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#ourfoodfuture, al via la campagna internazionale per riformare il sistema alimentare

Il sistema alimentare globale è in uno stato allarmante: molti alimenti presenti nei supermercati europei contengono ingredienti invisibili come violazioni dei diritti umani e degrado ambientale. La campagna internazionale #OurFoodOurFuture portata avanti da WeWorld, che coinvolge 16 organizzazioni dell'UE, del Sud Africa e del Brasile, chiede di cambiare radicalmente il sistema

di Redazione

Il sistema alimentare globale è in uno stato allarmante: molti alimenti presenti nei supermercati europei contengono ingredienti invisibili come violazioni dei diritti umani e degrado ambientale. La campagna internazionale #OurFoodOurFuture portata avanti da WeWorld – organizzazione impegnata da 50 anni a garantire i diritti di donne, bambine e bambini in 25 Paesi del mondo compresa l’Italia – coinvolge 16 organizzazioni dell'UE, del Sud Africa e del Brasile, chiede di cambiare radicalmente il sistema.

“Nell'ambito della campagna #OurFoodOurFuture abbiamo approfondito i temi dello sfruttamento e in particolare quello dei diritti dei migranti e delle migranti donne nella filiera agroalimentare”, spiega Margherita Romanelli, Coordinatrice Policy e Advocacy di WeWorld. La ricerca – dal titolo “Lo sfruttamento lavorativo delle donne migranti nella filiera agroalimentare: il caso dell’Agro-Pontino” e consultabile sul sito dell’Organizzazione – è stata condotta dal sociologo Marco Omizzolo nell’area dell’Agro Pontino ed oltre ad offrire un’ampia panoramica del fenomeno raccoglie dati e testimonianze dei lavoratori e delle lavoratrici straniere. Ne emerge un quadro che evidenzia diffusi casi di sfruttamento lavorativo, violenza fisica, verbale e di genere.

La campagna, inoltre, ha l’obiettivo di chiedere alla Commissione europea di presentare senza ulteriori ritardi una legge che obblighi le aziende a rispettare i diritti umani e l’ambiente lungo le catene di approvvigionamento globali per prodotti commercializzati in Europa attraverso un processo di due diligence (cd., mandatory Human Rights and Environmental Due Diligence – mHREDD). La proposta di legge dovrebbe rispettare le raccomandazioni del Parlamento Europeo e della società civile in merito, per garantire che soggetti più vulnerabili come donne e migranti possano avere un accesso effettivo alla giustizia e ottenere un congruo risarcimento per i danni subiti. Con un'azione di protesta per e-mail attiva in tutta Europa, si intende evitare un ulteriore rinvio della presentazione del progetto di legge.

Il Commissari europei Didier Reynders (Giustizia), Thierry Breton (Mercato Interno) e la Vicepresidente della Commissione per i Valori e la Trasparenza Věra Jourová, responsabili dell’iniziativa legislativa, sono invitati a presentare una proposta ambiziosa. “Chiediamo a gran voce l'applicazione e il rafforzamento di alcune leggi esistenti e la costruzione di nuove che, in un’economia globale, si occupino di cosa succede anche nei territori più sperduti dove spesso sono delocalizzate ingenti produzioni, obbligando le aziende anche in quei territori al rispetto dei diritti umani e dell’ambiente”, continua Margherita Romanelli “Una buona legge sarà un vantaggio per tutti, contribuirà a contenere il riscaldamento climatico, il dumping sociale ed economico che la globalizzazione genera, non solo per i lavoratori e le lavoratrici, ma anche per le molte imprese virtuose che non subiranno più una concorrenza sleale”.

Le attività:
Sabato 9 ottobre al Mercato Ritrovato in Piazzetta Pasolini, a Bologna, si è tenuto l’evento “Fai tu la storia”, un incontro con i produttori locali e un laboratorio-performance sul cibo agricolo con la compagnia teatrale Koinè. In uno stand del Mercato inoltre, è stato allestito un banchetto informativo della campagna #OurFoodOurFuture, dove vari prodotti agricoli verranno contrassegnati da adesivi particolari. Il codice QR presente in essi, infatti, conduce i consumatori alla pagina https://ourfood-ourfuture.eu/foodtest/it/per mostrargli quali ingredienti invisibili sono presenti nei prodotti che consumiamo, sensibilizzando nel richiedere alla Commissione europea una ambiziosa legge europea sulla catena di approvvigionamento.
Sabato 16 ottobre, in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, lancio dello spot di campagna e di 4 video prodotti da alcuni ragazzi degli istituti tecnici di Bologna, che hanno partecipato ai laboratori di comunicazione audiovisiva organizzati dalle associazioni SMK Videofactory e Baumhaus.
Martedi 26 ottobre, I volti dell’estrattivismo tra locale e globale incontro al Centro Costa a Bologna in via Azzo Gardino 44 dalle 17.30 dove Margherita Romanelli di WeWorld dialogherà tra gli altri ospiti con l’esperto Carlos Augusto Herz Sáenz del Centro Bartolomé de las Casas sull’attuale contesto di estrattivismo in Amerca Latina e con il sociologo Marco Omizzolo sui risultati della ricerca “Lo sfruttamento lavorativo delle donne migranti nella filiera agroalimentare: il caso dell’Agro-Pontino”. Sarà l’occasione per spiegare, grazie all’intervento di Maria Pia Sacco di Human Rights International Corner perché una legge europea sulla dovuta diligenza da parte delle imprese è necessaria.

La campagna:

"Our Food. Our Future" riunisce 16 organizzazioni della società civile in 13 paesi e 7 paesi partner nazionali del Financial Support to Third Parties (FSTP) in tutta Europa e nel mondo. Intendiamo costruire una forte coalizione di giovani in tutta Europa e lavoreremo insieme per perseguire la nostra visione comune: un sistema alimentare socialmente giusto e sostenibile. Un sistema alimentare agroecologico che sia basato sui diritti umani. Un sistema in cui la sovranità alimentare e i diritti dei lavoratori migranti diventino realtà. Insieme aumenteremo la consapevolezza dell'impatto ecologico così come delle ingiustizie e delle disuguaglianze che i lavoratori e le loro famiglie, i piccoli proprietari e i migranti sperimentano mentre producono e trasportano il cibo che mangiamo. I giovani europei e la loro richiesta di cambiamento sono il motore chiave della nostra campagna. Insieme costruiremo un grande movimento partecipativo, metteremo in discussione le nostre abitudini di consumo e faremo pressione su legislatori, supermercati e aziende alimentari per portare finalmente un cambiamento di sistema su larga scala.