Solidarietà & Volontariato

Il Cavaliere Renzo Arbore e i suoi 30 anni accanto alla Lega del Filo d’Oro

Il Presidente Sergio Mattarella ha nominato Renzo Arbore Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica Italiana

di Sara De Carli

Lo “zio Renzo” è diventato Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica Italiana. Potrebbe sembrare una sintesi eccessivamente scialba, che sminuisce la portata dell’incontro avvenuto al Quirinale sabato 15 gennaio, ma non è così: io l’ho visto più volte Renzo Arbore in mezzo ai ragazzi della Lega del Filo d’Oro e sono certa che l’appellativo di “zio Renzo” accanto al prestigioso titolo di cui ora può fregiarsi, lui non lo considererebbe stonato.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha nominato Renzo Arbore Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica Italiana: così ha twittato sabato scorso, a metà mattina, l’account del Quirinale. Poche ore dopo la pagina Facebook ufficiale dell'artista ha postato la stessa foto commentando: «È il premio più prestigioso. Ma non è un premio alla carriera. Che continua…».

«Abbiamo appreso con grande gioia del prestigioso riconoscimento ricevuto dal nostro amico Renzo Arbore che premia non solo il musicista e geniale creatore di programmi radio e tv, ma anche l’impegno altrettanto continuativo a favore delle persone con gravi disabilità», commenta Rossano Bartoli, Presidente della Lega del Filo d’Oro. «Congratulazioni a Renzo e grazie infinite da tutte le componenti delle Fondazione, utenti, famiglie, organi istituzionali, personale, volontari e sostenitori per la vicinanza di sempre».

Renzo Arbore è al fianco della Lega del Filo d’Oro dal 1989: da più di trent’anni dà voce alle persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali e alle loro famiglie per accendere un faro di attenzione sulla loro condizione, per far sì che i loro diritti siano sempre più attuati, per supportare le varie campagne informative, di sensibilizzazione e di raccolta fondi dell'Ente. Ha messo il suo volto nel primo spot della Lega del Filo d’Oro per promuovere lasciti testamentari e sul tema è tornato anche l’anno scorso, con un delicato ma potente invito: “fate come me”. Proprio oggi la Lega del Filo d’Oro lancia il nuovo spot “È l’amore che ci lega” che vede ancora una volta insieme Renzo Arbore e Neri Marcorè, che dal 2014 lo affianca come testimonial della Lega del Filo d’Oro. «Un grazie particolare al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che già nel 2017 aveva accolto al Quirinale una delegazione della Lega del Filo d’Oro di cui faceva parte anche Arbore, per una conoscenza più diretta della condizione delle persone sordocieche nel nostro Paese», conclude Bartoli.

Ma come è nato il legame fra Renzo Arbore e la Lega del Filo d’Oro? E quali sono le ragioni per cui questo legame dura da tanto tempo, con un’intensità tale per cui Arbore diverse persone sordocieche seguite dalla “Lega” le conosce per nome e parla della Fondazione come di una “famiglia”? Di seguito riproponiamo un’intervista a Renzo Arbore realizzata nel 2015, contenuta nel volume “L’amore in più. I volontari della Lega del Filo d’Oro si raccontano”.


Fin dal 1989 Renzo rbore è testimonial dell’Associazione: molti italiani hanno conosciuto la “Lega” proprio attraverso il suo volto. Parlando della Lega del Filo d’Oro, Arbore non solo si entusiasma, ma usa il plurale – «abbiamo fatto la festa dei 50 anni, abbiamo avviato la costruzione di una nuova sede a Osimo, che andremo ad inaugurare, abbiamo adocchiato il mio successore» – perché questa ormai è un po’ la sua famiglia.

Ricorda come è entrato in contatto con la Lega del Filo d’Oro?
Il primo a parlarmene fu Ezio Guaitamacchi, un caro amico del mondo della musica. Fu lui a farmi una telefonata orientativa, per sondare il terreno. Io allora ero preda delle telefonate e delle richieste, erano gli anni immediatamente successivi a Quelli della notte e Indietro tutta, mi cercavano in tanti. Lui mi chiese: “Ti interesserebbe fare da testimonial per una organizzazione seria?”. “Perché no?”, dissi io, così mi mise in contatto con Rossano Bartoli, il segretario generale, che venne a trovarmi e mi spiegò cos’era la Lega del Filo d’Oro e di cosa si occupava. Io – lo ammetto senza problemi – fino a quel momento non sapevo che esistessero persone che non vedono, non sentono e non parlano: rimasi sconvolto. Poi però andai a Osimo, ho visto come si cerca di superare una disabilità così grave e mi sono innamorato della Lega del Filo d’Oro. Io ho sempre fatto comunicazione, la comunicazione è stata la mia vita, il mio lavoro, mi ha dato la popolarità, il successo, l’affetto del pubblico… mi sono sentito in debito, non ho esitato nemmeno un attimo.

Quando c’è stato il primo incontro con una persona sordocieca? Come è andata?
È stata Chiara, lo ricordo benissimo! Dopo aver accettato di fare da testimonial per la Lega del Filo d’Oro, decidemmo di girare uno spot per la televisione. Insieme a me c’era Chiara, una bambina sordocieca che non parlava, bellissima. Ho registrato quello spot con il cuore in subbuglio. All’inizio tutti i miei incontri con la “Lega” mi lasciavano così, in subbuglio, il primo impatto è stato doloroso per me… adesso no, è una festa.

