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Roseto Valfortore, il borgo pugliese che diventa virtuoso con le energie rinnovabili

La Comunità Energetica Rosetana è stata premiata nei giorni scorsi all'Ecomondo 2021 di Rimini. Un modello che parte nel 2018 e brucia le tappe, offrendo vantaggi a cittadini e investitori. La sindaca Parisi pone l'accento sull'utilizzo virtuoso delle fonti rinnovabili per tutti, soprattutto coloro che abitano in luoghi rurali e marginali dell'Europa. Nel frattempo è stata costituita una Cooperativa di Comunità: i cittadini sono allo stesso tempo produttori e fruitori di beni e servizi

di Luigi Alfonso

Il 29 ottobre scorso, all’Ecomondo di Rimini, è stato premiato per la seconda volta “per la promozione e l’avvio della Comunità Energetica Rosetana e le correlate e innovative iniziative sociali”. Roseto Valfortore, un paese di 1.042 abitanti in provincia di Foggia, è una delle realtà annoverate tra i Borghi più belli d’Italia. La scelta di Roseto di creare una comunità energetica sul suo territorio viene da lontano.

«Già a dicembre 2018 – spiega la sindaca Lucilla Parisi – fu presentato ai cittadini, nel corso di un seminario, un modello elaborato da Friendly Power, un gruppo che investe nella produzione di energia da fonti rinnovabili, il quale ha realizzato lo studio di fattibilità sociale, economico e finanziario della Comunità Energetica Rosetana. Il processo di creazione della CER si articolava in quattro fasi, ognuna con lo scopo principale di aumentare la quota di energia auto-consumata da tutti i membri e dalla Comunità Energetica nel suo complesso. A quel tempo con vi erano incentivi, pertanto stabilimmo che gli investimenti in ogni fase sarebbero stati realizzati “utilizzando” una parte della bolletta elettrica dei membri della comunità, in modo che la percentuale di uso delle fonti di energie rinnovabili (FER) sarebbe progressivamente aumentata, portando vantaggi ambientali ed economici, come la stabilizzazione dei prezzi o i risparmi sulle bollette future».

Il Regolamento di funzionamento interno della Comunità Energetica, in verità, ha consentito al CER di Roseto Valfortore di accorciare notevolmente i tempi di realizzazione delle quattro fasi. Oggi l'energia prodotta da uno o più impianti FER può essere condiviso e auto-consumata da più auto-consumatori. «È questo il motivo per cui siamo potuti partire subito dalla fase 3, quella degli impianti di comunità», sottolinea la sindaca Parisi. «Il Comune, con l'approvazione di Statuto e Regolamento interno di funzionamento, ha messo a disposizione della CER le proprie pertinenze con la finalità di realizzare su queste ultime gli impianti fotovoltaici. Così, cittadini e imprese hanno potuto partecipare fin da subito, anche se non dispone di pertinenze idonee, all'installazione del fotovoltaico ».

Friendly Power si sta occupando della redazione del bilancio energetico e del bilancio delle emissioni di CO2 della CER, in modo da dimensionare al meglio gli impianti e fissare gli obiettivi di riduzione delle emissioni inquinanti. Considerato l’orizzonte temporale di incentivazione delle CER (20 anni) e la necessità di competenze tecniche e risorse finanziarie per realizzarle e svilupparle, si è reso necessario l’utilizzo di strumenti e servizi per le CER, fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Friendly Power, attraverso Creta Energie Speciali (una società spin off dell’Università della Calabria), ha progettato e realizzato alcuni prodotti (come smart meter e nanogrid) e servizi (power cloud), con un sistema intelligente di accumulo dell’energia che consente di aumentare il consumo di energia condivisa e, di conseguenza, il valore degli incentivi erogati dal Gestore Servizi Energetici (GSE), che a quel consumo è legato.

«La CER – precisa la sindaca – ha scelto di non eseguire direttamente gli investimenti, ciò vuol dire che l’Amministrazione comunale e gli altri membri della CER non avranno esborsi finanziari. A realizzare gli impianti e ad assicurarne la gestione e la manutenzione sarà una società di investimenti del Gruppo Friendly Power. La CER, utilizzando gli incentivi riconosciuti dal GSE, pagherà un canone per l’utilizzo dell’energia prodotta dagli impianti stessi e le attività di gestione e di manutenzione. Gli incentivi che rimarranno alla Comunità potranno essere condivisi tra i membri della stessa CER, oppure utilizzati per realizzare impianti fotovoltaici residenziali per allargare la platea dei partecipanti alla CER, o ancora per contrastare la povertà energetica, partecipare in parte alla realizzazione di altri impianti di Comunità o concedere contributi ai membri per la realizzazione di interventi di efficientamento e risparmio energetico».

Il modello finanziario costruito da Frendly Power e condiviso da Ecomill (una società di crowdfunding) e Banca Popolare Etica prevede che la società che realizza gli impianti sarà aperta, dando la priorità ai piccoli investitori locali e a tutti i cittadini interessati sul territorio nazionale. La presenza del crowdfunding è importante per garantire la massima trasparenza nei rapporti tra il management della società e i piccoli investitori. In sostanza, investire attraverso il crowdfounding nella Comunità Energetica significa garantirsi benefici economici, sociali e ambientali oltre che un interessante rendimento finanziario. La ricchezza creata sarà prodotta, distribuita e reinvestita sul territorio, e andrà ad alimentare un sistema di sviluppo locale auto-sostenibile che necessiterà sempre meno di attingere risorse dall’esterno.

«Una piccola realtà, come è appunto il nostro borgo – sottolinea la sindaca Parisi – è perfetta per la creazione di una Comunità Energetica. Per un soggetto non di Roseto, investire nella nostra Comunità Energetica, al di là dei suddetti benefici economici e finanziari, significa sostenere un modello di sviluppo innovativo, che punta a diventare un esempio di utilizzo virtuoso delle fonti rinnovabili per tutti i cittadini europei, soprattutto coloro che abitano in luoghi rurali e marginali. La replicabilità di progetti come il nostro contribuirebbe a raggiungere uno degli obiettivi fondamentali fissati dall’Unione Europea in ambito energetico».

A Roseto Valfortore, infine, è stata costituita anche una Cooperativa di Comunità, altra faccia della stessa medaglia. «Sia la CER che la cooperativa sono modelli di innovazione sociale, dove i cittadini sono produttori e fruitori di beni e servizi», mette in evidenza Lucilla Parisi. «Entrambi sono modelli che creano sinergie e coesione in una comunità, mettendo a sistema le attività di singoli cittadini, imprese, associazioni e istituzioni, rispondendo così ad esigenze plurime di mutualità».