Politica & Istituzioni

Invalidi civili e lavoro: Orlando assicura una soluzione immediata

«Posso assicurare che il Ministero del Lavoro, sentito l'INPS, sta elaborando un intervento per consentire l'erogazione della prestazione in certi limiti reddituali», ha detto oggi Andrea Orlando. La nuova interpretazione data dall'Inps del concetto di "inoccupazione" «non solo ha preoccupanti ricadute sulla vita delle singole persone, ma rischia di depotenziare fortemente il percorso verso l'inclusione lavorativa delle persone con disabilità che rappresenta un obiettivo primario»

di Sara De Carli

«Il Governo è consapevole che si rende necessario e imprescindibile un immediato intervento legislativo, che riconduca il quadro normativo a canoni di ragionevolezza, rispondendo a fini di tutela sostanziale delle persone con disabilità». E anche: «la tutela delle categorie di invalidi civili che hanno diritto al riconoscimento di determinate prestazioni economiche richiede con urgenza una soluzione efficace a una questione che investe la vita di persone e di famiglie in condizioni di fragilità e difficoltà».

Sono frasi di Andrea Orlando, Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, pronunciate al question time di oggi pomeriggio. L'interrogazione è stata presentata dal Pd, con Chiara Gribaudo come prima firmataria e Stefano Lepri che l'ha illustrata in Aula. Il Ministro ha spiegato che il messaggio n. 3495 dell’Inps del 14 ottobre scorso, relativo alla concessione dell'assegno di invalidità, ha fatto riferimento alla legge n. 247 del 2007, che ha richiesto, come requisito per il riconoscimento dell'assegno mensile di assistenza, non più l'incollocazione al lavoro, bensì lo stato di inoccupazione. Già nel 2008, l'INPS ha ritenuto di identificare il requisito del mancato svolgimento dell'attività lavorativa con lo stato di disoccupazione, considerati i dati della non stabilità del rapporto di lavoro, ovvero la soglia del reddito conseguito. «A fronte di questa interpretazione dell'istituto, si è sviluppato un orientamento giurisprudenziale di segno diverso, nel ritenere che lo svolgimento dell'attività lavorativa, quale che sia la misura del reddito ricavato, precluda il diritto all'assegno di invalidità», ripercorre il ministro. Il messaggio dell'INPS del 14 ottobre sembra recepire questo orientamento giurisprudenziale e «ha determinato il timore della sospensione dell'assegno a favore dei beneficiari che svolgono attività lavorativa. Tale nuova interpretazione non solo ha preoccupanti ricadute sulla vita delle singole persone, ma rischia di depotenziare fortemente il percorso verso l'inclusione lavorativa delle persone con disabilità, necessario per la realizzazione di quei progetti di vita indipendente, che rappresenta un obiettivo primario per le politiche pubbliche in questo ambito. Il Governo è pertanto consapevole che si rende necessario e imprescindibile un immediato intervento legislativo, che riconduca il quadro normativo a canoni di ragionevolezza, rispondendo a fini di tutela sostanziale delle persone con disabilità. A questo fine, posso assicurare che il Ministero del Lavoro, sentito l'INPS, sta elaborando un intervento, volto a rivisitare la formulazione vigente del precetto normativo, per consentire l'erogazione della prestazione in certi limiti reddituali, a prescindere dalla natura del reddito. Tale proposta emendativa sarà inserita nel veicolo normativo più opportuno tra quelli in discussione in Parlamento, molto probabilmente in sede di conversione del decreto-legge in materia fiscale, al fine di giungere a una celere definizione della questione, che consenta il pieno sostegno economico agli invalidi civili parziali».


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