Welfare & Lavoro

L’impatto della collaborazione nel welfare locale

L'intervento di Maria Grazia Nasazzi della Fondazione Comunitaria Lecchese, nel quarto dei cinque appuntamenti del ciclo di workshop a cura dell’impresa sociale Consorzio Girasole in partnership con Euricse, con il patrocinio del Comune di Lecco, Confcooperative dell’Adda, Csv Monza Lecco Sondrio e Anci e con il contributo di Fon.Coop

di Maria Grazia Nasazzi

Come Fondazione non siamo qualcosa di statico che rimane immutato nel tempo. Ma vivendo di relazioni cambiamo e siamo cambiati costantemente.

Come Fondazioni Comunitaria stiamo in piedi se intorno abbiamo una comunità e viceversa cerchiamo una comunità dove poter operare. Quel “comunitaria” segna ed evidenzia che negli anni abbiamo fatto un passo importante: dall’essere cassaforte della comunità siamo diventati piattaforma che organizza e promuove alleanze.

So di dire cose un po’ astratte ma anche la teoria è importante. Siamo quindi una piattaforma di ricomposizione per promuovere alleanze. Va bene la distribuzione delle risorse su richiesta ma questo è diventato secondario negli ultimi anni. Oggi si privilegiano alleanze tra enti e istituzioni che sono una risorsa più preziosa del nostro patrimonio finanziario. Perché ci permette di entrare davvero nei bisogni del territorio rendendoci vivi e attivi.

Il Covid ci ha aiutato ulteriormente a scegliere questo passaggio e questo percorso, proprio perché ci siamo trovati d fronte a una comunità fragile e in attesa, attenta a quello che succedeva intorno.

Questa scelta ci ha imposto una flessibilità. La rigidità su certe posizioni, che abbiamo avvertito, non permetteva più di essere efficienti.

Anche guardando all’esterno, senza entrare nel tema delle normative, ci siamo resi conto che la tendenza è che molte attività del nostro welfare vengono definiti ben comuni. Questo allearsi e co-progettare è già un bene comune. È una questione culturale che bisogna affrontare. Il percorso è già un bene comune. Non solo l’esito. È qualcosa che dobbiamo tenere bene a mente perché è un passaggio culturale importante.

In questo senso l’ascolto è importantissimo. Investiamo moltissimo in questo ascolto dei territori. Senza questo scambio il bisogno non può essere compreso. E su questo ascolto costruiamo rapporti. Anche qui è già bene comune questo ascolto. Non solo la risposta che ne deriva. In questo modo la collaborazione diventa qualcosa di più, diventa corresponsabilità. Questo è un cemento che tiene insieme i territori. Tutti gli attori seduti intorno al tavolo dalle parrocchie alle banche, passando per enti e imprese, sono parte del percorso.

Così si costruisce una rappresentanza civica e civile. Una responsabilità condivisa che non lascia mai indietro nessuna fragilità o povertà. E va oltre la comunità stessa favorendo dialettica e protagonismo sociale.


*Maria Grazia Nasazzi della Fondazione Comunitaria Lecchese


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