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“Lega la legalità”, un percorso di cittadinanza attiva e responsabile per adolescenti

Un intervento educativo e di sensibilizzazione per i ragazzi inseriti nella comunità “Punto a Capo”, a Siurgus Donigala (Cagliari), che consente di apprendere gli strumenti e le modalità per definire i confini della strada della legalità e quella della devianza, pensando agli obiettivi comuni. Il 25 gennaio, a Roma, l'incontro con un gruppo di parlamentari per conoscere i luoghi delle istituzioni

di Luigi Alfonso

Si chiama “Lega la legalità” e si propone come intervento educativo e di sensibilizzazione degli adolescenti inseriti nella comunità “Punto a Capo”, a Siurgus Donigala, un piccolo paese a un’ora d’auto da Cagliari. Un percorso di cittadinanza attiva e responsabile verso un interesse collettivo e non personale, in cui vengono presentati strumenti e modalità per definire i confini della strada della legalità e quella della devianza. Il progetto è quasi giunto alla fase finale.

«I ragazzi – spiega l’educatrice Simona Pinna, referente del progetto – si trovano, pur con percorsi differenti, in qualità di persone e cittadini della società odierna a riflettere sulla strada presente e futura da percorrere. E questo percorso è utile per scardinare cliché tipici dell’età adolescenziale in cui ciò che non piace o che non si condivide, si aggira violando norme o facendone arbitrariamente di nuove in base all’interesse personale del momento. L’educazione alla legalità non può prescindere da un’educazione alla libertà intesa come scelta consapevole, volta non a fare quel che si vuole ma a sapere quel che si vuole, costruendo insieme una società di persone che pensano non solo al benessere personale ma al bene collettivo, e in cui gli uomini possano convivere pacificamente e aiutandosi l’un l’altro».

Gli ambiti di intervento riguardano la convivenza civile e le regole democratiche del vivere comune, la legalità e gli strumenti dell’ordinamento giuridico, i diritti fondamentali della persona, la conoscenza delle istituzioni degli organi e dei poteri costituenti, le regole di inclusione, il concetto di reato e punizione. E ancora, diritti umani e sicurezza sociale, sicurezza personale e collettiva, legalità nelle relazioni interpersonali, contrasto alle devianze, comportamenti a rischio nell’uso della rete, uso di sostanze stupefacenti e relative conseguenze legali.
Il percorso si articola in varie fasi di discussione e laboratori con la guida di varie figure educative che aiuteranno i ragazzi a scoprire quali siano i loro diritti e doveri nella società democratica contemporanea. «La fase 1 – sottolinea Pinna – è partita da un concetto chiaro: leghiamoci negli obiettivi comuni e sleghiamoci dall’individualismo. Dapprima abbiamo presentato il percorso punto per punto, spiegando innanzi tutto che cosa sono l’anarchia e la democrazia, e quali vantaggi derivano da un mondo regolato dalle norme; la differenza tra Stato e governo, le funzioni del Parlamento e i diritti-doveri di ogni cittadino; come si fa a cambiare una legge; abbiamo illustrato gli strumenti democratici (tra cui i referendum, la raccolta di firme, le proposte di legge) e che cos’è la disubbidienza civile; poi abbiamo creato un gruppo che sa confrontarsi e discutere liberamente, ciascuno portando il proprio contributo personale. Abbiamo infine prodotto alcuni video con riflessioni e interviste. Sono previsti due incontri con un giudice onorario del Tribunale di Cagliari e un avvocato. Nella prima fase si è deciso di approfondire il concetto di libertà reale e percepita, soprattutto in età adolescenziale, dove il sentirsi liberi si traduce spesso nell’idea di poter fare ciò che si vuole a discapito del rispetto delle regole e del prossimo».

La fase 2 ha un titolo: “Ce la cantiamo e suoniamo”. «Si tratta di un laboratorio musicale che si sta sviluppando in diverse occasioni, ciascuna dei quali sarà propedeutico per i successivi. Abbiamo tradotto e analizzato il testo di “People have the power” di Patty Smith. Stiamo lavorando alla stesura di un testo musicale dal titolo “Lega la legalità”, metafora per arginare il rischio devianza e per abbracciare la legalità. Il testo è stato elaborato partendo dalle keywords scaturite durante la prima fase del progetto. Base musicale, registrazione delle parti vocali, missaggio e mastering saranno prodotti in collaborazione con Noa – Centro psicopedagogico di Cagliari, il Servizio Educativo Territoriale di Ussana e La Quinta Mobile di Suelli. Questa fase nasce con l’obiettivo di creare nuove sinergie e collaborazioni fra gli adolescenti beneficiari degli interventi educativi in oggetto, e allo stesso tempo creare rete fra i diversi servizi presenti sul territorio».

Infine, la fase 3. «Abbiamo già avviato la staffetta della legalità. Prendiamo il testimone che ci viene affidato dalle persone che hanno accolto il nostro invito, e poi andiamo a conoscere i luoghi delle Istituzioni. La conclusione del progetto prevede un viaggio a Roma per i ragazzi e gli educatori, previsto per il 25 gennaio 2022: per questo abbiamo ricercato sostenitori che credono nella valenza educativa di queste esperienze e che ci possono aiutare ad affrontare spese di trasporto e pernottamento. Come nella staffetta, si gioca in squadra e si compete con un singolo atleta alla volta in successione, richiedendo oltre la preparazione fisica (in questo caso confronto e formazione), una preparazione aggiuntiva in termini di affiatamento nei passaggi di testimone o comunque di scambio. La staffetta della legalità aiuterà i ragazzi ad avere un reale confronto con l’Istituzione e i suoi rappresentanti, diventando i portavoce di istanze, dubbi, riflessioni di coloro che supporteranno il progetto. Il nostro sostenitore sarà parte integrante del progetto, partecipando alla “competizione “con l’obiettivo di far iniziare una corsa, il cui traguardo sarà quello di rendere gli adolescenti dei futuri cittadini consapevoli. Al termine del progetto verrà elaborata e restituita l’esperienza attraverso contenuti multimediali e cartacei».

“Punto a Capo” opera nel territorio sardo dal 2000, con due Comunità per minori di tipo residenziale e semi-residenziale (una a Settimo San Pietro, l’altra a Siurgus Donigala), privilegiando le attività di prevenzione e di riparazione e soddisfacimento dei bisogni specifici dei minori inseriti, e puntando sull’importanza del coinvolgimento dei sistemi socio-psicoaffettivi di riferimento del minore e l’integrazione e collaborazione tra tutte le agenzie che possono concorrere al raggiungimento dell’obiettivo.