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Sostenibilità sociale e ambientale

Milano da ripensare, la città oltre le narrazioni

L’esperienza dell’attraversamento della pandemia ha mostrato una realtà: uno slancio sociale nuovo, con nuovi protagonisti e problemi profondi lasciati sotto la superficie delle narrazioni. Occorre incarnare l’altra città, quella reale, condividere un’immagine più vera del ‘tutto ritorni come prima’. Dialogo con Dario Di Vico, Giornalista, Corriere della Sera; Luca Doninelli, Scrittore; Elena Granata, Architettura e Studi urbani, Politecnico; Luciano Gualzetti, Direttore Caritas Ambrosiana; Antonio Intiglietta, Imprenditore; Ferruccio Resta, Rettore Politecnico

di Redazione

I freddi numeri dati dalla Caritas, oltre un milione di poveri assoluti in più rispetto al pre-pandemia, arrivando al picco di 5,6 milioni pari a 2 milioni di famiglie, diventano caldi incuneati nella crisi delle forme di convivenza e inducono a tornare sul tema della forma delle nostre città, della nostra città, Milano. Anche per capire se al crescente distacco dalla politica in termini di partecipazione al voto, corrisponda un indebolirsi della propensione partecipativa alla vita comunitaria.

L’esperienza dell’attraversamento della pandemia ha mostrato una realtà: uno slancio sociale nuovo, con nuovi protagonisti (si pensi agli slanci del volontariato e alla gratuità scoperta come dimensione del fare e non più e non solo come tempo dopo il lavoro) e problemi profondi lasciati sotto la superficie delle narrazioni. Occorre incarnare l’altra città, quella reale, condividere un’immagine più vera del ‘tutto ritorni come prima’, ipotesi non solo impossibile ma non augurabile per molti versi.

Nella città del lungo periodo Covid, dalla società, dalle persone, dai fatti vissuti, sono emersi, con una evidenza che interroga tutti, situazioni che indicano un cambiamento. Direzioni nuove e più autentiche da una parte, problemi sedimentati e profondi ai quali rispondere. Dal lavoro agli anziani, dai giovani, alle povertà educative, dall’università al caro vita.

Il disinteresse che segna la recente tornata elettorale può essere indicativo di un fare come se nulla fosse accaduto. È interessante invece, e urgente, mettere a fuoco quali priorità ideali e visioni concrete del vivere vogliamo condividere per la nostra città.

Ci sono due immagini che più che altre dicono le contraddizioni di Milano a tutto tondo, le sue diseguaglianze che bisogna evitare di non guardare se davvero si vuole ripensare un nuovo modello di città.

È stato inaugurato a settembre a Milano il nuovo campus sportivo dell’Università Bocconi: un complesso all’avanguardia e aperto alla comunità che completa il nuovo Campus urbano il cui progetto architettonico è stato firmato da noto studio giapponese Sanaa. Un progetto che comprende un pensionato da 300 posti inaugurato nel 2018, la sede di SDA Bocconi School of Management con aule e uffici, inaugurata l’anno dopo, e ora il nuovo centro sportivo. Un centro bellissimo e aperto alla città, ma dietro l’angolo, letteralmente dietro l’angolo si allunga sempre più la fila a “Pane quotidiano”.

Sempre a settembre a due passi dalla via Gluck di Celentano nel fianco sinistro della Stazione su via Sammartini ha inaugurato Mercato Centrale Milano. Sembrerebbe proprio essere un nuovo gioiello della corona milanese questo nuovo mercato. Eppure, qualcosa che non torna c'è. A lasciare perplessi non sono tanto le barriere architettoniche un po' dappertutto, che si è tentato di mitigare con un ascensore (ma che può portare una sola persona alla volta) e con le scale mobili (impraticabili da carrozzine e passeggini), né gli spazi angusti che portano inesorabilmente ad accalcare gli avventori, in periodo Covid. No, a rendere questo nuovo Eataly straniante è la prossimità con l'imbocco del sottopasso Mortirolo, quel tunnel che attraversa alle spalle la stazione dove dormono clochard, senza tetto e immigrati tra le auto che sfrecciano. Sempre qui c'era il centro di accoglienza per i migranti del mediterraneo. Il disagio nell'ombra del cavalcavia, le luci cangianti e le note del dj. A due passi uno dall'altro. Leggete la bella inchiesta di Maria Lorenzo Alvaro qui.

A Milano abbiamo zone come quella di Brera che hanno il pil pro capite del Lussemburgo e altre come Quarto Oggiaro in cui il pil pro capite è come quello del Montenegro. Le famiglie, gli studenti universitari, gli anziani: quali sono le risposte per queste persone.

Milano ha cambiato pelle e in due anni di pandemia ha ferite profonde che occorre guardare, guardare le ferite e le contraddizioni questo sarà l’intento del dialogo prevsito per Martedì 26 ottobre 2021 ore 20,45 all'Auditorium CMC Largo Corsia dei Servi 4 a Milano con:

Dario Di Vico, Giornalista, Corriere della Sera; Luca Doninelli, Scrittore; Elena Granata, Architettura e Studi urbani, Politecnico; Luciano Gualzetti, Direttore Caritas Ambrosiana; Antonio Intiglietta, Imprenditore; Ferruccio Resta, Rettore del Politecnico

introduce Camillo Fornasieri
coordina Riccardo Bonacina

Ingresso con prenotazione e Green Pass

Prenotazione Pubblico


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