Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Economia & Impresa sociale 

Si è aperto a Venezia il Social Enterprise Open Camp – Planet & People

Elena Casolari, Presidente di Fondazione Opes-Lcef: “eccoci qui per celebrare chi lavora duramente, gli imprenditori sociali che cercano di cambiare il nostro sistema economico attraverso nuove idee e nuove soluzioni”. Peter Holbrook, AD di Social Enterprise UK: “Le imprese sociali sono molto interessanti proprio perchè sono create per mettere al primo posto le persone e l’ambiente. Se si usa il benessere creato per affrontare i problemi e le nuove sfide può nascere una piccola rivoluzione.

di Redazione

San Servolo (VE), 23 ottobre 2021 – Si è aperto oggi nella splendida cornice dell’isola di San Servolo nella laguna di Venezia il Social Enterprise Open Camp – Planet & People, l’evento che coinvolgerà 200 imprenditori sociali da tutto il mondo co-organizzato da Fondazione Opes-Lcef, uno dei primi veicoli italiani di Impact Investing e da CGM, il principale network di imprese sociali in Italia.

L’evento formativo di carattere internazionale in programma fino a 26 ottobre ha l’obiettivo di permettere alle imprese a impatto di crescere grazie all’interlocuzione con i protagonisti dell’industria e della finanza, attraverso una modalità immersiva declinata in workshop, dibattiti, incontri e casi di studio.

Ad aprire i lavori è stata Elena Casolari, Presidente di Fondazione Opes-Lcef e AD di Opes Italia che ha sottolineato “eccoci qui per celebrare chi lavora duramente, gli imprenditori sociali che cercano di cambiare il nostro sistema economico attraverso nuove idee e nuove soluzioni. Come possiamo aumentare l’impatto di queste imprese affinché crescano e siano di successo? Di che tipo di finanziamenti hanno bisogno? Siamo qui oggi per ascoltare le storie di imprenditori, associazioni, finanziatori, che hanno un compito fondamentale in questo sistema”.

Elena Casolari ha poi introdotto Peter Holbrook, AD di Social Enterprise UK, realtà che rappresenta 100.000 imprese del Regno unito e che lavora per promuovere l’impresa sociale come modello per cambiare sia il business, sia la società. Nel corso della sua carriera Holbrook ha fondato, sviluppato e supportato centinaia di diverse imprese sociali e fornito consulenza a task force governative nel Regno Unito e all’estero. “Quando ero più giovane ho cominciato promuovendo cause sociali per me molto importanti, la guerra fredda, l’apartheid, la deforestazione e tante altre iniziative. Ho cominciato con le proteste, ma poi mi sono reso conto che bisognava pensare a creare soluzioni e non pensare solo alle cause dei problemi” – ha ricordato Holbrook. “Ho trovato un modo per avviare una carriera nel mondo del cambiamento sociale con il Social Enterprise UK. Non mi è mai piaciuta l’idea della beneficienza, perché il cambiamento sociale è un diritto e non deve dipendere dal volontariato degli altri. Quanto può essere difficile cambiare il mondo? Se fosse stato semplice sarebbe già successo! Lo sviluppo umano è stato molto rapido se pensiamo agli ultimi 150 anni. Le migrazioni, gli investimenti esteri, le specie che si estinguono, tutto è diventato più veloce. Affrontiamo tante sfide, abbiamo prodotto più plastica negli ultimi 10 anni di quanta ne abbiamo prodotta negli ultimi 100 e continuiamo a produrne ancora di più. Stiamo perdendo specie e habitat, in particolare nel Sud del mondo, e anche l’acqua è un bene che scarseggia. Affrontiamo un periodo veramente difficile e sappiamo e dobbiamo immaginare cosa succederà. Gli obiettivi di sviluppo sostenibile ci fanno vedere dove siamo e dove dobbiamo andare. Cosa possiamo fare? Alcuni anni fa l’economista Friedman ha fatto una dichiarazione che riguarda la natura dei mercati. Finché le aziende lavorano secondo le norme del mercato, questa è l’unica responsabilità sociale che hanno. Si tratta di una regola che non ha funzionato: abbiamo bisogno di un altro sistema per affrontare le nostre sfide. Servono modi diversi di pensare, strutture diverse che ci consentiranno di rendere le persone e l’ambiente prioritarie rispetto alla creazione di benessere. Le imprese sociali sono molto interessanti proprio perchè sono create per mettere al primo posto le persone e l’ambiente. Se si usa il benessere creato per affrontare i problemi e le nuove sfide può nascere una piccola rivoluzione. Credo che creare soluzioni di cui ha bisogno il mondo alimenti il nostro cuore. Non si tratta solo di soldi e di stato sociale, perché quando vediamo amore verso le persone che ci circondano, si ha la sensazione di avere uno scopo e ci si sente premiati”.

Nel corso della quattro giorni sessioni plenarie si alterneranno a workshop dove verranno proposti casi di studio e modelli di imprenditoria sociale capaci di stare sul mercato, di essere sostenibili e allo stesso tempo innovativi. Saranno esplorati il ruolo e le potenzialità delle imprese sociali in relazione alla salvaguardia del pianeta, alla tutela e gestione delle risorse, all’assunzione di stili di vita e di consumo sostenibili, alla capacità di affrontare e resistere a crisi ed emergenze inattese – come il Covid 19 – mettendo in atto forme di resilienza, rigenerazione e nuove strategie aziendali per la mitigazione del rischio imprenditoriale.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA