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Misercordie, il buono spesa insieme al pane benedetto

A Firenze, i volontari della più antica associazione rinnovano la tradizionale devozione al patrono san Sebastiano, accompagnando al pane benedetto donato ai cittadini voucher Unicoop per le famiglie bisognose

di Giampaolo Cerri

In principio la tradizione prevedeva un panino semplice, "un panellino" dicevano i confratelli della Misericordia, e pure benedetto, ché la più antica associazione di volontariato del mondo è sempre stata, ed è, legata in modo filiale alla Chiesa cattolica.

Un panellino benedetto, dunque, regalato ai cittadini, ai passanti, dai volontari che mettono fuori un banchetto, davanti alla sede della confraternita, ogni 20 gennaio, nel giorno cioè di san Sebastiano, che è dal 1575 il patrono della Misericordia.

Una tradizione che risale ai primi del 500, non bagattelle.

Quest’anno il Coordinamento delle Misericordie dell’Area fiorentina ha deciso di santificare la festa, di rinnovare la devozione al santo martire colpito dalle frecce, come l’iconografia lo ha sempre rappresentato, in un modo del tutto nuovo anche se totalmente antico: la carità.

A Firenze hanno infatti deciso di donare i panellini a tutti ma di accompagnarli a buoni spesa di Unicoop Firenze, per le famiglie più bisognose, marginali o a rischio.

“Da sempre il giorno di San Sebastiano è un’occasione per le Misericordie di offrire sostegno alle proprie comunità, soprattutto a chi ha più bisogno”, spiega Andrea Ceccherini, presidente del Coordinamento, “purtroppo, per il secondo anno di seguito, il protrarsi dell’emergenza sanitaria non ci permette di celebrare questa ricorrenza con la tradizionale cerimonia del pane benedetto. Ma vogliamo comunque dare un segnale di vicinanza a chi, in un momento così difficile, si trova a vivere in condizioni di marginalità”.

Tagliandi per 5mila euro sono stati consegnati alle singole Misericordie dell’area fiorentina, che a loro volta li faranno avere ai destinatari.

“Si tratta di un modo per offrire un aiuto concreto a chi in questo periodo fatica ad andare avanti”, conclude Ceccherini, “e anche per mantenere viva una tradizione che va avanti da secoli, un appuntamento ormai irrinunciabile per i territori delle nostre Misericordie”.


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