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Caro Ministro Bianchi, con il Pnrr si sostengano 100 comunità educanti delle aree fragili del Paese

«Occorre partire dai luoghi che hanno costruito indirizzi e orientamenti di policy che il Pnrr e le politiche educative non possono ignorare», scrivono alcuni esponenti della società civile al Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. «Partiamo da 100 aree fragili del Paese e dalle comunità educanti che si sono sviluppate intorno alle scuole, superando la logica dei finanziamenti a pioggia», si legge nel documento. E domani 1° dicembre alle 11:30 il Forum Disuguaglianze e Diversità, tra i firmatari della lettera, presenta il Rapporto “Patti Educativi Territoriali e percorsi abilitanti. Un’Indagine Esplorativa”. All’evento è previsto anche l'intervento del Ministro

di Redazione

In vista della presentazione della ricerca del Forum Disuguaglianze e DiversitàPatti educativi territoriali e percorsi abilitanti. Un’indagine esplorativa”*, che sarà presentata domani mattina presso la sede dell’Associazione daSud (anche online al sito e la pagina Facebook del del ForumDD), Fabrizio Barca (ForumDD), Antonella Di Bartolo (dirigente scolastica), Franco Lorenzoni (EducAzioni), Raffaela Milano (Save the Children), Andrea Morniroli (ForumDD), Chiara Saraceno (EducAzioni), Alessia Zabatino (ForumDD), Marco De Ponte (Action Aid), Salvatore Morelli (ForumDD), Elena Granaglia (Università di Roma Tre), Katia Scannavini (Action Aid), scrivono al Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, il cui intervento è tra l’altro previsto domani mattina nell’ambito della stessa occasione.

La pandemia – si legge – ha lasciato tracce pesanti nelle vite e nei percorsi scolastici di migliaia di bambine e bambini, ragazze e ragazzi. Chi prima della crisi sanitaria e della chiusura delle scuole faceva più fatica è stato maggiormente colpito, perché questo tempo ha aumentato le disuguaglianze e reso più dure fragilità e povertà preesistenti, mostrando apertamente ciò che già prima non andava. Sempre più Dirigenti scolastici, docenti, educatrici ed educatori denunciano l’accrescersi delle povertà educative e degli abbandoni che accrescono l’area del fallimento formativo. La situazione è ancora più difficile in alcune aree del Paese, dove la fragilità educativa è alimentata da marginalità sociale ed economica e da profonde deprivazioni culturali”.

E’ proprio in queste aree – aggiungono i firmatari nella lettera al Ministro – che si sono sviluppate in questi anni straordinarie alleanze educative che hanno visto lavorare insieme, in un'integrazione virtuosa, scuole, comuni, soggetti del civismo attivo e dell'impresa sociale, imprenditori e imprenditrici, operatori e operatrici culturali che sempre più vanno assumendo il compito e la cura dell'educare e dell’istruire, considerandola responsabilità pubblica e collettiva: sono le comunità educanti”.

Crediamo sia importante cominciare da qui a contrastare la povertà educativa, la dispersione e i divari educativi. Occorre partire dai luoghi che hanno costruito indirizzi e orientamenti di policy che il PNRR e le politiche educative non possono ignorare”. Si tratta di una linea di intervento complementare e propedeutica ai percorsi di mentoring individualizzato per il rafforzamento delle competenze di base così come all'alfabetizzazione informatica, previsti dal PNRR.

In quest’ottica, si potrebbe dunque partire da 100 aree fragili del Paese e dalle comunità educanti che si sono sviluppate intorno alle scuole, superando la logica dei finanziamenti a pioggia: “Serve insomma un governo centrale autorevole, lungimirante e coraggioso che apra una sperimentazione fondata sullo sviluppo educativo locale: la definizione di 100 aree fragili; la costruzione di linee di indirizzo e orientamento che, pur con la necessaria flessibilità, definiscano le finalità e le cornici su cui declinare metodi e operatività delle sperimentazioni locali; la creazione e il consolidamento di Patti educativi territoriali e di comunità con una regia pubblica e locale; un sistema robusto di valutazione quantitativa e qualitativa dell'impatto e dei risultati raggiunti. Si può fare. Ci sono le comunità educanti da dove partire e ci sono gli elementi per individuare le 100 aree fragili. Ci sono le risorse del PNRR dedicate ai divari educativi da cui attingere per la realizzazione del percorso. Sappiamo – concludono i firmatari, rivolgendosi al Ministro Bianchi – che è in sintonia con questo impianto. Per questo siamo fiduciosi che si arrivi a definire al più presto un intervento e una politica in grado di governare tale sfida e innovazione”.

*La ricerca esplora la natura, le finalità e i cambiamenti generati da 15 patti e alleanze educative attivi sul territorio nazionale, con l’obiettivo di avanzare proposte per costruire un’agenda politica sull’uguaglianza e sull’equità in educazione (intesa come uguaglianza di opportunità), che parta da alcune esperienze territoriali. Proposte che possano orientare l’azione di chi può contribuire a determinare le politiche educative e le risorse con cui realizzarle per raggiungere l’obiettivo comune di una maggiore giustizia sociale


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