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Economia & Impresa sociale 

I volti di Legacoopsociali. Il sud

La due giorni del quinto Congresso Nazionale di Bologna vedrà sul palco alternarsi sindaci, ministri, esperti. Ma il vero cuore cooperativo è in platea. Laura Cirella, del Consorzio Macramé di Reggio Calabria, racconta: «son qui perché ho fatto una scelta di vita e politica. Rimanere sul mio territorio e combattere la mafia, con le armi della cooperazione e del lavoro»

di Lorenzo Maria Alvaro

«Siamo il più grande consorzio di cooperative sociali della Calabria. Riassumiamo 30 organizzazioni nella Regione. La nostra mission è il benessere delle persone che perseguiamo con servizi e cure sia per le persone che per le comunità. In particolare con la gestione dei beni confiscati alla ‘ndrangheta».

Laura Cirella, del Consorzio Macramé di Reggio Calabria, a Bologna per il V Congresso Nazionale di Legacoopsociali si occupa dei progetti e dei servizi connessi proprio ai beni confiscati.

«Gestiamo due terreni confiscati. Uno nella Piana di Gioia Tauro a Rosarno l’altro a Merito Porto Salvo, nella parte Ionica. Un agrumeto di 11 ettari. Infine abbiamo una palazzina Liberty in centro a Reggio Calabria che abbiamo ristrutturato. Su ogni bene abbiamo dei progetti in corso. In particolare, a Reggio, costruiremo un welfare lab. L’attività principale riguarda però Giano, progetto finanziato dal Ministro dell’Interno dentro al Pon Legalità 2014-2020 e che ci vede assistere 30 organizzazioni che gestiscono beni confiscati in tutta la Calabria», racconta Cirella.

In Calabria naturalmente la lotta alla mafia è uno delle mission principali della cooperazione sociale. «Oggi le ‘ndrine sono una delle mafie più forti e invasive del mondo, un fenomeno trasversale devastante. La Calabria è una terra complessa ed è una delle regioni più povere d’Europa. In tanti decidono per questo di andarsene. Io invece ho scelto di rimanere. Ho fatto una scelta di vita e politica. È una sfida. Però credo che la cooperazione e il lavoro che la cooperazione genera possa essere la leva per dire che si possono cambiare le cose», sottolinea la cooperatrice.

E in questo senso i beni confiscati sono sostanziali: «la cosa che fa arrabbiare di più i mafiosi è dimostrare loro concretamente che si può creare un’economia virtuosa, pulita, etica e legale. È quello che cerco di fare ogni giorno. In più dimostra a tutti che si può fare a meno di loro». Per questo Macramé ha 75 dipendenti, 30 progetti attivi e nel 2021 ha sviluppato un’economia complessiva di due milioni di euro.

Questo è il primo Congresso Nazionale per Cirielli. «Una grande emozione. Un’esperienza bellissima. Siamo qui con una mostra dedicata proprio a quello che stiamo facendo. I temi che sento fortemente miei del programma sono quelli che riguardano la prossimità. È un tema che giù da noi è sostanziale. Senza prossimità questa opera di epurazione della logica mafiosa non è neanche pensabile», conclude la cooperatrice.


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