma una nuova prospettiva di approccio all’inclusione. A curare l’evento è hackher_ , un progetto multidisciplinare che ha l’obiettivo di avvicinare il genere femminile al mondo Stem e che nasce da Bridge The Gaps, realtà non profit che è impegnata ad abbattere il divario che incrementa le discriminazioni sociali, mirando a rendere la tecnologia alla portata di tutti. Le ragazze partecipanti, sotto la supervisione di coach esperti, avranno la possibilità di mettersi alla prova ideando e sperimentando il learning by doing, acquisendo competenze tecniche con cui potranno ideare e realizzare la loro mission.
L’appuntamento non ha solo lo scopo di avvicinare l’universo femminile all’impatto sfidante dell’ambito tecnologico ma anche infondere fiducia sul fatto che non ne sia precluso a nessuno l’ingresso e crescita professionale.

L’evento è sostenuto da Bakeca.it, piattaforma di riferimento nel settore degli annunci gratuiti che mette a disposizione un buono Amazon del valore di mille euro al team ritenuto vincente nell’Hackathon da una giuria di role models del settore IT.
L’appuntamento non ha solo lo scopo di avvicinare l’universo femminile all’impatto sfidante dell’ambito tecnologico ma anche infondere fiducia sul fatto che non ne sia precluso a nessuno l’ingresso e crescita professionale.

In apertura immagine da Pixabay


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