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Vietnam: un volo speciale per 91 coppie adottive

In un momento in cui le partenze delle coppie per adottare sono ancora limitate dal Covid, ecco la bella notizia di 16 coppie italiane che in questo momento sono a Ho Chi Minh City, in Vietnam, all’interno di un grande gruppo di 91 coppie europee. Domani le nuove famiglie rientreranno in Italia, pronte a cominciare quella nuova vita che hanno tanto desiderato

di Sara De Carli

C’è la coppia che era pronta a partire a marzo 2020 e che è stata costretta a rimandare l’abbraccio con il figlio per quasi 19 mesi. C’è quella che a malincuore ha lasciato a casa in Italia i figli più grandi, rimandando l’incontro tra i fratelli. Tutte sono partite senza sapere esattamente quanto sarebbero state via, pronte anche a fare prima quattro e poi due settimane di quarantena in hotel, accettando le indicazioni che man mano arrivavano. Sono 16 le coppie italiane che in questo momento sono a Ho Chi Minh City, in Vietnam, all’interno di un gruppo di 91 coppie europee: qui hanno incontrato i loro figli e il 23 ottobre con la “Cerimonia della consegna” hanno perfezionato le adozioni. Le autorizzazioni all’ingresso per i 16 bambini sono arrivate ieri sera e domani le nuove famiglie rientreranno in Italia, pronte a cominciare quella nuova vita che hanno tanto desiderato.

La partenza di questo gruppo di famiglie era attesa per fine 2020, subito dopo il viaggio che nell'ottobre di un anno fa aveva coinvolto 36 coppie adottive europee, tra cui 8 italiane: la partenza era stata rinviata di mese in mese, sembrava che giugno 2021 fosse il momento buono e invece era arrivata ancora una delusione. I comunicati pubblicati dalla CAI in questi mesi fanno riferimento all’impossibilità da parte dell’Autorità centrale vietnamita (MOJ) a pianificare e autorizzare la partenza dei genitori adottivi prima per una serie di eventi nazionali, quali il Congresso del Partito di Governo, la pausa del Tet e il cambio del Capo del Governo e del Presidente della Repubblica, poi per il peggioramento della situazione sanitaria nel Paese.

«La nostra referente locale è potuta uscire di casa solo il 6 settembre, dopo un mese di lockdown. Lo stesso i funzionari», conferma Anna Benedetta Torre, presidente di Ariete, che ha seguito 6 delle coppie che ora sono in Vietnam. «In poco più di un mese è stato organizzato questo viaggio per 91 coppie, siamo riusciti finalmente a vedere la luce. Mi auguro che d’ora in poi le cose tornino un po’ alla normalità e che le coppie, dotate di green pass, potranno partire in maniera più libera e fluida nel tempo, non con questi grandi gruppi. Noi ne avremmo altre pronte a partire subito, sul Vietnam». Le coppie sono partite dall’Italia il 19 ottobre e sono volate su Doha: qui, grazie alla collaborazione delle ambasciate europee in raccordo con l’Autorità centrale, è stato organizzato un volo speciale che ha portato tutte le 91 coppie europee a Ho Chi Minh City. I bambini, provenienti da varie province, sono arrivati tutti in città e qui hanno incontrato i loro genitori. Lucia Lombardi ha seguito l'operazione per Azione Famiglie Nuove, l’ente con cui hanno adottato altre 5 coppie (ritratte nella foto) delle 16 italiane. «Due settimane fa si parlava ancora di una quarantena in hotel di due settimane, poi invece visto che tutte le coppie hanno il greep pass la quarantena è stata tolta, anche se i genitori per sicurezza sono stati fatti restare in hotel, incontrandosi con le altre coppie e mangiando insieme. Anche la “Cerimonia della Consegna”, che perfeziona l’adozione, è stata fatta in una sala congressi attigua all’hotel», dice.

«Non è il viaggio che avevamo sognato di fare: del Vietnam non vedremo nulla se non quello che vediamo dalla finestra dell’hotel e la sala dove faranno le cerimonie, però questo viaggio ci rimarrà nel cuore. Oltre a donarci un figlio ci ha dato la possibilità di vivere questo momento insieme a tante coppie come noi, di tutta Europa, creando un clima di collaborazione e complicità senza pari. Caro Vietnam, torneremo!», scrive una famiglia lombarda sul sito di AFN. Marzia Rigliani, la direttrice generale dell'ente, racconta proprio del dolore di alcune coppie, che hanno dovuto lasciare a casa gli altri figli e dei progetti che già stanno facendo per tornare tutti insieme in Vietnam, ma anche della grande gioia ed emozione che le famiglie in questi giorni hanno condiviso: «Sono stati mesi difficili, estenuanti. Si può immaginare lo stato d’animo di chi era pronto a partire a marzo/aprile 2020 e ha dovuto attendere tanto a lungo. Abbiamo fatto molti incontri mirati con queste coppie, che desideravano capire a livello di governi e di autorità centrali cosa si stava facendo. Poi quando vedi il bambino tutto si supera, hanno mandato foto che parlano da sole. Anche a noi come ente questo momento dà grande speranza: quest’anno oltre a queste 5 adozioni concluse abbiamo avuto solo 4 ingressi, dalle Filippine. Noi vogliamo vogliamo continuare ad essere in questi Paese e a fare adozioni. L'adozione internazionale una delle più alte forme di cooperazione tra stati, significa trovare una famiglia a un bambino che ne ha diritto e soprattutto ne ha bisogno. È un grande speranza per noi operatori», dice.

Il momento per le adozioni internazionali continua ad essere difficile. L'ente Ariete racconta ad esempio di una ventina di adozioni concluse quest'anno, anche se – dice la presidente – «piano piano e con cautela le cose stanno ripartendo. Abbiamo alcune coppie che sono appena tornate dall’India, a luglio ha ripreso anche la Federazione Russa, ci sono la Colombia e il Cile… I paesi in cui siamo presenti come Ariete e come Fondazione Nidoli sono ripartiti tutti, è un buon segnale: mandiamolo, perché le coppie ne hanno molto bisogno», dice Torre. Quello che stenta ancora a riprendere, invece, sono i nuovi incarichi: «La partecipazione agli incontri informativi online con gli enti è molto alta, ma poi mi sembra che le coppie prendano tempo e non facciano il passo concreto. Molte si decidono solo quando hanno il decreto vicinissimo alla scadenza. Fanno riferimento alla situazione incerta per via del Covid, ma si sa che dare un incarico oggi non significa partire fra pochi mesi».

In copertina, coppie AFN in Vietnam, photo credit AFN (www.afnonlus.org)


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