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Futuro dell’Europa, il ruolo chiave della società civile

Il Gruppo Diversità Europa del Cese, in partnership con Civil Society Europe, ha organizzato una conferenza sullo stato delle organizzazioni della società civile in Europa, in collaborazione con rappresentanti di Ocs attive sul territorio e le loro organizzazioni ombrello europee

di Cristina Barbetta

Le organizzazioni della società civile sono le “Guardiane del bene comune”. Così Séamus Boland, presidente del Gruppo Diversità Europa del Comitato economico e sociale europeo (Cese), che ha aperto la conferenza sullo stato delle organizzazioni della società civile in Europa, organizzata congiuntamente dal Gruppo Diversità Europa del Cese e da Civil Society Europe, dal titolo: "Civil Society Organisations: Key Actors for the Future of Europe" (Organizzazioni della Società Civile: Attori Chiave per il Futuro dell'Europa). «Sono molto determinate, innovative e piene di risorse, spesso con forti network locali ed expertise. E hanno anche un ruolo chiave come innovatori sociali ed economici, nel senso che “incollano” le nostre comunità tra di loro». Séamus Boland ha evidenziato sia la portata delle sfide che le società europee si trovano ad affrontare al momento, sia la necessità di una cooperazione con la società civile per superare queste difficoltà.

Infatti il valore sociale e civico delle organizzazioni della società civile europee viene spesso trascurato e messo in discussione. In molti Paesi europei i governi stanno limitando le libertà pubbliche e finanziarie delle organizzazioni della società civile, con il pretesto della crisi di Covid-19.

«L’articolo 11 del Trattato dell’Unione europea ha accresciuto le nostre aspettative che la società civile sarebbe diventata un interlocutore privilegiato, che avrebbe lavorato con una partnership diretta con le istituzioni europee. Tuttavia queste aspettative non sono ancora state soddisfatte», ha osservato Séamus Boland. Che ha reiterato la richiesta del Gruppo Diversità Europa e del Comitato economico e sociale europeo di un dialogo strutturato e regolare tra i politici e le organizzazioni della società civile, come quello con i partner sociali. Riguardo al futuro e alle opportunità offerte dai Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza e dalla Conferenza sul Futuro dell’Europa, «strumenti nei quali le organizzazioni della società civile hanno recentemente messo le loro speranze e aspirazioni», Boland ha affermato che «ci dev’essere un grande senso di urgenza e di coraggio da parte della società civile, delle istituzioni europee e degli Stati membri», e ha sottolineato la necessità di cogliere l’attimo.

Le organizzazioni che hanno partecipato alla conferenza hanno espresso determinazione a rafforzare la loro cooperazione per prevenire una riduzione dello spazio civico, sostenendo la necessità di un dialogo civile. Di fronte a sfide crescenti per le Osc, sia politiche sia economiche, saranno cruciali i finanziamenti, specialmente per le piccole organizzazioni, una protezione giuridica efficace, capacity building e ricorso a procedure esistenti Ue di reclamo.

Jean-Marc Roirant, presidente di Civil Society Europe, ha sottolineato il ruolo di grande importanza delle associazioni. «Abbiamo organizzato questo meeting», ha spiegato perché «volevamo riflettere insieme su dove siamo arrivati, come membri del Cese e come organizzazioni della società civile. Siamo gli stakeholder per la costruzione dell'Europa del futuro», ha affermato. Roirant ha parlato delle sfide che coinvolgono coloro che gestiscono le organizzazioni della società civile, in particolare della «denigrazione di queste organizzazioni, che agiscono come intermediari all’interno della società», e del crescente desiderio da parte delle autorità di indebolire l'indipendenza delle Osc. Altre preoccupazioni espresse da Roirant nei confronti delle organizzazioni della società civile sono la burocrazia, le intimidazioni, gli abusi della polizia in certi Paesi europei, la riduzione dello spazio civico della società civile. «La situazione è drammatica» , ha affermato , «le associazioni stanno soffrendo e i finanziamenti sono soggetti a condizioni». Il presidente di Civil Society Europe ha chiesto che venga intrapresa un’azione congiunta contro tutti questi sviluppi, «dal momento che le organizzazioni della società civile sono democrazia in azione e libertà di espressione», e Roirant le considera «particolarmente importanti in un periodo in cui i cittadini pensano che la loro voce non sia mai ascoltata».

Vera Jourová, vicepresidente della Commissione europea per le politiche sui valori e sulla trasparenza, è intervenuta in un videomessaggio: «La società civile è vitale per avere democrazie sane, società dove le persone possano effettivamente godere dei loro diritti. Le organizzazioni della società civile hanno un ruolo fondamentale nel sostenere i valori comuni su cui l’Ue si fonda: lo Stato di diritto, i diritti parlamentari e la democrazia». La vicepresidente Jourová ha delineato le opportunità di finanziamento per rafforzare le Osc. «Con questi fondi vogliamo mandare un messaggio chiaro: le organizzazioni della società civile devono giocare il loro ruolo in maniera indipendente ed effettiva» , ha detto.

La presidentessa del Cese Christa Schweng ha affermato che «fornire un setting per il dialogo e la partecipazione civica è ora più importante che mai data la discussione in corso sulla ripresa e sul futuro dell’Europa e le situazioni difficili che dobbiamo affrontare. Mi riferisco», ha precisato la presidentessa, «alle derive autoritarie e alle minacce messe in essere ai diritti fondamentali e allo Stato di diritto in alcuni Stati membri dell'Unione europea. Stiamo assistendo a un arretramento della democrazia, all’interferenza con il sistema giudiziario e a uno spazio civico che si riduce. In questo contesto difficile considero la trasparenza e la partecipazione dei cittadini e delle organizzazioni della società civile cruciali nel sostenere i valori fondamentali e nel rivestire il ruolo di cosiddetti “watchdog”». Schweng ha evidenziato come le sfide delle organizzazioni della società civile sono state esacerbate dalla pandemia. Il 10 per cento di esse in Europa, ha affermato, ha subito molestie legali. Inoltre la presidentessa del Cese ha esortato le istituzioni dell'Ue «a considerare la società civile organizzata come interlocutore chiave per ideare e implementare riforme per superare la pandemia e prepararsi per il futuro» e ha ribadito la richiesta del Comitato di un follow-up adeguato della Conferenza sul Futuro dell’Europa attraverso una dashboard online. La presidentessa del Cese ha anche sottolineato il ruolo di collaborazione del Liaison Group del Cese con le organizzazioni della società civile, anche nel contesto della Conferenza sul Futuro dell’Europa.

Andreas Accardo dell’Agenzia Ue per i Diritti Fondamentali, ha spiegato che le minacce sono un attacco ai diritti umani, dal momento che minano l’accesso delle persone ai diritti. «Le organizzazioni della società civile in Europa forniscono servizi essenziali alla comunità e sensibilizzano sui diritti (..) La pandemia di Covid-19 ha mostrato che una società civile vivace è vitale per il nostro tessuto sociale. I dati della Fundamental Rights Agency mostrano che lo spazio civico è stato sotto pressione durante l’epidemia di Covid-19. Rafforzare e sostenere la società civile deve quindi essere parte della ripresa». Secondo un'analisi dell’Agenzia, le organizzazioni della società civile hanno dovuto affrontare sfide per quanto concerne le regolamentazioni, i finanziamenti, la partecipazione, l’accesso diretto ai decisori politici, le minacce e gli attacchi. Questo è stato confermato da diverse testimonianze durante la conferenza.

Karolina Dreszer-Smalec, vicepresidente di European Civic Forum e presidentessa della National Federation of Polish NGOs, ha affermato che di fronte alle complesse sfide sociali, la società ha bisogno di nuovi scenari per il futuro, in modo che possiamo uscire da queste situazioni più forti. Le organizzazioni non governative indipendenti devono essere coinvolte nel decidere attivamente il futuro dei loro Paesi e di tutta l’Europa. Tuttavia esse devono essere indipendenti dalle decisioni politiche dei loro governi, avere le risorse necessarie per agire ed essere coinvolte in ogni stadio dei processi decisionali.

La conferenza ha visto la partecipazione di numerosi rappresentanti di Osc, e la presentazione dei primi risultati di uno studio del Cese su “Le implicazioni della pandemia di Covid-19 sui diritti fondamentali e lo spazio civico”, richiesto dal gruppo Diversità Europa. Lo studio sarà pubblicato agli inizi del 2022.

A questo link le conclusioni e le raccomandazioni della conferenza.

Foto dell'articolo: ©EU


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