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Partita da Milano “Cart-T. Destinazione futuro”

La prima tappa della campagna itinerante e online promossa dall’Associazione italiana contro Leucemie, linfomi e mieloma e che proseguirà nel 2022 prende il via dalla Lombardia dove sono presenti sette centri autorizzati alla somministrazione della terapia che sta cambiando il trattamento dei tumori. Un’iniziativa in progress per fare informazione e per tenere aggiornati pazienti e familiari

di Antonietta Nembri

La Lombardia non è stata scelta a caso per la prima tappa della campagna itinerante sul territorio italiano pensata da Ail – Associazione italiana contro leucemie, linfomi e mieloma per esplorare e far conoscere le Car-T, la grande innovazione che sta cambiando il trattamento dei tumori. Con i suoi sette Centri autorizzati alla somministrazione, il numero più alto tra le Regioni italiane, ma anche con un gran numero di specialisti e ricercatori che partecipano allo sviluppo delle terapie nonché con la presenza della rete delle sezioni Ail, che supporta il percorso di cura dei pazienti e dei loro familiari e collabora con i Centri per monitorare l’efficacia dei trattamenti la Lombardia è all’avanguardia sul fronte delle Car-T.
Si tratta di cure che ingegnerizzano i linfociti T per aiutarli a combattere i tumori e che rappresentano la grande speranza nel trattamento delle malattie oncologiche e oncoematologiche. Tre quelle già approvate a livello europeo, altrettante in dirittura di arrivo, con tassi di remissione completa fino all’82% per la Leucemia Linfoblastica Acuta, il tumore più frequente in età pediatrica, tra il 40 e oltre il 50% per due Linfomi non-Hodgkin molto aggressivi (Linfoma diffuso a grandi cellule B e Linfoma primitivo del mediastino) e un importante miglioramento della sopravvivenza (2 anni per il 51% dei pazienti) nel Mieloma. Queste terapie, inoltre, vengono studiate anche per l’impiego contro altre malattie ematologiche e i tumori solidi.

Tutte ragioni che rendono le Car-T una speranza sempre più concreta per quei malati che non rispondono alle terapie convenzionali, ma sollevano anche interrogativi su aspetti quali sicurezza, organizzazione, costi, modalità di accesso. Il “successo” delle Car-T rischia però di ingenerare anche tante speranze e ansie nei pazienti, perché queste terapie non sono per tutti, servono dei requisiti e proprio per permettere una migliore conoscenza e informazione su di esse Ail ha deciso di impegnarsi in una campagna (ne avevamo parlato qui)realizzata con il supporto non condizionante di Celgene (ora parte di Bristol Myers Squibb), Janssen e Novartis: un vero e proprio “viaggio nel futuro” della lotta ai tumori, al quale sono invitati a partecipare pazienti, familiari, medici e Istituzioni, articolato in eventi sul territorio e attività digitali finalizzate ad accrescere l’informazione, misurare le aspettative, far emergere bisogni e criticità.

«Un progetto che Ail ha fortemente voluto e vuole per fare informazione in modo corretto» ha esordito Sergio Amadori, presidente nazionale Ail. «L’arrivo delle Car-T ha aperto nuove prospettive per alcune malattie ematologiche, ha innescato grandi aspettative tra i pazienti e i loro familiari e ha suscitato grande entusiasmo anche tra noi ematologi: ma serve un’informazione corretta, puntuale e trasparente per chiarire dubbi e incertezze su una terapia così innovativa» continua Amadori che spiega così la scelta di una campagna itinerante e online di informazione sulla terapia «realizzata con il supporto delle aziende farmaceutiche primarie impegnate nella produzione delle Car-T. L’obiettivo è spiegare ai pazienti e ai loro familiari che l’arma delle Car-T c’è ed è efficace, ma in questo momento non è un’arma per tutti, è indicata solo per alcuni tipi di malattie ematologiche e solo per pazienti con requisiti adeguati, in Centri autorizzati. L’altro obiettivo è aprire a livello nazionale e locale un confronto con specialisti e decisori per valutare le criticità e per creare le premesse affinché questa innovazione abbia pieno successo».

La campagna prevede una landing page dedicata all’interno del sito di Ail con tutte le più importanti informazioni relative alle terapie, insieme a una mappa dei Centri autorizzati alla somministrazione. Le attività di informazione sono arricchite da un video-racconto orale, disponibile sulla landing page di campagna, nel quale Andrea Grignolio, Docente di Storia della Medicina e Bioetica dell’Università San Raffaele di Milano – Cnr Ethics narra il percorso di scoperta che ha portato a questo approccio rivoluzionario nel trattamento dei tumori.

«Le Car-T possono essere considerate come la terapia per pazienti che non hanno altre opzioni terapeutiche» ha spiegato Paolo Corradini, Direttore Divisione di Ematologia, Fondazione Irccs Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, Cattedra di Ematologia, Università degli Studi di Milano e presidente Società Italiana di Ematologia in video collegamento. «Queste terapie combinano almeno due aspetti fondamentali: sono terapie intelligenti, in quanto identificano un solo recettore espresso dalle cellule tumorali e risparmiando i tessuti sani del paziente; secondo, sono terapie molto personalizzate e mirate perché sono prodotte a partire dai linfociti del singolo paziente al quale vengono reinfuse dopo il processo di ingegnerizzazione che arma i linfociti contro le cellule tumorali e, altra peculiarità, possono rimanere a lungo nell’organismo del paziente in cui vengono reinfuse, garantendo un meccanismo d’azione protratto nel tempo e in grado di riattivarsi ogni volta che la malattia ricompare». In un secondo intervento Corradini ha poi ricordato come si stiano studiando anche altre forme tumorali che potrebbero essere trattate con le Car-T in un prossimo futuro.

Molto resta ancora da capire e da studiare rispetto alla sicurezza e all’efficacia di queste cure, il cui utilizzo è associato al rischio di eventi talvolta gravi, la sindrome da rilascio di citochine, che è provocata da un’eccessiva risposta immunitaria. Inoltre, può verificarsi la riduzione dei linfociti B e degli anticorpi e la persistenza di citopenia tardiva. Alle criticità acute si può rimediare con un buon impianto organizzativo e formativo e con lo stretto contatto con le terapie intensive. Le criticità di tipo cronico devono avvalersi di un buon team di patologia che faccia leva su ematologi dedicati. Per questo le terapie Car-T possono essere somministrate in un numero limitato di Centri di ematologia e oncoematologia, pediatrica e per adulti, ad alta specializzazione per il trattamento delle Leucemie e dei Linfomi, con specifici requisiti.
«La terapia Car-T rappresenta uno sviluppo articolato e specializzato dell’attività caratteristica dei Centri di trapianto avanzato», afferma Fabio Ciceri, professore Ordinario di Ematologia Università Vita-Salute San Raffaele, Direttore U.O. Ematologia e Trapianto di Midollo Osseo, Irccs Ospedale San Raffaele «i Centri di trapianto dove vengono somministrate le Car-T sono esperti in trapiantologia complessa, in particolare proprio nel trapianto effettuato da donatore da registro, perché dal punto di vista clinico bisogna saper governare le eventuali complicanze che non sono molto dissimili dalle complicanze gravi del trapianto da donatore».

All’incontro che si è tenuto al Palazzo dei Giureconsulti sono intervenuti anche Rosa Chianese, responsabile della Struttura di coordinamento per le attività trasfusionali della Lombardia e Giuseppe Piccolo, coordinatore regionale Trapianti di Regione Lombardia.

In un intervento registrato Andrea Biondi, professore di Pediatria, Università degli Studi Milano Bicocca, Direttore Clinica Pediatrica Fondazione MBBM, Ospedale San Gerardo di Monza, European Reference Network (ERN) PaedCan, EuroBloodNet, MetabERN, ha osservato: «Grazie ai progressi degli ultimi anni la Leucemia Linfoblastica Acuta può essere considerata guaribile nell’80% dei bambini ma la sfida è guarire di più, perché un 15-20% non guarisce e, purtroppo, muore ancora oggi a causa di questa malattia per i pazienti che vanno incontro a ricaduta o sono resistenti a più linee di trattamento le terapie cellulari Car-T hanno dato risultati straordinari. Il Centro Maria Letizia Verga di Monza ha partecipato agli studi registrativi ma dobbiamo essere consapevoli che siamo solo all’inizio di questa nuova pagina della medicina. Abbiamo bisogno della ricerca per disporre di Car-T con un migliore profilo di sicurezza, più efficaci, cioè in grado di prevenire la ricaduta della malattia che spesso perde il bersaglio contro cui abbiamo sviluppato queste terapie, ed infine che siano più sostenibili da un punto di vista economico».

Il trattamento con le terapie Car-T prevede un percorso lungo e segnato da paure, dubbi e aspettative. Ogni fase di cura necessità di uno speciale accompagnamento. La sezione Ail di Milano ha attivato da marzo 2021 l’ambulatorio psicologico per supportare e ascoltare i pazienti ematologici che sta riscuotendo notevole successo con decine di richieste. «Come sezioni territoriali siamo dei paracadute» ha commentato Matilde Cani, Responsabile Progetti Istituzionali di Ail Milano, sezione attiva dal 1976. «Siamo orgogliosi di sostenere progetti attivi presso l’Istituto Nazionale Tumori sulle Car-T, uno studio prospettico sulle patologie mieloproliferative e uno studio sul linfoma primitivo del mediastino, entrambi per il monitoraggio della terapia Car-T e le caratteristiche biologiche e cliniche predittrici di efficacia per valutarne l’andamento ed essere in grado di anticipare eventuali ricadute, così da personalizzare il più possibile il trattamento». Cani ha anche ricordato la rete di supporto composta da 14 alloggi (per 57 posti letto) che hanno permesso 20.600 pernottamenti gratuiti, ma soprattutto la volontà di accompagnare i pazienti che vengono a Milano e che si trovano in un particolare stato di vulnerabilità, sia sanitaria sia economica grazie anche al progetto “Ail accoglie. Vicini concretamente”. Uno degli ultimi servizi messi in campo da Ail Milano inoltre è all’istituto nazionale dei Tumori un laboratorio per il sostegno psicologico nei pazienti con tumori del sangue.

Della sfida psicologica e della bisogno di speranza dei pazienti ha parlato Eleonora Criscuolo, Responsabile dell’Ambulatorio di Supporto Psicologico Ail Milano. «Il supporto psicologico garantisce uno spazio protetto in cui la persona è libera di condividere l’esperienza vissuta in tutte le sue dimensioni e in cui può trovare risorse e punti di forza necessari a fronteggiare l’intero percorso terapeutico inoltre, il supporto psicologico permette di valutare l’impatto emotivo delle terapie Car-T e aiuta a migliorare l’aderenza al percorso terapeutico».

A chiudere gli interventi Eleonora, una giovane paziente, tra le prime a ricevere le Car-T a Milano, che ha portato la sua testimonianza di persona guarita «sono una lunga sopravvivente, dopo un anno e mezzo sono ancora negativa e ho ripreso la mia vita al 10 per cento», ha sottolineato dopo aver ricordato che al momento della terapia era al quarto stadio avanzato del linfoma e si era dimostrata refrattaria a tutte le altre cure.

La campagna promossa dall’Ail, che coprirà questa ultima parte dell’anno (la prossima tappa a dicembre in Veneto) e proseguirà anche nel 2022, è una iniziativa in progress: le informazioni veicolate attraverso il sito e negli eventi saranno aggiornate in relazione alle novità che arriveranno dal fronte della ricerca, delle autorizzazioni dell’Aifa e delle esperienze cliniche.

In apertura un momento dell'icontro a MIlano