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L’Anac torna a chiedere il parere del non profit sugli appalti sociali

L’Autorità nazionale anticorruzione ha indetto una consultazione pubblica, aperta a tutti gli attori sociali fino a metà novembre, sullo schema delle linee guida che contengono le «Indicazioni in materia di affidamenti di servizi sociali»

di Francesco Dente

L’Anac torna a chiedere il parere del non profit sugli appalti sociali. L’Autorità nazionale anticorruzione ha indetto una consultazione pubblica, aperta a tutti gli attori sociali fino a metà novembre, sullo schema delle linee guida che contengono le «Indicazioni in materia di affidamenti di servizi sociali».

L’Anac punta infatti a rivedere le precedenti Linee guida del 2016 che, dopo essere state sottoposte a consultazione pubblica, erano state “congelate” dal Consiglio di Stato. Palazzo Spada aveva suggerito infatti all’Autorità di attendere la stabilizzazione del quadro normativo. Basti pensare che l’anno successivo alla diffusione delle linee guida era stato approvato il Codice del Terzo settore (d.lgs. 3 luglio 2017, n. 117).

La matassa ora si è sbrogliata e pertanto si può ripartire con la raccolta dei pareri. Nel frattempo infatti sono intervenuti tre passaggi importanti. Il decreto legge 76/2020 ha introdotto alcune modifiche al Codice dei contratti pubblici che consentiranno di realizzare un miglior coordinamento con il testo unico del terzo settore. La Corte Costituzionale, secondo momento, con la nota e rivoluzionaria sentenza 131 di giugno 2020 ha chiarito la natura e la finalità dei rapporti fra il terzo settore e gli enti pubblici ai sensi dell’articolo 55 del Codice del terzo settore (relativo al coinvolgimento degli enti non profit). Da ultimo, terza novità, il Ministero del lavoro ha adottato il decreto n. 72 del 31/3/2021 che disciplina in dettaglio proprio i procedimenti di co-programmazione e di co-progettazione previsti rispettivamente dall’articolo 55 del Cts.

Il legislatore insomma ha circoscritto meglio il campo di applicazione agli affidamenti sociali sia del Codice dei contratti che del Codice del Terzo settore. Ebbene, il codice degli appalti pubblici (su cui vigila l’Anac) si applicherà ai «servizi sanitari, servizi sociali e servizi connessi» previsti dall’articolo 142, comma 5-bis. L’Autorità presieduta Giuseppe Busia ha pubblicato le indicazioni ora oggetto della consultazione con l’intento di stabilire, si spiega nella premessa, dei «suggerimenti volti a favorire l’omogeneità dei procedimenti amministrativi e lo sviluppo delle migliori pratiche, senza introdurre prescrizioni vincolanti per le stazioni appaltanti». Non diktat, dunque.

Le linee guida, in particolare, intervengono sui seguenti temi: programmazione del servizio, aggregazione e centralizzazione della domanda, accessibilità, continuità, completezza e qualità dei servizi. Spazio anche al coinvolgimento e alla responsabilizzazione degli utenti, al criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa individuata sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo, al principio di rotazione negli affidamenti sotto soglia e infine alla proroga tecnica. La parte conclusiva è riservata ai regimi derogatori previsti dal codice.

Allo schema è accompagnata una relazione Air (Analisi di impatto della regolazione) che fa luce sul mercato di riferimento e sulla situazione relativa agli affidamenti di servizi sociali superiori a 150mila euro nel periodo 2016-18. I dati sono illuminanti. Si evince, ad esempio, che «circa la metà degli affidamenti per numero e oltre un quarto degli affidamenti per valore dell’importo di aggiudicazione sono assegnati con la partecipazione di un solo concorrente». Gli stakeholder che vorranno fare sentire la loro voce compilando l’apposito modulo presente sul sito dell’Anac potranno formulare le osservazioni su 20 temi del documento sottoposto a consultazione pubblica. Termine ultimo le ore 18 del 15 novembre 2021.


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