Cosa è cambiato?
Un po’, naturalmente, dopo tanti anni so cosa mi aspetta. Ma soprattutto è l’aver visto il lavoro straordinario degli operatori, un lavoro che fa vivere queste persone. Vedo l’amore dei genitori, delle famiglie di questi ragazzi, che vince su tutto. Poi c’è l’affetto che gli ospiti della “Lega” hanno per me, io per loro sono “zio Renzo”, è bellissimo. Basta pensare ad Alberto, un ragazzo sorridente, con una famiglia meravigliosa, ogni volta che ci vediamo è una festa, per lui ma anche per me: è un rapporto vero, si può arrivare anche a costruire una amicizia con una persona sordocieca. In generale ho imparato a conoscere meglio questa realtà, a capire che la vita vince su tutto, so che anche loro possono avere le loro piccole gioie, quindi sono più sereno.

Con il tempo ho imparato a conoscere meglio questa realtà, a capire che la vita vince su tutto, so che anche loro possono avere le loro piccole gioie, quindi con loro sono più sereno.

Renzo Arbore

È molto bello che lei conosca per nome diverse persone sordocieche e le loro storie…
Ne conosco tanti per nome, come Alberto e Lorenzo. Ricordo in particolare quelli che sono lì da anni…. Poi magari i nomi mi sfuggono ma è colpa mia, è l’età… È un’esperienza che mi ha arricchito moltissimo.

Immagino che una persona famosa come lei sia stata contattata da diverse onlus, interessate ad averla come testimonial: perché ha scelto proprio la Lega del Filo d’Oro, con questa fedeltà nel tempo e legandosi ad essa con questa intensità?
Per le persone. Per l’abnegazione e la passione di Rossano Bartoli e di tutta l’organizzazione, che fa bene tutto. Ho sempre visto una serietà disinteressata, concentrata solo sulla missione vera che è quella di dare una mano a questi ragazzi: in un mondo come il mio, dove spesso le cose vanno avanti solo perché c’è la raccomandazione, la simpatia, l’imbroglietto, ho particolarmente apprezzato questa serietà. Io percorro l’Italia in lungo e in largo, ho visto di tutto, ma devo dire che lì alla Lega del Filo d’Oro c’è un clan serio, onesto, appassionato. Anche questo mi ha conquistato. Le donazioni che gli italiani fanno a questa organizzazione, magari facendo uno sforzo, sono ben spese: perché sa, la gente poi mi ferma per strada e mi dice “io sono un sostenitore della Lega del Filo d’Oro”, a me fa piacere ma sento anche la responsabilità.

In molte occasioni pubbliche lei ha usato espressioni bellissime per descrivere il suo rapporto con la Lega del Filo d’Oro, addirittura ha detto che questa è la sua famiglia. Cosa rappresenta per lei la Lega del Filo d’Oro?
Io non ho avuto figli, certo che la Lega del Filo d’Oro è un po’ la mia famiglia! Lo devo dire senza ipocrisie, la Lega del Filo d’Oro arricchisce me. Io non sono stato solo fortunato, ho avuto anch’io i miei problemi, ma certamente dal punto di vista lavorativo sono riuscito a coronare il mio sogno. Se uno facesse il mio lavoro, con quel che comporta in termini di prestigio, popolarità e successo, solo per averne un beneficio personale sarebbe poco… almeno faccio qualcosa di utile. E poi c’è anche un tornaconto che non posso ignorare: la gente mi ha in simpatia perché capisce che non penso solo alla mia vanità, apprezza il fatto che non butto via questa popolarità ma la uso per aiutare il prossimo. La gente mi vuole bene anche per questo.

C'è anche un tornaconto che non posso nascondermi: la gente apprezza il fatto che non butto via la mia popolarità ma la uso per aiutare il prossimo. La gente mi vuole bene anche per questo.

Renzo Arbore

E i volontari?
I volontari sono molto importanti, hanno il compito di tradurre il mondo alle persone sordocieche. Io ho scoperto il mondo del volontariato attraverso la Lega del Filo d’Oro, ma ovviamente non è una cosa che riguarda solo noi, lo devo pur dire. Noi italiani abbiamo tanti difetti, però abbiamo una sensibilità straordinaria verso le persone meno fortunate. I volontari alla Lega del Filo d’Oro affiancano gli operatori e sono entrambi eccezionali, perché qui i dipendenti hanno quasi lo stesso atteggiamento dei volontari, la stessa passione e la stessa carica etica. Ho una grande ammirazione per tutti loro.

Il suo rapporto con la Lega del Filo d’Oro ha uno spessore molto diverso da quello di un testimonial che presta il proprio volto a una onlus per una campagna di raccolta fondi: possiamo dire che lei è un volontario della Lega del Filo d’Oro? Si sente tale?
Io? No, no, i volontari si impegnano molto più di me. Io faccio piccole cose, uno spot, una foto, una telefonata, ogni tanto una visita… Io faccio da amplificatore per la causa delle persone sordocieche, i volontari veri ci sono tutti i giorni. Certo anch’io sono molto affezionato alla “Lega”, anzi per dirla tutta sono un po’ geloso.

Geloso di cosa?
​In occasione dei 50 anni della Lega del Filo d’Oro abbiamo annunciato che Neri Marcorè d’ora in avanti mi affiancherà come testimonial. L’abbiamo adocchiato insieme, ci siamo parlati un po’, lui ha capito alla perfezione… Se poi lui sarà più bravo di me, sarò un po’ geloso!


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA