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Il Teatro Oscar riapre la sua finestra del lunedì, il 24 gennaio si inizia

In presenza e online una riflessione sull'Afghanistan con Daniele Biella e Ali Ehsani in collaborazione con Vita. Dal vivo presso il Teatro Oscar di Milano, via Lattanzio 58/a e in diretta streaming sul canale YouTube di deSidera Teatro Oscar

di Redazione

Facendo tesoro di un periodo di chiusura obbligata, nel gennaio 2021 i direttori di deSidera Teatro Oscar hanno dato inizio all’esperimento del Teatro del Lunedì: una rassegna di incontri settimanali che avvenivano via Zoom, in una sorta di salotto o foyer virtuale che raccoglieva chiunque avesse il desiderio di continuare a ritrovarsi in compagnia e parlare. Parlare di tutto: città, poesia, politica, arte, musica, linguaggio, educazione, natura, sport…

Più che un’idea, da loro abbiamo ereditato un lavoro e un’occasione. Ora che timidamente stiamo riconquistando la possibilità di ritrovarci faccia a faccia, corpo a corpo, risuonano con nuova forza le domande che la crisi aveva spalancato in noi: cosa significa veramente incontrare l’Altro? Cosa vuol dire conoscere, fare esperienza del mondo che ci circonda, senza appiattirlo o consumarlo? Con che strumenti è possibile penetrare più a fondo nel mistero delle cose senza ridurle ad un’immagine virtuale o a un commento di poche battute?

A suggerire un metodo è una frase di E. Levinas: «incontrare un uomo significa essere tenuti svegli da un enigma». La risorsa più preziosa che ci viene concessa risiede nell’alterità inalienabile dell’altro, nell’enigma del suo volto, del suo corpo. Nel mistero che si cela nella sua voce.

Da questa intenzione di incontro nasce la redazione di “Il Teatro del Lunedì – occupato”, un gruppo di lavoro composto da studenti universitari e lavoratori under-30 che prosegue l’attività intrapresa dai direttori dell’Oscar durante i mesi di lock-down. La nuova versione del Teatro del Lunedì si presenta come una finestra teatrale: uno squarcio sul mondo pensato per osservare e commentare la realtà che ci circonda, ma anche uno spazio dove contaminarsi con forme e linguaggi differenti, dove tentare nuovi modi d’espressione, nuove prospettive per guardarsi. Uno spazio dove incrociare storie, conoscenze, arti e professioni, ampliando i limiti dell’esperienza fino a comprendere meglio cosa accade dentro e fuori di noi.

Il primo appuntamento: Afghanistan, tragedia e destino

Per G. Steiner (La morte della tragedia, 1961), la decadenza della tragedia in età moderna è indice dell’affermarsi di un diverso modo di guardare il mondo e gli avvenimenti che investono l’uomo. In particolare, nella modernità il genere è spesso apparso sterile, inefficace, perché è venuta meno la visione tragica che presuppone un dato di alterità inalienabile, un destino indomabile contro cui l’uomo non può nulla. La catastrofe è stata assunta come ‘interna’, cioè come dipendente dal soggetto e quindi ‘riparabile’: la tragedia si appiattisce e diventa dramma.

Questa visione ha generalmente dominato anche la cronaca della vicenda afghana: molti quotidiani del 17 agosto, commentando esteriormente l’ingresso dei talebani a Kabul, hanno parlato di “caos” (Corriere della Sera, ma anche New York Times e The Guardian), di “disastro” (il Fatto Quotidiano), di “fallimento globale”, di “tramonto dell’Occidente” e “ritorno al medioevo” (Il Giornale), di “disfatta” (Riformista, Il Dubbio): tutti termini che descrivono ciò che è successo riconducendolo alla prospettiva delle dinamiche internazionali.

Ma questa prospettiva come risponde all’esperienza di chi ha vissuto quelle vicende? Con quale sguardo, con quale coscienza stare di fronte alla vertigine di chi in un giorno solo ha visto il ribaltamento della propria storia e del proprio futuro?

La storia dei generi teatrali ci offre una finestra per accorgerci di come giudichiamo ciò che accade. Come sottolinea Steiner, rispetto al “dramma” del teatro moderno, la tragedia e la commedia (si pensi anche alla Commedia di Dante) condividevano la coscienza del limite dell’uomo e, insieme, il mistero del suo destino. La tragedia dell’Afghanistan ci mette di fronte allo stesso mistero: lo spaesamento delle vittime, l’assurdità di una vita spezzata, rappresentano una domanda che ci interpella direttamente, richiamandoci al bisogno di una prospettiva più ampia. Non è più sufficiente riconoscere la drammaticità della situazione: occorre affondare nella crepa, sondare il mistero giocando a carte scoperte.

con Ali Ehsani (scrittore afghano) e Daniele Biella (giornalista)

Appuntamento Lun 24 Gennaio 2022 | h. 18.30

dal vivo presso il Teatro Oscar di Milano, via Lattanzio 58/a e in diretta streaming sul canale YouTube di deSidera Teatro Oscar: https://www.youtube.com/channel/UC641ccj98GSQSZFey5UYpWQ


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