Economia & Impresa sociale 

Start up sociali innovative: al via l’iter per valorizzare i lavoratori autistici

È iniziato l’iter in Parlamento del ddl sulle “start up sociali innovative”, che prevede sgravi e incentivi per le iniziative imprenditoriali profit che fanno dell’inclusione sociale e lavorativa di persone con disabilità e con disturbi dello spettro autistico il caposaldo della propria attività. Il documento è stato pensato e costruito con PizzAut; Il Tortellante e Banda Rulli Frulli

di Sabina Pignataro

«Dopo quasi due anni dalla sua nascita, la commissione Lavoro del Senato ha incardinato il disegno di legge sulle “start up sociali innovative”. Si tratta della proposta tesa a sostenere, da parte dello Stato, iniziative imprenditoriali profit che fanno dell’inclusione sociale e lavorativa di persone con disabilità e con disturbi dello spettro autistico il caposaldo della propria attività». A darne notizia è il senatore Eugenio Comincini, primo firmatario della proposta insieme a Matteo Renzi, Davide Faraone, Laura Garavini e Simona Malpezzi.

Concretamente significa che il testo inizia l'iter parlamentare per diventare Legge dello Stato. «Mi auguro che avendo già riscontrato un largo consenso nelle diverse forze politiche, il testo possa trasformarsi in norma in breve tempo», commenta Comincini. «Il testo menziona esplicitamente le persone con disturbi dello spettro autistico, ma l’auspicio è quello di riuscire a sostenere le start up sociali innovative che daranno sostegno anche a persone con altre forme di disabilità o di esclusione sociale, attraverso percorsi realmente innovativi».

La logica sottesa al disegno di legge, che era stato presentato nel novembre 2019 e aveva ricevuto il sostegno di Giuseppe Conte e l'attenzione del Ministro del lavoro Andrea Orlando, «è quella di favorire e sostenere la nascita e lo sviluppo di imprese la cui attività è orientata al mercato e al profit, tenendo conto, per un periodo limitato, dei maggiori oneri e costi di un’organizzazione produttiva basata sull’operatività di personale affetto da disturbi dello spettro autistico».

In tale prospettiva le disposizioni introdotte con la nozione di startup a vocazione sociale rispondono a una logica di sostegno iniziale, anche robusto, per poi affievolirsi, risultando non per seguibile un approccio di sussistenza e assistenza che invece è giustamente applicato ad altri tipi di organizzazioni, come ad esempio onlus, cooperative sociali, imprese sociali.

A breve cominceranno le audizioni. «Chiederò certamente che possano essere ascoltate PizzAut nutriamo l'inclusione, Il Tortellante (laboratorio terapeutico – abilitativo di Modena dove giovani e adulti nello spettro autistico imparano a produrre pasta fresca fatta a mano, ndr) e Banda Rulli Frulli (la banda nata nel 2010 a Finale Emilia, ndr): realtà fantastiche con e grazie alle quali questo disegno di legge è stato pensato e costruito», sottolinea il Senatore.

«Vi ringrazio con le mie lacrime.
Ci sono cose che ti rendono orgoglioso…
Ci sono cose che non fai per tuo figlio ma per tutti i figli speciali…
Ci sono cose che possono cambiare un pezzettino di mondo…
Ci sono cose che ti fanno piangere di gioia…
Ci sono cose che possono dare maggiore dignità alle persone disabili e speranza nuova alle loro famiglie…»

Il commento su facebook di Nico Acampora, fondatore di PizzAut nutriamo l’inclusione

Requisiti

Le start up innovative “a vocazione sociale”, secondo un pronunciamento del Mise in accordo con il ministero del Lavoro, sono incompatibili con l’impresa sociale, nonostante operino in ambiti spesso affini.

Nella bozza del documento si legge che la qualifica di start-up a vocazione sociale si consegue «quando l’impresa impiega per un periodo non inferiore a un anno, come dipendenti o collaboratori a qualsiasi titolo, in una proporzione uguale o superiore ai due terzi della forza lavoro complessiva, lavoratori con disturbi dello spettro autistico». La società però non deve essere costituita da non più di sessanta mesi (5 anni). Tra gli altri requisiti, la società, non distribuisce, e non ha distribuito, utili; e a partire dal secondo anno di attività, il totale del valore della produzione annua, così come risultante dall’ultimo bilancio non è superiore a 5 milioni di euro.

Nella logica di favorire esclusivamente le «nuove» imprese innovative, l’orizzonte temporale previsto per l’applicazione della disciplina prevista per le start up è di sessanta mesi decorrenti dalla data di iscrizione nella sezione speciale del registro delle imprese ai sensi delle normativa sulle start-up innovative, quale termine ritenuto congruo per la fase di avviamento e crescita di una nuova impresa innovativa.

Incentivi all’investimento

A proposito degli incentivi all’investimento, l’articolo 4 specifica che «dall’imposta lorda sul reddito delle persone fisiche si detrae un importo pari al 20 per cento della somma investita dal contribuente nel capitale sociale di una o più start-up sociali per cinque esercizi successivi a quello in corso alla data dell’investimento stesso».

L’investimento massimo detraibile non può eccedere, in ciascun periodo d’imposta, l’importo di euro 50 mila e deve essere mantenuto per almeno tre anni.

Assegno di invalidità

Così come previsto nel documento, «l’erogazione dell’assegno o pensione di invalidità è sospesa per il periodo di assunzione nella startup a vocazione so­ciale». La “sospensione” consente la riattivazione della pensione di invalidità con semplice domanda all’INPS, nel momento in cui la persona assunta, per qualsiasi ragione, non sia poi in grado di poter lavorare (evitando così di riavviare il complesso e lungo iter per il riconoscimento della pensione).

Incentivi alle assunzioni

«Ai datori di lavoro è concesso a domanda un incentivo, per un periodo di trentasei mesi e nella misura del 70 per cento della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali, per ogni lavoratore con disturbi dello spettro autistico assunto con rapporto di lavoro a tempo indeterminato».

Le somme necessarie per sostenere queste iniziative, valutati in 2 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2021, saranno attinti dal Fondo per il diritto al lavoro dei disabili (arti­colo 13 della legge 12 marzo 1999, n. 68).


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA