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Sostenibilità sociale e ambientale

Rinnovabili: S&P premia Tata, Blackstone su Invenergy

Da India e Usa, notizie che dimostrano come sulla transizione ecologica stiano scommettendo i grossi gruppi: la conglomerata di Mumbai vede premiate per sostenibilità le sue attività energetiche mentre il fondo americano investe 3 miliardi nella big di settore (in cui c'è già un grande fondo pensioni canadese)

di Giampaolo Cerri

Rinnovabili col vento (o col sole) in poppa. Il settore energetico registra, nell’arco di pochi giorni, due notizie che danno l’idea del fermento intorno alle nuove fonti in termini di investimento finanziario, segno che la consapevolezza dell’urgenza del cambiamento climatico si va facendo strada.

Riguardano due società che, a diverso titolo, sono entrate nelle recenti cronache economico-finanziarie italiane: il gruppo Tata, le cui attività nell’acciaio hanno interessato il destino di Thyssen a Terni, una volta che il gruppo tedesco si era unito a quello indiano, stabilimento che poi era stato ceduto ad Arvedi, e il Fondo Blackstone, legato a una controversia con Rcs, per la mancata cessione dello storico immobile di Via Solferino, sede del Corriere della Sera.

Dall’India, come riporta il giornale economico-finanziario Mint, rimbalza la notizia del primato di Tata Power, società energetica della conglomerata omonima, è risulta la migliore in materia di ESG del Subcontinente, in base ai recenti dati di Standard & Poor Global, nella valutazione Corporate Sustainability Assessment (CSA), che valuta 10mila aziende nel mondo.

Non solo, Tata Power, scrive il giornale “ha ottenuto un punteggio di 67 su 100, che è significativamente più alto del rating medio del settore delle utility elettriche mondiali a quota 38”.

Tata, gruppo fondato nel 1869, e operante in 100 paesi di tutti e sei i continenti, con un fatturato di 103 miliardi di dollari e 800mila addetti, è attivo in vari settori, dall’automotive alla chimica, all’acciaio dove si è alleata con Thyssen Group.

La raggiunta eccellenza ESG della società energetica pare fare pendant con gli impegni annunciati a Glasgow dal premier indiano Narendra Modi, durante la COP 26, che ha promesso entro questo decennio, “la capacità di generazione di energia da combustibili non fossili a 500 GW e soddisfare il 50% del suo fabbisogno energetico da fonti rinnovabili”, vale a dire un taglio di 1 miliardo di tonnellate ed emissioni per il 45% entro il 2030, per arrivare a zero emissioni “entro il 2070”.

Dall’altra parte del globo, il gestore di private equity Blackstone ha annunciato un accordo per investire circa 3 miliardi di dollari nella società privata di energia rinnovabile Invenergy Renewables Holdings LLC, accordandosi coi due soci, Invenergy e Caisse de dépôt et placement du Québec-CDPQ, investitore istituzionale che opera nel settore pensionistico pubblico canadese.

Con base a Chicago, Invenergy Renewables è la più grande azienda privata di energia rinnovabile del Nord America, con impianti eolici e solari nelle Americhe, in Europa e in Asia.

Blackstone, ricorda una nota del gruppo, non è nuova a investimenti nell’area ESG: complessivamente sono stati avviati progetti che hanno portato a un taglio di 167 milioni di tonnellate di Co2 prodotta, “quasi la quota di emissioni annuali dello Stato di New York”.

Foto: @Sarangib per Pixabay


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