Comitato editoriale

Giornata europea della sordocecità

«Dopo il riconoscimento ufficiale della LIS e della LIST, la risoluzione del Parlamento europeo volta ad introdurre una definizione comune di disabilità che guardi alla persona nella sua globalità e non solo alla sua minorazione, ci fa sperare che le persone sordocieche possano ricevere un trattamento uniforme in Italia come nel resto d’Europa»

di Redazione

Si celebra oggi la Giornata Europea della sordocecità. La data ricorda l’anniversario della fondazione della European Deafblind Union (EDbU), federazione di associazioni nazionali di e per le persone sordocieche. È l’occasione giusta per accendere l’attenzione su una disabilità specifica, purtroppo ancora non riconosciuta in tutti i Paesi europei: il mancato riconoscimento come disabilità specifica ha contribuito nei fatti a una persistente invisibilità statistica della sordocecità, cosa che ha rallentato il processo di analisi dei bisogni specifici delle persone sordocieche, delle barriere e delle disuguaglianze che sono costrette ad affrontare. L’Italia si trova a metà strada.

In Italia sono circa 189 mila e circa 2,5 milioni in Europa le persone che comunicano e si orientano prevalentemente con il tatto. Nell’ultimo anno il riconoscimento della LIS (Lingua dei Segni Italiana), della LIST (Lingua dei Segni Italiana Tattile) e della figura dell’interprete (un sostegno fondamentale per la vita di chi non vede e non sente) hanno rappresentato nel nostro paese dei grandi passi avanti: eravamo infatti l'ultimo Paese europeo a non aver ancora riconosciuto la propria lingua dei segni nazionale. Il Parlamento europeo cdi recente ha adottato una risoluzione che invita l’Unione europea ad adottare una definizione comune della disabilità e ad introdurre una Carta europea della disabilità per il riconoscimento comune di tale condizione.

«Dopo il riconoscimento ufficiale da parte del nostro Governo della LIS e della LIST, la risoluzione del Parlamento europeo volta ad introdurre una definizione comune di disabilità che guardi alla persona nella sua globalità e non solo alla sua minorazione ci fa sperare che queste persone possano ricevere un trattamento uniforme in Italia così come nel resto d’Europa», annota Francesco Mercurio (nel video), Presidente del Comitato delle persone sordocieche della Fondazione Lega del Filo d’Oro Onlus.

«Il problema che ancora oggi ci colloca indietro rispetto ai Paesi più virtuosi è la concezione strettamente sanitaria che l’Italia ha della disabilità, che rende centrale la minorazione. A restituire a tutti noi un po’ di speranza per il futuro è la recente risoluzione del Parlamento europeo, che suggerisce agli Stati membri di adottare una carta europea e una concezione di disabilità condivisa definita come il rapporto che la persona con minorazione ha con l’ambiente nel quale vive. Questo significa considerare la persona nella sua globalità e non per la sua disabilità, concetto da sempre caro alla Lega del Filo d’Oro e che speriamo possa portare da ora in poi queste persone a ricevere un trattamento uniforme in Italia così come nel resto d’Europa».