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Sanità & Ricerca

«Biotestamento? Voglio essere libero di scriverlo in piena coscienza»

Giuseppe è un uomo di 70 anni, padre e nonno appagato della propria vita. «Ora che posso scegliere, vorrei scrivere il mio biotestamento». Gli esperti di Vidas lo stanno aiutando a sciogliere ogni dubbio. «Abbiamo l’opportunità di dare dignità alla nostra morte»

di Sabina Pignataro

«Nei nostri quasi cinquant’anni di matrimonio, abbiamo ragionato molto, io e mia moglie, sul senso della vita e della morte. Ci siamo interrogati sul significato da dare a ciascuno momento. Ed insieme abbiamo capito che, così come abbiamo avuto l’opportunità di dare dignità alla nostra vita e alla scelte che abbia compiuto, così vorremmo fare anche con le decisioni finali. Scegliendo con dignità, secondo la nostra volontà».
Giuseppe è un uomo di circa 70 anni, sposato dal ’73, padre e nonno appagato della propria vita e consapevole di quante scelte si facciano lungo il corso dell’esistenza. Si è rivolto a VIDAS per chiedere una consulenza gratuita dedicata ai cittadini che desiderano sapere di più rispetto al biotestamento.

Maura degli Innocenti, medica palliativista, e Sergio Borrelli, psicologo, hanno risposto alle sue domande e sciolto i dubbi che aveva. «Altri me ne sono venuti altri, che vado sciogliendo, pensando, riflettendo. Fortunatamente non abbiamo alcuna certezza, ed è un sollievo».

Giuseppe tornerà da loro insieme a sua moglie. Entrambi desiderano redigere le DAT (disposizioni anticipate di trattamento) insieme: «Sapere cosa l’altro desidera e vuole è un processo di chiarezza che arricchisce la coppia e la famiglia».

Era il 14 dicembre del 2017 quando il Senato della Repubblica approvava la legge 219/2017, che sancisce il diritto a sottoscrivere le proprie DAT. Da allora è possibile scegliere in anticipo, nel pieno delle proprie facoltà, quali trattamenti sanitari accettare o meno nel caso in cui le proprie condizioni di salute siano improvvisamente e gravemente compromesse, rendendo impossibile comunicare.
Una legge importante ma ancora troppo poco conosciuta e applicata. A oggi, infatti, si stima che meno dell’1% della popolazione italiana abbia depositato le proprie DAT.

«Sono un uomo appagato. Ho una vita piena, vivace, tante cose da fare, un continuo frullare. Considero questo, di scrivere il mio biotestamento, un atto di coerenza, la possibilità di gestire anche il mio fine vita, non l’aldilà ma l’al di qua, come una delle tante decisioni e scelte, quelle prese fino a oggi e tutte quelle che verranno».

Considero questo, di scrivere il mio biotestamento, un atto di coerenza, la possibilità di gestire anche il mio fine vita, non l’aldilà ma l’al di qua, come una delle tante decisioni e scelte, quelle prese fino a oggi e tutte quelle che verranno

Giuseppe

Da cattolico e credente, Giuseppe è contrario a eutanasia e suicidio assistito. «Non vorrei essere rianimato quando si sa che si resterà in una condizione che può solo peggiorare. Ma, altrettanto in astratto, sono per essere rianimato, sempre. Se fosse certo che, anche dopo essere stato rianimato, non sarei mai cosciente, allora mi verrebbe da pensare che si potrebbe evitare, ma chi può dirlo?».

Nel modulo non si entra così nello specifico: una prima parte è dedicata agli eventi accidentali e una seconda alla condizione di malattia cronica, ed è solo in quest’ultima che si va più nel dettaglio dei trattamenti, che restano più sopra più generali.

Il contenuto del testamento biologico è libero e può comprendere, oltre alle disposizioni relative alle cure desiderate o meno nel fine vita, anche le disposizioni in merito all’espianto dei propri organi o all’utilizzo della propria salma per scopi scientifici, così come indicare il tipo di sepoltura desiderata (inumazione/cremazione).
Qualunque sia il mezzo utilizzato per redigerli, i testamenti biologici conservati presso notai, comuni, strutture sanitarie competenti e consolati italiani all’estero vengono poi trasmessi e inseriti nella Banca dati nazionale delle DAT, attivata il 1° febbraio 2020. Il disponente, il fiduciario eventualmente da lui nominato e il medico che ha in cura la persona possono accedere ai servizi di consultazione delle DAT.

«Morte è un termine molto riduttivo: come dice Epicuro, se c'è lei, non ci siamo noi, è il momento di passaggio tra vita e morte che abbiamo la chance di comprendere, capire e gestire, da esseri liberi e consapevoli. Abbiamo l’opportunità di dare dignità alla nostra morte. Scrivere le DAT – conclude Giuseppe – è l’atto che permette, a noi due, me e mia moglie, di seguire questi nostri pensieri – poi, quando saremo lì davvero, sarà un altro paio di maniche. D’altra parte, la dottoressa Degli Innocenti mi ha spiegato che le DAT sono rivedibili, e revocabili, in qualsiasi momento».

Per info e appuntamenti
tel: 02 725111
mail: biotestamento@vidas.it
Sul sito di Vidas

In apertura, Giuseppe e sua moglie Flo


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